Roma, veduta aerea della villa rustica trovata nel parco della Marcigliana (Foto: Ansa) |
Scoperta a Roma una villa rustica databile al III secolo a.C. e rimasta in uso fino al V-VI d.C. E' stata trovata sulle colline a nord di Settebagni, nella riserva naturale della Marcigliana.
Materiali e reperti archeologici sono ancora in fase di studio, ma dalle prime ricerche sullo scavo emerge che si tratta di una importante scoperta in area suburbana per le informazioni che può offrire sulla vita intorno alla città. Dal primo insediamento nel III secolo a.C., infatti, al completo abbandono dell'edificio nel VI secolo d.C., trascorrono circa ottocento anni. Le varie fasi della villa, con modifiche, ampliamenti, ristrutturazioni, corrispondono quindi alla crescita della potenza romana e, con la fine della fase espansionistica dell'impero, al successivo declino. La villa è stata ricoperta e riparata con vari tipi di protettivi, in modo da preservarla dagli agenti atmosferici.
La struttura è stata scoperta durante le attività di archeologia preventiva della Soprintendenza Speciale di Roma, che dopo il ritrovamento ha comunicato la notizia insieme ad Acea. Le attività sono state compiute in occasione dei lavori di costruzione della nuova linea elettrica Roma Nord-San Basilio, condotti da Areti, società del Gruppo Acea che si occupa della gestione e distribuzione della rete elettrica a Roma.
"Questa importante scoperta mostra come il lavoro della Soprintendenza si svolga sempre in sinergia con i soggetti coinvolti, senza ritardi, anzi con efficienza e rispetto per le esigenze della cittadinanza. - Spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma. - Uno scavo che testimonia e conferma la ricchezza del territorio circostante la Capitale, che spinge a indagare e studiare ulteriormente il passato della nostra città anche nelle sue aree periferiche. Un altro prezioso tassello di quel grande e sorprendente affresco che è il sottosuolo di Roma".
La villa si trova in aperta campagna, a ridosso del parco archeologico dell'antica città di Crustumerium (la nemica di Roma conquistata nel 499 a.C.). "E' rarissimo trovare oggi una villa come questa che ha avuto un utilizzo continuo senza abbandoni dal III secolo a.C., ossia dall'età repubblicana, al V secolo d.C., cioè fino al tardo impero", spiega l'archeologo responsabile dello scavo Anselmo Malizia. Questa villa rustica va interpretata come un'autentica azienda agricola, che ha subìto ripensamenti ed ingrandimenti in base alle epoche storiche, ma sempre ricca. "Pensiamo alla vicina Crustumerium. - Continua Malizia. - Dopo la conquista di Roma rapidamente decade, ma l'area intorno dal punto di vista agrario resta strategica. Tra la fine del II secolo a.C. al II secolo d.C. Roma è già una delle città più popolose del mondo, e c'è bisogno di prodotti freschi".
Nella villa rustica della Marcigliana si coltivavano frutta, ortaggi, verdura, prodotti freschi che venivano trasportati su chiatte lungo il Tevere al Foro Olitorio e qui venduti al mercato. Stessa cosa per la carne fresca, di produzione ovina, bovina, suina, gli animali venivano portati vivi e venduti al Foro Boario, ai piedi del Campidoglio. "La villa ritrovata continua questa attività fino al tardo impero e alla decadenza di Roma, quando ormai non c'è più bisogno di cercare prodotti freschi nel suburbio perché ortaggi e frutta si potevano coltivare anche dentro la fascia delle Mura Aureliane", riflette Malizia.
Probabilmente la posizione strategica, elevata, a ridosso delle vie commerciali, vicino alla via Salaria e al fiume. Lo scavo, condotto da Alessandro Del Brusco, ha restituito tanti dettagli. Una moneta di bronzo con l'effigie dell'imperatore Filippo l'Arabo (247-249 d.C.) offre una datazione precisa alla fase di massimo splendore della villa rustica, quando viene creato un ambiente termale documentato dal sistema di canalette per l'acqua calda, al servizio dell'edificio padronale: "testimonianza di come l'edificio agricolo avesse anche un carattere residenziale come luogo di riposo e otium", aggiunge Malizia.
Sono riaffiorate anche ceramiche a vernice nera di età repubblicana, elementi decorativi dell'architettura, il manico in osso di un coltello, un anello. Spiccano i pavimenti a mosaici e tarsie marmoree oltre ai numerosi dolia interrati. "Già dopo il primo studio dei material e della stratigrafia emersi alla Marcigliana - sottolinea la Soprintendente Speciale di Roma Daniela Porro - si possono ricostruire le fasi di evoluzione di una villa rustica e ottenere nuovi dati per la conoscenza di quel tipo di centro di produzione agricola fondamentale nell'economia dell'antica Roma".
Materiali e reperti archeologici sono ancora in fase di studio, ma dalle prime ricerche sullo scavo emerge che si tratta di una importante scoperta in area suburbana per le informazioni che può offrire sulla vita intorno alla città. Dal primo insediamento nel III secolo a.C., infatti, al completo abbandono dell'edificio nel VI secolo d.C., trascorrono circa ottocento anni. Le varie fasi della villa, con modifiche, ampliamenti, ristrutturazioni, corrispondono quindi alla crescita della potenza romana e, con la fine della fase espansionistica dell'impero, al successivo declino. La villa è stata ricoperta e riparata con vari tipi di protettivi, in modo da preservarla dagli agenti atmosferici.
Roma, iscrizione rinvenuta nella villa rustica della Marcigliana (Foto: Il Mattino) |
"Questa importante scoperta mostra come il lavoro della Soprintendenza si svolga sempre in sinergia con i soggetti coinvolti, senza ritardi, anzi con efficienza e rispetto per le esigenze della cittadinanza. - Spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma. - Uno scavo che testimonia e conferma la ricchezza del territorio circostante la Capitale, che spinge a indagare e studiare ulteriormente il passato della nostra città anche nelle sue aree periferiche. Un altro prezioso tassello di quel grande e sorprendente affresco che è il sottosuolo di Roma".
Roma, elemento decorativo rinvenuto nella villa della Marcigliana (Foto: Il Mattino) |
Roma, la moneta con l'effige di Filippo l'Arabo (Foto: Il Mattino) |
Probabilmente la posizione strategica, elevata, a ridosso delle vie commerciali, vicino alla via Salaria e al fiume. Lo scavo, condotto da Alessandro Del Brusco, ha restituito tanti dettagli. Una moneta di bronzo con l'effigie dell'imperatore Filippo l'Arabo (247-249 d.C.) offre una datazione precisa alla fase di massimo splendore della villa rustica, quando viene creato un ambiente termale documentato dal sistema di canalette per l'acqua calda, al servizio dell'edificio padronale: "testimonianza di come l'edificio agricolo avesse anche un carattere residenziale come luogo di riposo e otium", aggiunge Malizia.
Sono riaffiorate anche ceramiche a vernice nera di età repubblicana, elementi decorativi dell'architettura, il manico in osso di un coltello, un anello. Spiccano i pavimenti a mosaici e tarsie marmoree oltre ai numerosi dolia interrati. "Già dopo il primo studio dei material e della stratigrafia emersi alla Marcigliana - sottolinea la Soprintendente Speciale di Roma Daniela Porro - si possono ricostruire le fasi di evoluzione di una villa rustica e ottenere nuovi dati per la conoscenza di quel tipo di centro di produzione agricola fondamentale nell'economia dell'antica Roma".
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