Creta, Museo di Herakleion, ascia votiva in oro rinvenuta nella grotta di Arkalochori (Foto: Wolfgang Sauber) |
La grotta di Arkalochori, fuori dell'omonimo villaggio della prefettura di Heraklion, è uno dei siti archeologici più importanti dell'isola di Creta. Fu un luogo di culto fin dalla prima preistoria ed è famoso per un notevole tesoro di armi ed offerte votive che vi sono state rinvenuto all'inizio del XX secolo.
La grotta di Arkalochori venne scoperta quando gli abitanti del posto rinvennero armi dell'Età del Bronzo e cominciarono a rivenderle ad Heraklion. Iosif Hatzidakis fu il primo ad esplorare la camera centrale della grotta, dove scoprì un notevole numero di armi votive in bronzo e doppie asce in argento. Queste scoperte indussero gli archeologi ad esplorare la grotta più in profondità, là dove il soffitto era collassato sul pavimento.
L'archeologo Spyridon Marinatos rilevò il sito di Arkalochori quando un bambino rinvenne una doppia ascia dorata e si paventò un saccheggio massiccio del luogo. Marinatos scoprì le camere laterali della grotta, bloccate dai detriti di risulta del crollo del tetto naturale. Nelle camere gli archeologi hanno rinvenuto centinaia di asce in bronzo, venticinque asce dorate, sette in argento ed alcune lunghe spade in bronzo appartenenti ad un periodo che va dal III millennio a.C. al Tardo Minoico II (1500 - 1425 a.C. circa).
Marinatos pensava che la grotta fosse, in passato, un centro di culto per una divinità guerriera (Ariadne/Astarte) del 2500 a.C., vista la presenza di armi cerimoniali. E' possibile, tuttavia, che Arkalochori fosse un centro per la lavorazione dei metalli, dal momento che sono stati rinvenuti frammenti di rame grezzo.
Il mito vuole che in questa grotta Rhea abbia dato alla luce Zeus, forse perché nelle vicinanze si trovavano i principali santuari minoici. Qui si trova anche la chiesa di Profitis Ilias, costruita in cima ad una vicina collina, chiamata collina del profeta Elia, vissuto in Israele durante il regno di re Achab (IX secolo a.C.).
Le frammentarie prove archeologiche risalenti al Tardo Minoico (1400 - 1100 a.C.) sembrano collegare la cultura minoica a quella di Canaan. I resoconti biblici, del resto, sembrano collegare i minoici (Caphtor) ai Filistei.
I reperti rinvenuti nella grotta di Arkalochori sono unici e sono ancor più importanti vista la vicinanza alla grotta di altri siti minoici come il Palazzo di Galatas, portato alla luce dall'archeologo George Rethemiotakis, che ha associato gli oggetti votivi della grotta proprio al palazzo che è, a sua volta, una scoperta misteriosa ed unica nel campo dell'archeologia minoica. Proprio questi reperti sembrano dar credito alle affermazioni del Dottor Rethemiotakis e del curatore di Knossos, Kostis Christakis, che indicano che qui, tra la grotta di Arkalochori ed il palazzo di Galatas, fosse il centro del potere politico, sociale ed ideologico di Creta.
Il Dottor Rethemniotakis ritiene che la regione circostante il palazzo di Galatas abbia ceduto in seguito ad un cataclisma e che gli oggetti rinvenuti siano stati nascosti per impedire agli antichi saccheggiatori di depredarli. Forse si trattava di oggetti religiosi pertinenti il palazzo di Galatas. Quel che è certo è che i reperti della grotta di Arkalochori sono propri della religione della Creta minoica e che questo luogo particolare dell'isola era il centro di alcuni dei progetti edilizi più ambiziosi del mondo antico.
La grotta di Arkalochori venne scoperta quando gli abitanti del posto rinvennero armi dell'Età del Bronzo e cominciarono a rivenderle ad Heraklion. Iosif Hatzidakis fu il primo ad esplorare la camera centrale della grotta, dove scoprì un notevole numero di armi votive in bronzo e doppie asce in argento. Queste scoperte indussero gli archeologi ad esplorare la grotta più in profondità, là dove il soffitto era collassato sul pavimento.
L'archeologo Spyridon Marinatos rilevò il sito di Arkalochori quando un bambino rinvenne una doppia ascia dorata e si paventò un saccheggio massiccio del luogo. Marinatos scoprì le camere laterali della grotta, bloccate dai detriti di risulta del crollo del tetto naturale. Nelle camere gli archeologi hanno rinvenuto centinaia di asce in bronzo, venticinque asce dorate, sette in argento ed alcune lunghe spade in bronzo appartenenti ad un periodo che va dal III millennio a.C. al Tardo Minoico II (1500 - 1425 a.C. circa).
Creta, la grotta di Arkalochori (Foto: Olaf Tausch) |
Il mito vuole che in questa grotta Rhea abbia dato alla luce Zeus, forse perché nelle vicinanze si trovavano i principali santuari minoici. Qui si trova anche la chiesa di Profitis Ilias, costruita in cima ad una vicina collina, chiamata collina del profeta Elia, vissuto in Israele durante il regno di re Achab (IX secolo a.C.).
Le frammentarie prove archeologiche risalenti al Tardo Minoico (1400 - 1100 a.C.) sembrano collegare la cultura minoica a quella di Canaan. I resoconti biblici, del resto, sembrano collegare i minoici (Caphtor) ai Filistei.
Creta, cortile del palazzo di Galatas (Foto: argophilia.com) |
Il Dottor Rethemniotakis ritiene che la regione circostante il palazzo di Galatas abbia ceduto in seguito ad un cataclisma e che gli oggetti rinvenuti siano stati nascosti per impedire agli antichi saccheggiatori di depredarli. Forse si trattava di oggetti religiosi pertinenti il palazzo di Galatas. Quel che è certo è che i reperti della grotta di Arkalochori sono propri della religione della Creta minoica e che questo luogo particolare dell'isola era il centro di alcuni dei progetti edilizi più ambiziosi del mondo antico.
Fonte:
argophilia.com
argophilia.com
Nessun commento:
Posta un commento