sabato 7 agosto 2021

Egitto: i segreti custoditi nella città di Thonis-Heracleion

Egitto, frammento di canestro ritrovato nella città
sommersa di Heracleion (Foto: C. Gerigk - F. Goddio)
Resti di canestri che contenevano frutta e che sono sopravvissuti dal IV secolo a.C. finora e centinaia di antichi manufatti in ceramica e bronzo, sono stati scoperti tra le rovine sommerse della leggendaria città di Thonis-Heracleion, al largo della costa egiziana.
Questi cesti sono rimasti quasi intatti da quando la città è scomparsa sotto il livello del mare, nel II secolo a.C., per poi ulteriormente inabissarsi nell'VIII secolo d.C., a seguito di catastrofi naturali quali terremoti e maremoti.
Thonis-Heracleion, il primo nome egizio, il secondo greco, fu per secoli il più grande porto egiziano sul Mediterraneo, prima che Alessandro Magno fondasse Alessandria nel 331 a.C. Il vasto sito nella baia di Abukir, vicino ad Alessandria, è stato dimenticato fino alla scoperta da parte dell'archeologo subacqueo francese Franck Goddio, due decenni fa. Si è trattato di uno dei più grandi ritrovamenti archeologici degli ultimi tempi.
Dal sito subacqueo furono recuperate statue colossali, testimoni di una civiltà opulenta congelata nel tempo. Goddio è rimasto sorpreso dalle ultime scoperte, da questi incredibili frammenti di cesti per frutta che hanno conservato in parte la loro funzione a dispetto dei duemila anni di età. Alcuni erano ancora pieni di doum, il frutto della palma africana sacra agli antichi egizi, così come di semi d'uva.
Una spiegazione alla loro sopravvivenza potrebbe essere il fatto che fossero stati collocati all'interno di una stanza sotterranea, forse con connotazione funeraria. Sono stati, infatti, rinvenuti in un'area in cui Goddio ed il suo team di archeologi hanno scoperto un considerevole tumulo, lungo circa 60 metri per 8 metri di larghezza, e sontuose offerte funerarie di matrice greca ad indicare il luogo di sepoltura dei mercanti greci che vivevano in città all'inizio del IV secolo a.C. e che, di fatto, gestivano il commercio dall'accesso al ramo canopico del Delta del Nilo. La città controllava l'ingresso in Egitto, alla foce del ramo canopo del Nilo. I Greci erano stati autorizzati a stabilirsi lì durante il tardo periodo faraonico e qui avevano anche edificato templi alle loro divinità.
Sul tumulo Goddio ha dichiarato: "E' una specie di isola circondata da canali. In questi canali abbiamo trovato un'incredibile quantità di depositi di bronzo, tra cui molte statuette di Osiride. Su questa specie di isola abbiamo anche trovato centinaia di depositi di ceramica, uno sopra l'altro. Queste ceramiche sono importate dall'Attica, a figure rosse e nere". Intorno al tumulo erano presenti manufatti in bronzo, tra i quali specchi e statuette.
Goddio ha anche trovato ampie prove di incendio, nei pressi del tumulo, che sembra suggerire una cerimonia particolare che deve aver impedito alle persone di entrare in seguito in questo sito, sigillandolo di fatto per centinaia di anni. Nessuno dei reperti trovati, infatti, era successivo al IV secolo a.C., anche se la città ha continuato a prosperare per diverse centinaia di anni. Goddio spera di trovare risposte alle sue domande all'interno di alcuni tesori rinvenuti, quali i resti ben conservati di un divano in legno per banchetti, un grande vaso attico ed un'amuleto d'oro di squisita qualità. Tra gli altri reperti spicca l'amuleto in oro di Bes.
A circa 350 metri di distanza, gli archeologi hanno anche trovato una galea tolemaica di 25 metri di lunghezza, costruita secondo i dettami della tradizione classica, con giunta a mortasa e tenone, ma recante anche caratteristiche dell'antica tradizione egiziana, con un fondo piatto che sarebbe risultato perfetto per la navigazione sul Nilo e nel suo delta.

Fonte:
theguardian.com

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