sabato 7 agosto 2021

Ungheria: la donna che veniva da lontano ed i suoi gemelli

A sinistra i resti di una madre ed a destra i resti dei suoi
gemelli, parzialmente cremati (Foto: Cavazzuti)

Nell'attuale Ungheria, durante l'Età del Bronzo, una donna incinta di due gemelli incontrò una tragica fine. Morì, infatti, poco prima o durante il parto, stando alle risultanze degli studi su questa singolare sepoltura.
La donna ed i suoi due gemelli furono cremati e sepolti in un'urna con sontuosi corredi funebri: una collana di bronzo al collo, un anello d'oro per capelli e spille o aghi d'osso ad indicare che la donna apparteneva all'élite dell'epoca. Un'analisi chimica dei denti e delle ossa della donna ha indicato che non era del posto, ma era venuta da lontano, forse per sposarsi in una nuova comunità. "Sebbene l'aspetto esterno dell'urna non sia così diverso da tutti gli altri, gli oggetti di prestigio indicano che la donna si trovava al vertice della comunità o faceva parte di un'élite emergente", ha affermato il responsabile dei ricercatori Claudio Cavazzuti, assistente professore nel Dipartimento di Storia e Culture dell'Università di Bologna.
I resti della donna e dei suoi gemelli sono stati rinvenuti in un cimitero dell'Età del Bronzo ungherese (dal 2150 a.C. al 1500 a.C.), scoperta durante uno scavo di salvataggio prima della costruzione di un grande supermercato sul fiume Danubio, a poca distanza da Budapest. Finora sono state scavate 525 sepolture che fanno di questa necropoli una delle più grandi conosciute nell'attuale Ungheria per l'Età del Bronzo. Probabilmente sono migliaia le tombe dell'epoca nella zona che attendono di essere scoperte, secondo Cavazzuti.
Le sepolture appartengono alla cultura di Vatya, che prosperò durante l'antica e media Età del Bronzo ungherese, dal 2200 a.C. al 1450 a.C. circa. Il popolo Vatya aveva una cultura complessa, con insediamenti incentrati sull'agricoltura e l'allevamento, un'economia che faceva del commercio a lunga distanza il suo perno (il che spiega come i Vatya acquisissero bronzo, oro e ambra da diverse parti dell'Europa centrale, orientale e settentrionale) e fortificazioni che controllavano parti del fiume Danubio.
Per avere maggiori informazioni sulle persone sepolte nella necropoli, Cavazzuti ed i suoi colleghi hanno analizzato approfonditamente 29 sepolture (26 urne a cremazione e tre sepolture ad inumazione). Ad eccezione della sepoltura della donna con i suoi gemelli, tutte le tombe analizzate contenevano i resti di una sola persona e la maggior parte avevano semplici corredi in ceramica o bronzo. Circa il 20% delle sepolture di Vatya del sito contenevano corredi funerari in metallo, ma corredi come quelli della sepoltura appena scoperta sono piuttosto rari.
I tre individui sepolti nelle tombe analizzate dai ricercatori erano adulti il cui sesso non è stato ancora determinati. Degli individui cremati 20 erano adulti (11 femmine, 7 maschi, 2 di sesso indeterminato), due erano bambini di età compresa tra 5 e 10 anni e quattro di età compresa tra 2 e 5 anni.
I più giovani defunti sono sicuramente i gemelli, i cui resti sono stati appena analizzati. Si tratta di due bambini tra le 28 e le 32 settimane di gestazione. La loro madre aveva un'età compresa tra i 25 ed i 35 anni al momento della morte. Un'ulteriore attenzione alle ossa della defunta ha indicato che è stata cremata su una grande pira che deve aver bruciato per diverse ore. Ma quando l'incendio si è spento, le ceneri sono state raccolte con più attenzione del solito (il peso delle ossa è superiore al 50% rispetto alla media delle altre sepolture a cremazione) e depositate in un'antica urna Vatya. Dal momento che è stata sepolta con i feti dei gemelli, i ricercatori ritengono che sia morta in seguito a complicazioni legate al parto.
Il team di ricercatori ha effettuato un'analisi chimica dei denti della donna con isotopi dello stronzio, attraverso i quali si può determinare l'area di provenienza del defunto misurando lo stronzio assorbito dall'acqua e dal cibo consumati. La stragrande maggioranza delle ossa esaminate dal campione scelto dai ricercatori ha mostrato un'origine locale, in particolare uomini e bambini. La donna appartenente all'élite, invece, era nata altrove e si era trasferita nella regione tra gli otto ed i 13 anni. L'analisi del suo corredo funebre ha, inoltre, rivelato che la collana di bronzo al collo e l'anello d'oro per i capelli erano oggetti di prestigio simili ad altri rinvenuti in sepolture e tesori dell'Europa centrale. Probabilmente sia la collana che gli aghi per capelli erano destinati a simboleggiare un legame della donna con la sua terra d'origine, mentre l'anello per capelli era forse un regalo di nozze.
Anche un'altra donna, tra le sepolture esaminate, aveva un legame genetico non locale, forse riferito al lago Balaton nell'Ungheria occidentale o forse alla Slovenia centrale. Precedenti ricerche hanno rilevato che le donne di alto rango dell'Europa dell'epoca si sposavano al di fuori delle loro comunità originarie, almeno a partire dal tardo Neolitico o dall'Età del Rame (3200 a.C. - 2300 a.C. circa).
Durante l'Età del Bronzo le società di tutta Europa erano in gran parte patrilocali, il che significa che gli uomini rimanevano nelle loro terre e città d'origine mentre alcune donne provenivano da altre comunità e raggiungevano gli uomini per sposarsi. Forse questi matrimoni sono stati cruciali per l'élite emergente, al fine di istituire o rafforzare legami politici e alleanze militari, ma anche per garantire più stretti legami e collaborazioni economiche.

Fonte:
livescience.com

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