giovedì 2 dicembre 2021

Cipro, sepolture straordinarie e gioielli esotici

Egitto, gioiello a forma di loto (1350 a.C.)
(Foto: Peter Fischer, Teresa Burge)

Gli archeologi dell'Università di Goteborg hanno concluso lo scavo di due tombe dell'Età del Bronzo ad Hala Sultan Tekke, sull'isola di Cipro. I reperti raccolti comprendono oltre 150 scheletri umani e quasi 500 oggetti tra i quali gioielli in oro, pietre preziose e ceramiche risalenti al 1350 a.C. circa.
Sin dal 2010 la New Swedish Cyprus Expedition ha effettuato diversi cicli di scavi a Cipro. Nel 2018 gli archeologi hanno scoperto due sepolture a camera, sotterranee, con un gran numero di scheletri umani. Il restauro e la gestione dei reperti ha richiesto un lavoro molto delicato che si è svolto nel corso di quattro anni, dal momento che le ossa erano estremamente fragili, dopo più di tremila anni trascorsi in un terreno salato.
Oltre agli scheletri dei 155 individui, gli archeologi hanno rinvenuto anche oggetti funerari rituali disposti a strati, uno sopra l'altro, a dimostrazione che le tombe furono utilizzate per diverse generazioni.
"I reperti indicano che si tratta di tombe di famiglia per l'élite dominante della città. Ad esempio, abbiamo trovato lo scheletro di un bambino di cinque anni con una collana d'oro, orecchini d'oro ed una tiara dello stesso metallo. Probabilmente era figlio di una famiglia potente e benestante", ha affermato il Professor Peter Fischer, responsabile degli scavi. Gli altri oggetti sono sia in oro che in argento, bronzo, avorio e pietre preziose. Sono stati rinvenuti anche molti vasi riccamente decorati, provenienti da culture diverse.
"Abbiamo anche trovato un toro in ceramica. - Ha detto il Professor Fischer. - Il corpo di questo animale era cavo, con due aperture: una sul dorso per riempirlo di liquido, probabilmente vino, e una sul naso da cui bere. A quanto pare era abitudine fare feste in onore dei morti nelle camere sepolcrali".
Un ritrovamento particolarmente importante è un sigillo a forma di cilindro, realizzato con l'ematite, recante un'iscrizione cuneiforme e proveniente dalla Mesopotamia (attuale Iraq), che gli archeologi sono stati in grado di decifrare. Il testo è composto di tre righe e menziona tre nomi: uno è Amurru, una divinità adorata in Mesopotamia. Gli altri due sono re storici, padre e figlio, i cui nomi sono stati recentemente decifrati su testi incisi su tavolette di argilla coevi (XVIII secolo a.C.). Attualmente i ricercatori stanno cercando di capire come sia finito a Cipro un sigillo proveniente da una distanza di più di 1.000 chilometri, da una località dove venne sicuramente realizzato.

Cipro, una delle figurine fittili rinvenute nelle sepolture appena scavate. Forse una divinità.
(Foto: Peter Fischer, Teresa Burge)

Tra gli altri ritrovamenti ci sono una pietra preziosa, la corniola, proveniente dall'India, dei lapislazzuli provenienti dall'Afghanistan e l'ambra arrivata dal Mar Baltico, il che dimostra ancor di più che la città cipriota ha avuto un ruolo centrale in tutte le correnti commerciali dell'Età del Bronzo. I gioielli in oro, unitamente agli scarabei e a resti di pesci importati dall'Egitto, raccontano gli intensi scambi di Cipro con questo Paese.
Confrontando questi gioielli con altri simili provenienti dall'Egitto, gli archeologi sono stati anche in grado di datare i reperti. "I confronti mostrano che la maggior parte degli oggetti risalgono all'epoca di Nefertiti e di suo marito Akhenaton, intorno al 1350 a.C., come un ciondolo d'oro. E' stato rinvenuto anche un fiore di loto in oro con gemme intarsiate. Nefertiti indossava gioielli simili", ha osservato il Professor Fischer.
Nelle sepolture gli archeologi hanno trovato figurine fittili di divinità femminili con volto di uccelli. Anche reperti come questi hanno permesso la datazione dei ritrovamenti ed i legami di coloro che erano sepolti nella necropoli cipriota con il mondo circostante. Si attende, ora, di sottoporre i resti scheletrici all'analisi del DNA, che potrà rilevare i legami che intercorrono tra coloro che sono stati deposti nelle tombe e se tra questi ci siano persone provenienti da altre culture, cosa non improbabile, viste le vasti reti commerciali che si intrecciavano nel Mediterraneo.

Fonte:
Università di Goteborg


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