mercoledì 9 febbraio 2022

Qatar, tracce di uno sconosciuto insediamento nel deserto

 
Penisola arabica, immagine da un drone di un insediamento
(Foto: viterbischool.edu)
I ricercatori, che investigavano al fine di trovare fonti d'acqua sotterranee nella penisola araba, hanno scoperto per caso le tracce di un insediamento che si stima essere di 3600 anni fa. Si tratta di uno dei più grandi insediamenti scoperti nell'area ed è stato individuato grazie all'uso di immagini satellitari in un'area del Qatar dove in precedenza si pensava che ci fossero poche prove di civiltà stanziali.
All'insediamento è stato dato il nome di Makhfia dai ricercatori della University of Southern California Viterbi School of Engineering.
Questa scoperta ha importanti implicazioni storiche e scientifiche. Storicamente potrebbe trattarsi della prima prova di una comunità sedentaria nell'area e, forse, la prova di un'ingegneria avanzata per l'epoca. La prova è nel sottosuolo, non ci sono evidenze apprezzabili sul terreno. Inoltre il sito fornisce nuove informazioni sulle fluttuazioni climatiche poco conosciute che si sono verificate nella regione su come questi cambiamenti potrebbero aver influito sull'insediamento umano e sulla mobilità.
Gli studiosi ritengono che l'insediamento abbia avuto un lungo periodo di vita e dipendeva dalle acque sotterranee per alimentare l'agricoltura. I ricercatori ritengono che una popolazione con conoscenze tali che permettevano di sfruttare le risorse idriche sotterranee, inaccessibili scavando attraverso il calcare duro e la dolomite, è prova di una civiltà in anticipo sui tempi. Ci sono prove evidenti che gli abitanti di questo insediamento facevano affidamento sull'assorbimento profondo delle acque sotterranee, un metodo mediante il quale si accede all'acqua da falde acquifere più profonde attraverso le fratture nel terreno, al fine di utilizzare quest'acqua per l'irrigazione delle colture e per la vita quotidiana.
Non si sa ancora quale cultura umana abitava questa regione e perché è scomparsa. Tuttavia, sulla base della presenza di carbone trovato sul sito, i ricercatori pensano che il fuoco potrebbe essere una delle numerose spiegazioni plausibili della scomparsa del centro abitato.

Fonte:
viterbischool.usc.edu

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