domenica 8 maggio 2022

Roma stupor mundi: l'ara di Valeria Laeta riemersa da uno scavo preventivo

Roma, la lapide rinvenuta nel quartiere Appio Latino
(Foto: Ansa)

Valeria Laeta aveva 13 anni e 7 mesi quando è deceduta. La sua storia è ricostruita su una lapide di marmo rinvenuta nel quartiere Appio Latino a Roma.
Nel corso di indagini archeologiche in via Luigi Tosti è tornato alla luce un colombario di piccole dimensioni, probabilmente ipogeo. Oltre all'ara funeraria dedicata alla giovanissima Valeria, è stato ritrovato un sarcofago in marmo bianco con una decorazione a bassorilievo raffigurante una scena di caccia. L'edificio è apparso fortemente danneggiato forse dagli interventi di urbanizzazione degli anni '30 del Novecento.
L'edificio in questione faceva parte di una necropoli dell'antica via Latina, di cui fanno parte urne cinerarie murate nelle pareti, sepolture ad inumazione ed una serie di frammenti marmorei. L'ara della giovane Valeria, sui cui campeggia la scritta "Valeria P F Laeta vixit anni XIII m VII" è stata rinvenuta a due metri di profondità, nel corso di alcuni scavi propedeutici alla bonifica idrica che Acea ato2 deve effettuare sulla strada. Lo scavo è stato curato dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, con la direzione scientifica di Angelina De Laurenzi e condotto da Archeo di Fabio Turchetta.
Oltre all'ara sono stati rinvenuti anche dei frammenti del sarcofago a vasca, in marmo bianco. Sulla decorazione in bassorilievo si vede una scena di caccia, con un leone sovrastato a sinistra dal cavallo di un cacciatore, di cui restano solo le zampe anteriori, e da un cane. L'ipogeo era realizzato nel banco di tufo ed era caratterizzato da murature in opera cementizia ricoperta da un paramento in laterizio. Le pareti, invece, erano rivestite di intonaco dipinto di giallo e rosso.
"Una scoperta che getta nuova luce su un contesto importantissimo - ha affermato Daniela Porro - quella via Latina che da Porta Capena arrivava fino a Capua e il cui tracciato è oggi ancora visibile nei parchi degli Acquedotti e delle Tombe di via Latina. Ancora una volta Roma mostra importanti tracce del passato in tutto il suo tessuto urbano".
Uno degli edifici rinvenuti durante lo scavo presenta marcati segni di combustione riconducibili verosimilmente all'incendio che ne ha determinato l'abbandono. Il complesso appare costruito sfruttando il fronte di una cava di pozzolana abbandonata, come indicherebbero le caratteristiche irregolarità dei tagli sul banco di tufo su cui sorge.
Dagli strati della cava precedenti le strutture funerarie provengono copiose quantità di intonaci colorati e un'interessante testa canina in terracotta. Un tipo di manufatto la cui funzione originale era di gocciolatoio collocato sugli spioventi dei tetti: l'esemplare rinvenuto, invece, privo del foro di scolo, aveva perso il suo scopo pratico ed era puramente decorativo.
Dallo studio dei materiali, dall'analisi dei dati raccolti sul campo, dalla comparazione con altri rinvenimenti vicini potranno uscire ulteriori informazione su queste scoperte avvenute lungo l'antica via Latina, una zona dove sono emersi numerosi edifici funerari.

Fonti:
romatoday.it
dire.it

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