domenica 17 luglio 2022

Come conservavano e bevevano il vino gli antichi Romani

Anfora della seconda metà del I secolo d.C.
(Foto: Sepia Times/Universal Images Group
via Getty Images)

Il consumo di vino, nell'antica Roma, era molto diffuso. Il vino era disponibile non solo per aristocratici ed imperatori, ma anche per le classi sociali più basse, come gli schiavi, i contadini e le donne. Gli studiosi, però, non avevano esattamente chiaro come gli antichi Romani mantenessero il loro vino al sicuro e ne potessero conservare il sapore.
Gli autori di uno studio, pubblicato sulla rivista PLOS ONE, hanno esaminato tre anfore romane di 1500 anni fa, prelevate da un deposito di fondale marino a San Felice Circeo, poco lontano da Roma. Lo studio è stato guidato dalla chimica Louise Chassouant.
I ricercatori hanno studiato i depositi chimici trovati all'interno delle anfore. Si tratta di residui di tessuto vegetale e di polline. Questa ricerca ha permesso agli studiosi di determinare quali derivati dell'uva venivano utilizzato e, anche e soprattutto, come i popoli antichi erano in grado di isolare le anfore e di impermeabilizzarle.
Gli studiosi hanno scoperto che gli antichi avevano utilizzato la resina del pino per creare una sorta di catrame impermeabilizzante con il quale ricoprire l'interno delle anfore. Si pensa che questa guaina potesse avere un ruolo anche per aromatizzare l'uva in fermentazione. Dal momento che il pino non era della varietà locale, era probabilmente importato dalla Calabria o dalla Sicilia, a confermare le prove archeologiche e storiche esistenti dei legami commerciali tra le regioni già 1500 anni fa.

Fonte:
news.artnet.com

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