venerdì 6 gennaio 2023

Sicilia, ancora ritrovamenti nella villa romana di Vallelunga Pratameno

Sicilia, tegola con bollo di età imperiale
(Foto: storiearcheostorie.com)

La villa romana di età imperiale (I-II secolo d.C.), emersa nel corso degli scavi archeologici condotti in località Manca, a Vallelunga Pratameno, in provincia di Caltanissetta, continua a regalare preziosi ritrovamenti.
Le ricerche effettuate ultimamente nella zona più meridionale hanno fatto emergere, infatti, almeno tre edifici a pianta rettangolare che si distribuiscono secondo una pianificazione urbanistica non sempre regolare e che prospettano verso una zona centrale sulla quale sembra aprirsi anche un altro vano che presenta consistenti tracce di bruciato e resti di condotto. Il rinvenimento, negli scorsi mesi, di alcune tegole con bollo, lascia pensare che la villa sia collegabile ad un personaggio della cerchia pubblica romana. Le ricerche sono state avviate tra il 2020 ed il 2021 a seguito dell'attività di vigilanza della Soprintendenza dei Beni Culturali di Caltanissetta sui lavori del raddoppio della linea ferrata Catania-Palermo.

(Foto: storiearcheostorie.com)
Le costruzioni individuate nel corso dell'ultima fase di scavo, quasi sempre a pianta rettangolare, sono costituite da almeno quattro vani in sequenza secondo un prevalente asse nordest-sudovest, fatta eccezione di uno, l'edificio IV, che presenta un orientamento chiaramente divergente. In tre casi, l'angolo sudovest interno del vano è delimitato da un muretto semicircolare ed è pavimentato da un lastricato di ciottoli ben costipati; probabilmente si tratta di un vano-ripostiglio per derrate o altri oggetti. Alcuni ambienti di questo insediamento si ritiene dovessero essere utilizzati come deposito o magazzino. E' il caso, ad esempio, dell'ambiente posto al centro dell'attuale area di scavo che ha restituito una notevole quantità di anfore da trasporto riconducibili, secondo una prima analisi, a 3-4 tipologie prevalentemente di produzione africana che si collocano cronologicamente tra IV e V secolo d.C.
L'insediamento, che è di grandi dimensioni, doveva a vere spazi la cui funzionalità deve ancora essere individuata, come il grande ambiente rettangolare (edificio X) interamente pavimentato con ciottoli di piccole dimensioni, che sembra essere stato privo di copertura e probabilmente utilizzato come ricovero per animali.
Sicilia, moneta di Costanzo II (337-361 d.C.)
(Foto: storiearcheostorie.com)
Un altro dato interessante, che proviene dagli ultimi scavi, riguarda la sequenza della frequentazione del sito. La villa si colloca chiaramente su una precedente fase che è stata individuata, al momento, nella zona nordorientale di un terzo saggio aperto a sud dell'edificio. Le strutture individuate sono pertinenti ad una costruzione a pianta quadrata o rettangolare al cui interno si imposta un grande impianto circolare a doppi paramenti per il quale, al momento, è prematuro avanzare ipotesi funzionali, dal momento che lo scavo non è ancora stato completato.
Dall'abbondanza dei tipi di ceramica rinvenuti, fra i quali si distinguono lucerne, anfore, vasellame da mensa in sigillata africana, ma anche alcune monete collocabili entro un arco cronologico compreso tra il II ed il IV secolo d.C., si desume la lunga vita di questo interessante complesso edilizio che aveva trovato il suo principale sostentamento nello sfruttamento, a scopi cerealicoli, del vasto territorio attraversato dal torrente Belici.
Le indagini archeologiche sono curate dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Caltanissetta diretta da Daniela Vullo e dal dirigente della sezione archeologica Filippo Spagnolo, in sinergia con la responsabile archeologa di Italferr, Valeria d'Amico. Le operazioni di scavo sul campo sono seguite dagli archeologi Cristina Restivo, Paolo Scifo e Italo Giordano, coordinati da Marina Congiu e con la direzione tecnica di Andrea Simeoni per la ditta appaltatrice dei lavori.

Fonti:
storiearcheostorie.com
regione.sicilia.it

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