sabato 18 marzo 2023

Firenze, un documento rivela che la madre di Leonardo era straniera

Il documento ritrovato redatto da Piero da Vinci
(Foto: stilearte.it)

Un documento trovato nell'Archivio di Stato di Firenze dal Professor Carlo Vecce dell'Università di Napoli conferma le origini straniere di Caterina, la madre di Leonardo da Vinci. La donna era una circassa, di origini caucasiche, che fu portata a Firenze da un uomo di nome Donato. Il suo lungo viaggio, prima di arrivare nella città toscana, la portò, in stato di schiavitù, probabilmente sul mare di Azov, nell'attuale territorio compreso tra Russia ed Ucraina, poi a Bisanzio e quindi a Venezia. Successivamente Caterina fu acquistata e portata a Firenze.
La Turchia ospita, oggi, la più grande comunità circassa del mondo. Sotto il profilo fisiognomico, i circassi sono molto simili alla popolazione italiana. Le donne circasse, per centinaia di anni, sono state considerate tra le più belle del mondo. La loro reputazione risale al tardo medioevo, quando la costa circassa era frequentata da commercianti genovesi e veneti; il fondatore della dinastia dei Medici, Cosimo il Vecchio, ebbe un figlio illegittimo (Carlo di Cosimo de' Medici) da una schiava circassa di nome Maddalena.
Vecce ha utilizzato tutti i dati del documento ritrovato per scrivere una biografia romanzata della madre di Leonardo, intitolata "Il sorriso di Caterina", edita da Giunti. Secondo il documento dell'Archivio di Stato di Firenze - datato 2 novembre 1452 - Caterina era figlia di un certo Jacob, un circasso che il Professor Veccia immagina, con "licenza poetica", un principe del Caucaso. In seguito - e qui si torna alla realtà - la ragazza fu resa schiava dopo essere stata rapita, probabilmente dai tartari.
A Firenze Caterina arrivò nel 1442, intorno ai 15 anni, e qui lavorò come serva e balia in casa di Ginevra d'Antonio Redditi, moglie di Donato di Filippo di Salvestro Nati, l'uomo che l'aveva acquistata. Fu qui che Caterina conobbe Piero da Vinci, il notaio con il quale concepì un figlio illegittimo nato il 15 aprile 1452, ad Anchiano, piccolo borgo del comune di Vinci.
Quando partorì Leonardo, era pertanto una donna di 25 anni. Poiché Piero da Vinci riconobbe come proprio il bambino, possiamo ipotizzare che Caterina e Piero ebbero modo di convivere sotto lo stesso tetto e che Piero avesse, pertanto, certezza che quel figlio fosse suo. Si può pensare che il notaio Piero da Vinci sia stato il primo promotore della libertà di Caterina, esercitando pressioni sui suoi conoscenti - che erano proprietari della "sclava" - e, forse, versando denaro per il "riscatto". Egli si trovò, in seguito, a redigere l'importante atto notarile che sanciva la libertà della venticinquenne.
Il documento ritrovato è, infatti, atto di affrancamento dalla schiavitù, redatto da Piero da Vinci, padre di Leonardo e compagno transitorio della donna. La rinunzia a Caterina come a un "oggetto di proprietà", da parte della signora Ginevra, avvenne sei mesi dopo la nascita del grande artista. Il ritrovamento conferma quello che già indicavano le indagini sulle impronte digitali di Leonardo stesso, condotte nel passato. Le impronte presentavano delle anomalie, rispetto alla popolazione italiana, segnalando una possibile ascendenza levantina o ebraica della madre del pittore.
Rimasta lontana da Leonardo, Caterina si ricongiungerà al figlio nel 1493 a Milano. E in una casa di Porta Vercellina, nel territorio della parrocchia dei Santi Nabore e Felice, morirà il 26 giugno 1494, dopo una lunga malattia. Per le cure prima e poi per i funerali, Leonardo annotò spese (eccessive per una servente, non certo per una madre).

Fonte:
stilearte.it

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