domenica 29 ottobre 2023

Israele, la Grotta delle Lettere e la tunichetta di un bambino

Israele, la tunichetta rinvenuta nella Grotta delle Lettere
(Foto: Israel Antiquities Authority)

Nel 1952, mentre conducevano al pascolo le loro bestie, un gruppo di pastori beduini scoprì una grotta, vicino al Mar Morto, la cui entrata si apriva a 15 metri d'altezza nella parete del canyon Nahal Hever.
All'interno di questa grotta, una decina d'anni più tardi, l'archeologo israeliano Yigael Yadin rinvenne 40 rotoli di pergamena e oltre 30.000 frammenti di altri testi, che determinò il nome del sito quale Grotta delle Lettere. La quantità e la varietà di testimonianze scritte restituite dal sito lo rendono un sito tra i più importanti per lo studio dell'archeologia e della storia del popolo ebraico.
I testi rinvenuti si datano in maniera uniforme al cosiddetto "Periodo del Secondo Tempio di Gerusalemme" (516 a.C. - 70 d.C.), concentrandosi soprattutto tra I e II secolo d.C., riflettendo le condizioni della comunità ebraica durante il periodo di sottomissione all'Impero Romano. Tra questi scritti, abbondano sezioni della Bibbia, fondamentali per filologi e biblisti per capire ed interpretare le modifiche ed evoluzioni subite dal testo biblico nel corso dei secoli. Non mancano poi testi di natura giuridico-amministrativa (testamenti, contratti matrimoniali, accordi commerciali...), che gettano luce sulla vita quotidiana, gli usi e i costumi del popolo ebraico durante il periodo sopra citato. Abbondano poi testi religiosi quali inni e preghiere, estremamente importanti per comprendere la vita e la cultura ebraiche, così intimamente legate alla loro religione.
I documenti certamente più interessanti, tuttavia, sono le decine e decine di lettere, di carattere privato e ufficiale, che delineano nella maniera più chiara e diretta possibile i tratti delle comunità ebraiche nel loro quotidiano. Dalla corrispondenza ufficiale tra i leader di diverse comunità giudaiche (tra cui alcune epistole collegate alla rivolta di Bar Kokhba, l'ultima grande e sanguinosissima sollevazione del popolo ebraico contro il giogo romano, repressa a viva forza dalle truppe dell'imperatore Adriano), ai carteggi tra autorità locali e governatori romani, fino alle più minute e personali lettere private di persone comuni, questo enorme epistolario, nella sua ecletticità, risulta tra i più preziosi della storia.
Ma non c'erano solo lettere, nella grotta, sono stati rinvenuti anche molti reperti che ne testimoniano la frequentazione come abitazione o, più probabilmente, come rifugio, pensato sia per i pastori nomadi sia, a tratti, per dissidenti in fuga dalle persecuzioni romane. La stessa tesaurizzazione di tutti i documenti sopra citati in questo luogo sembra suggerire che si trattasse di un rifugio segreto rimasto ignoto alle autorità imperiali. Tra questi reperti, recentemente è stato rinvenuto anche un fragilissimo e commovente capo di abbigliamento: una tunichetta, interpretata come "camicia da notte" dagli esperti, appartenuta ad un bambino.
Il piccolo indumento, cucito artigianalmente unendo due lembi di tessuto con un filo di lino lungo la linea delle spalle e dei fianchi, presenta chiari segni di un lungo utilizzo e buchi dovuti all'usura meccanica. Un altro particolare lo rende quasi unico nel suo genere: ai lembi inferiori parte del tessuto è stato cucito in piccoli nodi, tutti realizzati attorno ad un piccolo nucleo di materiali diversi, quali resina, sale, solfato di ferro, henné, semi e altro ancora. Queste piccole tasche sigillate sono state interpretate come amuleti, intimamente incorporati alla tunichetta, e questa curiosa caratteristica unita alla tecnica di realizzazione piuttosto grezza e imprecisa, ha lasciato intendere che l'abito sia stato realizzato da un non professionista, forse la madre stessa del bambino, per il suo piccolo, al duplice scopo di vestirlo e proteggerlo dal male.

Fonte:
mediterrraneoantico.it


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