mercoledì 1 novembre 2023

Croazia, dipinto di Madonna attribuito a Giovanni Bellini

Croazia, la Madonna con Bambino attribuita a Giovanni
Bellini (Foto: Università Ca' Foscari - Venezia)

Una giovane studiosa dell'Università Ca' Foscari di Venezia avrebbe scoperto in Croazia una Madonna con Bambino di Giovanni Bellini, finora sconosciuta. 
Il dipinto è custodito nel piccolo museo del monastero benedettino di Santa Margherita sull'isola di Pag. Si tratta di un dipinto su tavola di 54,5 per 44,5 centimetri e presenta notevoli problemi di conservazione.
Beatrice Tanzi, la giovane ricercatrice in parola, non ha avuto dubbi ed ha riconosciuto nel quadro la mano del giovane Bellini, che l'avrebbe eseguito tra il 1455 ed il 1465. Se l'attribuzione fosse confermata, si tratterebbe della prima opera realizzata dall'artista per i territori orientali della Serenissima.
"L'importanza peculiare del dipinto - ha spiegato l'autrice della scoperta - è, in primis, che si tratta di un'opera giovanile di quello che sarà il più grande pittore del Quattrocento veneziano, riemersa non dal mercato antiquario, ma nel luogo a cui era verosimilmente destinata". E' da oltre un secolo, infatti, che un dipinto di Bellini non viene ritrovato nella sua sede originaria.
Noto agli storici croati da circa quarant'anni, ma sconosciuto in ambito internazionale, il quadro era stato attribuito in passato alla bottega di Francesco Squarcione, alla cerchia di Andrea Mantegna e a Bartolomeo Vivarini. Al di là delle estese cadute di colore, le porzioni rimaste integre rivelano una qualità raffinatissima, esente da importanti ridipinture.
La tavola presenta una Madonna con Bambino con in mano un frutto, probabilmente un melograno, e un paesaggio collinare sullo sfondo. Ed è proprio nel paesaggio che Beatrice Tanzi ha rintracciato uno degli elementi caratteristici della pittura di Bellini: la vegetazione delle colline e i corsi d'acqua prendono forma in tocchi lievi e quasi miniaturistici, come nella Crocifissione custodita nel Museo Correre, nell'Uomo dei dolori del Museo Poldi Pezzoli a Milano o nella Madonna Fodor di Parigi.
Il viso della Vergine, per quanto più compromesso rispetto a quello del bambino, è stato ricondotto dalla studiosa alle figure femminili presenti nella Natività della Vergine della Galleria Sabauda di Torino o a quelli della Sant'Orsola con le compagne e la donatrice delle Gallerie dell'Accademia e della Madonna Johnson del Philadelphia Museum of Art, nelle quali si può cogliere ancora l'intreccio con le opere mature del padre Jacopo, come la Madonna dei cherubini.
Non abbiamo notizie certe su come e perché il dipinto sia arrivato in Dalmazia. L'ipotesi è che anticamente fosse collato nella cappella di San Nicola, all'interno della chiesa del monastero di Pag e che fosse inserito in una carpenteria a cuspide, forse come parte di un trittico o di un polittico, anche se, sottolinea Beatrice Tanzi, i frammenti di pittura presenti negli angoli superiori della tavola sembrano escludere questa possibilità.
Sulla scorta di ricerche condotte dal croato Emil Hilje, la studiosa di Ca' Foscari ha ipotizzato un legame dell'opera con la famiglia Misolic (latinizzato in De Missolis), tra le più in vista sull'isola di Pag tra il '400 ed il '500. A commissionarla potrebbe essere stato Giorgio Misolic, nobile e membro del Gran Consiglio della città, conte palatino, capitano di galea e incaricato di dirimere le questioni legate alla vendita del sale a Venezia. Misolic aveva anche avuto un ruolo di rilievo nella costruzione della nuova chiesa delle benedettine a Pag, commissionando a Giorgio Dalmata, il più grande architetto e scultore della Dalmazia, una cappella al suo interno. E' molto probabile che un personaggio della sua statura economica e culturale avesse dimestichezza con i circuiti artistici più innovativi della Venezia quattrocentesca, dei quali Giovanni Bellini fu la punta di diamante.

Fonte:
arte.it


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