domenica 3 dicembre 2023

Turchia, alla ricerca di Zippalanda, la città santa degli Ittiti

Turchia, il sito archeologico di Usakh Hoyuk visto dal
drone (Foto: storiearcheostorie)

In attesa della prova finale che il sito archeologico di Sakli Hoyuk è veramente Zippalanda, l'antica città santa degli Ittiti, la sedicesima campagna della Missione Archeologica Italiana in Anatolia Centrale, guidata dall'Università di Pisa, ha fatto emergere nuovi importanti elementi sull'uso rituale delle strutture di epoca ittita ritrovate nella zona nord della città, in primo luogo l'enigmatica struttura circolare rinvenuta nel 2022.
"Siamo ancora in attesa dei risultati dello studio archeozoologico - spiega il Professor Anacleto D'Agostino dell'Università di Pisa, che dirige gli scavi - ma il ricco repertorio di resti faunistici trovato al suo interno, principalmente pecore e capre, con segni di una lavorazione molto particolare, diversa da quella ordinaria, sembra confermare una sua interpretazione in chiave rituale. Ipotesi realistica, vista anche la sua vicinanza al tempio della città bassa, riportato alla luce nel 2013".
L'ampliamento dello scavo sulla corte lastricata vicina alla struttura circolare ha portato alla scoperta degli scheletri parziali di due bambini nei pressi di un focolare, tra un accumulo di cenere, ossa animali e frammenti di contenitori ceramici. Il ritrovamento si inquadra, secondo i ricercatori, nell'ambito rituale e delle attività connesse, verosimilmente, con la sfera religiosa.
Tra i reperti che rafforzano l'ipotesi che si tratti di uno spazio legato ad attività di ambito rituale, anche alcuni frammenti di intonaco dipinto a fresco con motivi geometrici e figurati di colore rosso e nero simili a quelli rinvenuti in altri templi di epoca ittita, oltre ai pezzi di due particolari vasi fatti a forma di avambraccio e con la parte terminale, quella della mano, a coppella, usati per le libagioni.
Nel corso della sedicesima campagna di scavo, che si è svolta tra la fine di aprile e gli inizi di luglio, l'attività del gruppo internazionale di archeologi guidato dall'Università di Pisa si è concentrata anche in altre zone della città. In particolare, è proseguito lo scavo della necropoli individuata lo scorso anno, sul limite della parte pianeggiante del sito, mettendo in luce tombe di epoca tardo romana e bizantina (in giara e a cista) risultate importanti per la ricostruzione delle pratiche funerarie e lo studio delle paleopatologie e del DNA, in una regione che vede in questo periodo avvicendarsi alle genti autoctone nuovi arrivati e trasformarsi in termini di popolamento. Sulla pendice sudorientale del sito è stata aperta, inoltre, una nuova trincea di scavo per approfondire la conoscenza del sistema di terrazzamento della cittadella dell'Età del Ferro.
Proseguono, infine, da parte degli specialisti della missione, l'analisi dei resti vegetali, condotti su campioni di terreno precedentemente raccolti e setacciati, e delle ossa animali, che stanno fornendo agli archeologi importanti informazioni riguardanti uno dei filoni principali di ricerca del progetto, relativo all'archeologia dell'alimentazione. Oltre a permettere una futura ricostruzione del contesto ambientale antico.

Fonte:
storiearcheostorie.com

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