Egitto, i resti della città copta dell'oasi di Ain al-Kharab (Foto: Ministero del Turismo e degli Archivi) |
Una nuova scoperta archeologica fa luce sulle prime fasi della diffusione del cristianesimo in Egitto. La missione del Consiglio Supremo delle Antichità egiziano, che opera nella regione di Ain al-Kharab, parte dell'area dell'oasi copta e islamica all'aperto nella Nuova Valle, ha riportato alla luce i resti di quella che fu la principale città residenziale dell'oasi all'inizio dell'epoca copta. Il sito documenta il passaggio dal paganesimo al cristianesimo, un periodo cruciale nella storia religiosa e cultura dell'Egitto.
Lo scavo ha permesso di rinvenire edifici residenziali, chiese e sepolture. Di particolare rilievo è il ritrovamento di un affresco raffigurante Gesù Cristo nell'atto di guarire un malato. Un'immagine che, secondo il Consiglio Supremo delle Antichità, assume valore documentario che contribuisce a delineare il profilo spirituale ed iconografico delle prime comunità cristiane dell'area.
Secondo Mohamed Ismail Khaled, Segretario Generale del Consiglio Supremo di Archeologia, il ritrovamento segna una tappa fondamentale nella conoscenza dell'inizio dell'epoca copta in Egitto. La missione ha identificato i resti di un'intera città, composta da abitazioni costruite in mattoni crudi, alcune delle quali conservano ancora le pareti rivestite di piastrelle. Tra gli spazi individuati figurano aree di servizio dotate di forni domestici, una serie di canalizzazioni in mattoni e grandi contenitori ceramici incassati nel terreno, utilizzati per la conservazione di grano e derrate alimentare. Il sito ha restituito anche numerosi manufatti tra i quali figurano frammenti di ceramica, vetro, pietra ed ostraka.
Tra le scoperte più importanti figurano i resti di due chiese. La prima è stata realizzata in stile basilicale con mattoni crudi ed è caratterizzata dalla sua ampiezza. Gli archeologi hanno rinvenuto le fondamenta in pietra ed identificato una grande navata centrale affiancata da due navate laterali, separate da tre colonne quadrate su ciascun lato. A sud dell'edificio sacro si estende una zona attribuita a strutture di servizio.
Il secondo edificio religioso, a pianta rettangolare e di dimensioni minori, è circondato dai resti di sette colonne perimetrali. Alcune delle pareti interne conservano iscrizioni in lingua copta, elemento che contribuisce ad attribuire la struttura al primo periodo cristiano. Sul lato occidentale sono emersi i resti di edifici funzionali alla vita del complesso ecclesiastico. Alcuni degli edifici risalgono al periodo romano ma risultano riutilizzati successivamente in epoca copta ed anche in epoca islamica.
Lo scavo ha permesso di rinvenire edifici residenziali, chiese e sepolture. Di particolare rilievo è il ritrovamento di un affresco raffigurante Gesù Cristo nell'atto di guarire un malato. Un'immagine che, secondo il Consiglio Supremo delle Antichità, assume valore documentario che contribuisce a delineare il profilo spirituale ed iconografico delle prime comunità cristiane dell'area.
Secondo Mohamed Ismail Khaled, Segretario Generale del Consiglio Supremo di Archeologia, il ritrovamento segna una tappa fondamentale nella conoscenza dell'inizio dell'epoca copta in Egitto. La missione ha identificato i resti di un'intera città, composta da abitazioni costruite in mattoni crudi, alcune delle quali conservano ancora le pareti rivestite di piastrelle. Tra gli spazi individuati figurano aree di servizio dotate di forni domestici, una serie di canalizzazioni in mattoni e grandi contenitori ceramici incassati nel terreno, utilizzati per la conservazione di grano e derrate alimentare. Il sito ha restituito anche numerosi manufatti tra i quali figurano frammenti di ceramica, vetro, pietra ed ostraka.
Tra le scoperte più importanti figurano i resti di due chiese. La prima è stata realizzata in stile basilicale con mattoni crudi ed è caratterizzata dalla sua ampiezza. Gli archeologi hanno rinvenuto le fondamenta in pietra ed identificato una grande navata centrale affiancata da due navate laterali, separate da tre colonne quadrate su ciascun lato. A sud dell'edificio sacro si estende una zona attribuita a strutture di servizio.
Il secondo edificio religioso, a pianta rettangolare e di dimensioni minori, è circondato dai resti di sette colonne perimetrali. Alcune delle pareti interne conservano iscrizioni in lingua copta, elemento che contribuisce ad attribuire la struttura al primo periodo cristiano. Sul lato occidentale sono emersi i resti di edifici funzionali alla vita del complesso ecclesiastico. Alcuni degli edifici risalgono al periodo romano ma risultano riutilizzati successivamente in epoca copta ed anche in epoca islamica.
Fonte:
finestresullarte.info
finestresullarte.info
Nessun commento:
Posta un commento