Dal 24 settembre 2009, alle scuderie del Quirinale, a Roma, sarà possibile ammirare il fasto del colore nell'antica Roma.
Grandi affreschi, ritratti sul legno e sul vetro, decorazioni, fregi e vedute provenienti dalle domus patrizie e dalle botteghe dei più importanti siti archeologici e musei di tutto il mondo, per una mostra per la prima volta interamente dedicata alla pittura della Roma antica. Pittura romana che non fu seconda nè debitrice passiva di quella greca, questo è l'intento che si ripropone di dimostrare questa esposizione.
Il mondo antico era un mondo in cui il colore aveva un'estrema importanza ed era largamente utilizzato per riprodurre eventi storici e mitologici ma, anche, la natura e la vita quotidiana. I monumenti pubblici e le statue erano tutti policromi ed i marmi utilizzati dai Romani erano tutti colorati. Il bianco veniva utilizzato come complemento di un modo fatto di accese policromie.
Il tempo e le intemperie hanno finito, ovviamente, per cancellare quei colori vivaci, per polverizzare il legno che li supportava, per sbiancare i marmi. Neanche l'eccezionale scoperta di Ercolano e di Pompei ha permesso di restituire, all'immaginazione, il vero di quei colori.
La mostra di Roma documenta e disegna lo sviluppo della pittura romana nei secoli, che costituì sostanzialmente un continuum di quella greca. I visitatori potranno rendersi conto di quanto fosse alto il livello qualitativo della pittura romana. I pittori romani utilizzavano una pittura rapida, a macchia, giocata su tocchi di colore che sottintendevano una visione "distanziata". Nel contempo essi non erano molto interessati al problema della prospettiva lineare a fuoco unico. Distribuivano, piuttosto, gli oggetti nello spazio assai liberamente, senza rigide costrizioni prospettiche.
I soggetti prediletti dai pittori romani erano scenografie parietali, paesaggi bucolici ed agresti, vedute di ville e di santuari rurali, vedute di giardini. Per quanto riguarda la ritrattistica, la mostra permette, per la prima volta, di ammirare in confronto diretto, alcuni esempi di ritrattistica ad affresco, a mosaico o su vetro, rinvenuti in Italia, accanto ai più celebrati ritratti ad encausto (a cera fusa su tela di lino o tavola di tiglio) dell'oasi egiziana di El Fayyum.
L'arte romana, però, non ha artisti, poichè vi era, nell'antica Roma, un forte disprezzo per coloro che svolgevano attività artigianale nella quale rientravano anche scultori e pittori.
I pezzi esposti sono oltre cento ed arrivano dai più importanti siti archeologici e musei del mondo: il Louvre, il British Museum, gli Staatliche Museen di Berlino, L'Antikensammlung di Monaco, il Liebighaus di Francoforte, il Museo Archeologico di Napoli, gli Scavi di Pompei, il Museo Nazionale Romano, i Musei Vaticani ed i Musei Capitolini solo per citarne alcuni.
Grandi affreschi, ritratti sul legno e sul vetro, decorazioni, fregi e vedute provenienti dalle domus patrizie e dalle botteghe dei più importanti siti archeologici e musei di tutto il mondo, per una mostra per la prima volta interamente dedicata alla pittura della Roma antica. Pittura romana che non fu seconda nè debitrice passiva di quella greca, questo è l'intento che si ripropone di dimostrare questa esposizione.
Il mondo antico era un mondo in cui il colore aveva un'estrema importanza ed era largamente utilizzato per riprodurre eventi storici e mitologici ma, anche, la natura e la vita quotidiana. I monumenti pubblici e le statue erano tutti policromi ed i marmi utilizzati dai Romani erano tutti colorati. Il bianco veniva utilizzato come complemento di un modo fatto di accese policromie.
Il tempo e le intemperie hanno finito, ovviamente, per cancellare quei colori vivaci, per polverizzare il legno che li supportava, per sbiancare i marmi. Neanche l'eccezionale scoperta di Ercolano e di Pompei ha permesso di restituire, all'immaginazione, il vero di quei colori.
La mostra di Roma documenta e disegna lo sviluppo della pittura romana nei secoli, che costituì sostanzialmente un continuum di quella greca. I visitatori potranno rendersi conto di quanto fosse alto il livello qualitativo della pittura romana. I pittori romani utilizzavano una pittura rapida, a macchia, giocata su tocchi di colore che sottintendevano una visione "distanziata". Nel contempo essi non erano molto interessati al problema della prospettiva lineare a fuoco unico. Distribuivano, piuttosto, gli oggetti nello spazio assai liberamente, senza rigide costrizioni prospettiche.
I soggetti prediletti dai pittori romani erano scenografie parietali, paesaggi bucolici ed agresti, vedute di ville e di santuari rurali, vedute di giardini. Per quanto riguarda la ritrattistica, la mostra permette, per la prima volta, di ammirare in confronto diretto, alcuni esempi di ritrattistica ad affresco, a mosaico o su vetro, rinvenuti in Italia, accanto ai più celebrati ritratti ad encausto (a cera fusa su tela di lino o tavola di tiglio) dell'oasi egiziana di El Fayyum.
L'arte romana, però, non ha artisti, poichè vi era, nell'antica Roma, un forte disprezzo per coloro che svolgevano attività artigianale nella quale rientravano anche scultori e pittori.
I pezzi esposti sono oltre cento ed arrivano dai più importanti siti archeologici e musei del mondo: il Louvre, il British Museum, gli Staatliche Museen di Berlino, L'Antikensammlung di Monaco, il Liebighaus di Francoforte, il Museo Archeologico di Napoli, gli Scavi di Pompei, il Museo Nazionale Romano, i Musei Vaticani ed i Musei Capitolini solo per citarne alcuni.
Sede: Roma, Scuderie del Quirinale - Via XXIV Maggio, 16
Periodo: dal 24 settembre 2009 al 17 gennaio 2010
Orari: da domenica a giovedì 10.00-20.00; venerdì e sabato 10.00-22.30
Info: 06.39967500
Biglietto: € 10,00 (intero), € 7,50 (ridotto)
Periodo: dal 24 settembre 2009 al 17 gennaio 2010
Orari: da domenica a giovedì 10.00-20.00; venerdì e sabato 10.00-22.30
Info: 06.39967500
Biglietto: € 10,00 (intero), € 7,50 (ridotto)
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