La nascita della chiesa di Santa Maria a Guardiagrele, in Abruzzo, è collocabile alla fine del Duecento, quando una nuova cerchia di mura abbracciò le aree suburbane. In questo momento storico, la famiglia Palearia, che resse la contea di Manoppello, di cui Guardiagrele era capoluogo, permise all'abitato di espandersi e di dotarsi di una struttura adeguata di culto.
Nel 1243 è documentata un'antica chiesetta annessa ad un cimitero, punto di riferimento religioso cittadino fino a quasi tutto il 1200 e sostituita solo a fine secolo con una nuova struttura a forma rettangolare ed a navata unica, priva di abside aggettante e dotata di strette monofore. Questa struttura è simile alla chiesa a fienile mendicante, piuttosto diffusa all'epoca e sussiste tuttora, leggibile attraverso le modifiche intercorse nei secoli. Al suo interno è stato sistemato, di recente, il Museo Civico Diocesano cittadino.
Dall'inizio del XIV secolo, l'edificio acquisisce sempre più importanza. Nel 1313 viene elevanto a rango primaziale e, in quest'occasione, vi fu impiantata una nutrita comunità di canonici per i quali fu miniato un importante ciclo di corali.
I Palearia, poi, cedono la contea di cui fa parte Guardiagrele agli Orsini, per via matrimoniale: Maria de Suliaco, una Palearia, sposa Napoleone Orsini. Il figlio della coppia, Giovanni, pronotaro del regno angioino, stabilì la sua residenza a Guardiagrele tra il 1374 ed il 1380, anno della sua morte. Questo favorì il capitolo di Santa Maria Maggiore, giacchè un documento del 1377 afferma che fu proprio Giovanni a nominarsi patronus Ecclesiae Parochialis S. Mariae de Castro Guardiae Grelis, carica che trasmise al figlio Napoleone II, signore di Guardiagrele, conte di Manopello.
Nella seconda metà del Trecento la chiese fu nuovamente modificata ed ampliata. Fu prolungata la navata mediante la sopraelevazione del coro rispetto al piano stradale, per poter scavallare la sottostante via dei Cavalieri. Altri interventi si ebbero in occasione del testamento di Napoleone II, nel 1385, che volle realizzare un monumento funerario per il padre che, secondo le fonti, doveva essere collocato nella cappella del Battista, situata nel nuovo coro. L'opera, alla quale lavorarono maestranze napoletane, ci è pervenuta purtroppo frammentata. Era formata da un baldacchino con timpano, sul quale campeggiava, in posizione centrale, lo stemma Orsini sorretto da due angioletti in volo. Sotto era collocato il sepolcro, su un fondo caratterizzato da tre stemmi.
Il testamento di Napoleone II menziona anche lo stanziamento di un'ulteriore somma riservata sempre alla chiesa di Santa Maria, probabilmente spesa per realizzare il portico sul fronte settentrionale, terminato nel 1388 (come da iscrizione su un capitello). Sempre in questo periodo fu eretta la torre quadrangolare racchiusa entro i limiti del prospetto di facciata.
Nel 1406 Guardiagrele passò nelle mani della locale universitas e fu liberata da ogni servitù signorile. Le magistrature, allora, iniziarono ad utilizzare la collegiata per raccogliere i rappresentanti del popolo e fecero collocare, sulla facciata, l'insegna comunale.
Nel 1426 fu avviata una campagna di lavori: artisti napoletani realizzarono il portale maggiore, con colonne a fusti circolari culminanti in capitelli floreali. Nella lunetta del portale fu inserito un arredo plastico con la rappresentazione dell'Incoronazione della Vergine, in pietra di Majella, realizzato da maestranze renane.
Nel 1431 fu dato incarico a Nicola da Guardiagrele (1389-1456/59) di realizzare il capolavoro dell'oreficeria abruzzese: la croce in argento dorato e sbalzato di impianto protorinascimentale ispirato agli studi di Lorenzo Ghiberti nel Battistero di Firenze.
Entro il 1473 si realizzò il portico sul fianco meridionale della Collegiata per preservare il grande affresco raffigurante San Cristoforo, realizzato, nello stesso anno, da Andrea Delitio che aveva importato in Abruzzo lo stile rinascimentale.
Nel 1243 è documentata un'antica chiesetta annessa ad un cimitero, punto di riferimento religioso cittadino fino a quasi tutto il 1200 e sostituita solo a fine secolo con una nuova struttura a forma rettangolare ed a navata unica, priva di abside aggettante e dotata di strette monofore. Questa struttura è simile alla chiesa a fienile mendicante, piuttosto diffusa all'epoca e sussiste tuttora, leggibile attraverso le modifiche intercorse nei secoli. Al suo interno è stato sistemato, di recente, il Museo Civico Diocesano cittadino.
Dall'inizio del XIV secolo, l'edificio acquisisce sempre più importanza. Nel 1313 viene elevanto a rango primaziale e, in quest'occasione, vi fu impiantata una nutrita comunità di canonici per i quali fu miniato un importante ciclo di corali.
I Palearia, poi, cedono la contea di cui fa parte Guardiagrele agli Orsini, per via matrimoniale: Maria de Suliaco, una Palearia, sposa Napoleone Orsini. Il figlio della coppia, Giovanni, pronotaro del regno angioino, stabilì la sua residenza a Guardiagrele tra il 1374 ed il 1380, anno della sua morte. Questo favorì il capitolo di Santa Maria Maggiore, giacchè un documento del 1377 afferma che fu proprio Giovanni a nominarsi patronus Ecclesiae Parochialis S. Mariae de Castro Guardiae Grelis, carica che trasmise al figlio Napoleone II, signore di Guardiagrele, conte di Manopello.
Nella seconda metà del Trecento la chiese fu nuovamente modificata ed ampliata. Fu prolungata la navata mediante la sopraelevazione del coro rispetto al piano stradale, per poter scavallare la sottostante via dei Cavalieri. Altri interventi si ebbero in occasione del testamento di Napoleone II, nel 1385, che volle realizzare un monumento funerario per il padre che, secondo le fonti, doveva essere collocato nella cappella del Battista, situata nel nuovo coro. L'opera, alla quale lavorarono maestranze napoletane, ci è pervenuta purtroppo frammentata. Era formata da un baldacchino con timpano, sul quale campeggiava, in posizione centrale, lo stemma Orsini sorretto da due angioletti in volo. Sotto era collocato il sepolcro, su un fondo caratterizzato da tre stemmi.
Il testamento di Napoleone II menziona anche lo stanziamento di un'ulteriore somma riservata sempre alla chiesa di Santa Maria, probabilmente spesa per realizzare il portico sul fronte settentrionale, terminato nel 1388 (come da iscrizione su un capitello). Sempre in questo periodo fu eretta la torre quadrangolare racchiusa entro i limiti del prospetto di facciata.
Nel 1406 Guardiagrele passò nelle mani della locale universitas e fu liberata da ogni servitù signorile. Le magistrature, allora, iniziarono ad utilizzare la collegiata per raccogliere i rappresentanti del popolo e fecero collocare, sulla facciata, l'insegna comunale.
Nel 1426 fu avviata una campagna di lavori: artisti napoletani realizzarono il portale maggiore, con colonne a fusti circolari culminanti in capitelli floreali. Nella lunetta del portale fu inserito un arredo plastico con la rappresentazione dell'Incoronazione della Vergine, in pietra di Majella, realizzato da maestranze renane.
Nel 1431 fu dato incarico a Nicola da Guardiagrele (1389-1456/59) di realizzare il capolavoro dell'oreficeria abruzzese: la croce in argento dorato e sbalzato di impianto protorinascimentale ispirato agli studi di Lorenzo Ghiberti nel Battistero di Firenze.
Entro il 1473 si realizzò il portico sul fianco meridionale della Collegiata per preservare il grande affresco raffigurante San Cristoforo, realizzato, nello stesso anno, da Andrea Delitio che aveva importato in Abruzzo lo stile rinascimentale.
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