Per spiegare la caduta dell'impero romano, gli storici hanno avanzato molte ipotesi. Una tra tutte continua a tornare, malgrado le accuse di inconsistenza: l'avvelenamento da piombo. La teoria risale a qualche decennio fa e vuole che la maggior parte della società romana, soprattutto le classi privilegiate, fossero afflitte da saturnismo, vale a dire da una forte concentrazione di piombo nel sangue.
Il saturnismo provoca gravi problemi psichici ed infertilità oltre che tumori. Questo spiegherebbe i comportamenti di certi personaggi definiti, nella migliore delle ipotesi, "stravaganti", come Caligola, imperatore dal 37 al 41 d.C., che fece nominare senatore il suo cavallo e che ebbe sostanzialmente una vita piuttosto dissoluta.
Radiografie fatte su alcuni scheletri dell'epoca hanno rivelato un'alta concentrazione di piombo nelle ossa. Più alta di quella considerata oggi pericolosa. Il piombo ha una struttura chimica simile a quella del calcio. Una volta ingerito, il corpo lo confonde facilmente con quest'ultimo e lo accumula nella struttura delle ossa, inserendolo in molte funzioni vitali tra le quali il pensiero e la riproduzione.
Ma come ingerirono, i Romani, questo dannosissimo elemento? Il piombo è facile sia da estrarre che da lavorare ed era, pertanto, onnipresente nella vita quotidiana dell'epoca. Molte stoviglie contenevano piombo, come anche i cosmetici delle matrone romane. Commercianti con pochi scrupoli, inoltre, avevano l'abitudine di aggiungere polvere di piombo alle spezie per truffare sul peso. Soprattutto erano di piombo le tubature per l'acqua potabile.
Gli effetti negativi del metallo erano noti. Nel I secolo a.C. Vitruvio, nel "De Architectura", scrive che l'acqua potabile avrebbe dovuto essere trasportata in tubature di terracotta, perchè il piombo era dannoso per la salute. Come prova egli porta quella del colorito pallido dei plumbarii, gli idraulici dell'epoca. Gli studiosi di oggi, invece, sostengono che il continuo scorrere dell'acqua nelle tubature portava alla formazione di strati di calcare che, sostanzialmente, impedivano all'acqua di contaminarsi. Pertanto le cause del saturnismo sono da ricercarsi altrove.
Probabilmente fu l'amore eccessivo per cibo e vino dolce, la causa dell'avvelenamento della popolazione romana. I Romani, infatti, avevano l'abitudine di insaporire piatti e bevande con sapa e defrutum, sciroppi dolci ottenuti facendo bollire il mosto fino a ridurne il volume iniziale della metà (defrutum) o di due terzi (sapa). La preparazione della ricetta suggeriva di utilizzare contenitori di piombo o di stagno (una lega tra rame e piombo) perchè in tal modo lo sciroppo acquistava un sapore più dolce e gradevole, dovuto all'acetato di piombo o zucchero di piombo che, in tal modo, si formava. Il vino, poi, si conservava più a lungo proprio perchè il piombo fermava la fermentazione.
Gli studiosi hanno calcolato che per ogni litro di vino addolcito ci fossero oltre 20 milligrammi di piombo. Sapa e defrutum, poi, erano alla base di quasi tutte le salse preparate dai più famosi cuochi di Roma. Apicio (I secolo a.C. - I secolo d.C.), autore del più apprezzato e celebre ricettario romano, utilizzava entrambe per condire ogni pietanza.
Il saturnismo provoca gravi problemi psichici ed infertilità oltre che tumori. Questo spiegherebbe i comportamenti di certi personaggi definiti, nella migliore delle ipotesi, "stravaganti", come Caligola, imperatore dal 37 al 41 d.C., che fece nominare senatore il suo cavallo e che ebbe sostanzialmente una vita piuttosto dissoluta.
Radiografie fatte su alcuni scheletri dell'epoca hanno rivelato un'alta concentrazione di piombo nelle ossa. Più alta di quella considerata oggi pericolosa. Il piombo ha una struttura chimica simile a quella del calcio. Una volta ingerito, il corpo lo confonde facilmente con quest'ultimo e lo accumula nella struttura delle ossa, inserendolo in molte funzioni vitali tra le quali il pensiero e la riproduzione.
Ma come ingerirono, i Romani, questo dannosissimo elemento? Il piombo è facile sia da estrarre che da lavorare ed era, pertanto, onnipresente nella vita quotidiana dell'epoca. Molte stoviglie contenevano piombo, come anche i cosmetici delle matrone romane. Commercianti con pochi scrupoli, inoltre, avevano l'abitudine di aggiungere polvere di piombo alle spezie per truffare sul peso. Soprattutto erano di piombo le tubature per l'acqua potabile.
Gli effetti negativi del metallo erano noti. Nel I secolo a.C. Vitruvio, nel "De Architectura", scrive che l'acqua potabile avrebbe dovuto essere trasportata in tubature di terracotta, perchè il piombo era dannoso per la salute. Come prova egli porta quella del colorito pallido dei plumbarii, gli idraulici dell'epoca. Gli studiosi di oggi, invece, sostengono che il continuo scorrere dell'acqua nelle tubature portava alla formazione di strati di calcare che, sostanzialmente, impedivano all'acqua di contaminarsi. Pertanto le cause del saturnismo sono da ricercarsi altrove.
Probabilmente fu l'amore eccessivo per cibo e vino dolce, la causa dell'avvelenamento della popolazione romana. I Romani, infatti, avevano l'abitudine di insaporire piatti e bevande con sapa e defrutum, sciroppi dolci ottenuti facendo bollire il mosto fino a ridurne il volume iniziale della metà (defrutum) o di due terzi (sapa). La preparazione della ricetta suggeriva di utilizzare contenitori di piombo o di stagno (una lega tra rame e piombo) perchè in tal modo lo sciroppo acquistava un sapore più dolce e gradevole, dovuto all'acetato di piombo o zucchero di piombo che, in tal modo, si formava. Il vino, poi, si conservava più a lungo proprio perchè il piombo fermava la fermentazione.
Gli studiosi hanno calcolato che per ogni litro di vino addolcito ci fossero oltre 20 milligrammi di piombo. Sapa e defrutum, poi, erano alla base di quasi tutte le salse preparate dai più famosi cuochi di Roma. Apicio (I secolo a.C. - I secolo d.C.), autore del più apprezzato e celebre ricettario romano, utilizzava entrambe per condire ogni pietanza.
1 commento:
le innumerevoli cause che determinarono la crisi dell'impero romano, potrebbero essere individuate nella romanizzazione che portò ad un governo che prediligeva le provincie dell'allora mondo, od impero romano conosciuto, facendo perdere prestigio alla penisola italica. Quindi, si profilo'fino a realizzarsi, quella svalutazione della moneta già iniziata sotto il principato di Nerone , la conseguente levitazione dei prezzi, l'anarchia militare , le continue scorrerie dei barbari che vollero affrancarsi dall'oppressione romana, le tendenze separatistiche di alcune province come la città di Palmira o la Gallia, le esorbitanti spese militari sempre più onerose,che gravarono sui Cives, provocando inasprimenti fiscali. Infine la migrazione del potere verso funzionari imperiali che,insieme ad amministratori cinici e corrotti, provocarono quelle forme di malgoverno che determinarono la rottura della pax romana, protetta fino ad allora dal principato.
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