mercoledì 23 dicembre 2009

Kroton e lo splendore della Magna Grecia

Nell'VIII secolo a.C. alcune comunità della Grecia continentale ed insulare, guidate da un oikistès, partirono alla volta dell'Occidente. Qui si stabilirono lungo le rotte percorse a fini commerciali, per l'approvvigionamento soprattutto dei metalli ed instaurarono rapporti con le popolazioni indigene.
La colonia che nasce, viene definita in greco apoikia, per sottolineare il distacco dei suoi cittadini dalla madrepatria, definita metropolis. Le nuove comunità predilessero terreni pianeggianti, prossimi ai corsi d'acqua od alla costa, con buone possibilità agrarie. Gli Achei, che fondarono Sibari e Crotone, mirarono soprattutto allo sfruttamento agricolo; i Calcidesi, che avevano fondato Zancle (Messina), consolidarono il loro controllo delle rotte che passavano dinnanzi allo stretto.
Le colonie greche lungo la costa ionica della Calabria (Sibari, Crotone, Locri Epizefiri) incoraggiarono l'insediamento di altre colonie sullo Jonio (Metaponto, Kaulonia) e la fondazione di sub-colonie che si resero presto indipendenti, sulle coste tirreniche come: Hipponion (Vibo Valentia) e Medma (Rosario), fondate da Locri Epizefiri e Poseidonia-Paestum, fondata dai Sibariti.
Le aree solitamente scelte dai coloni greci per l'impianto di una nuova colonia e dei santuari più noti - come quello dell'Heraion lacinio - erano già frequentate da genti indigene tra l'Età del Bronzo e del Ferro. Lo provano frammenti di ciotole ad impasto dell'Età del Bronzo e della prima età del Ferro, recuperati da strati molto profondi.
I coloni che si insediarono nella città di Kroton hanno lasciato, in eredità ai posteri, frammenti di ceramiche databili fra la fine dell'VIII secolole a.C. e l'inizio del VIII. Sono frammenti di coppe e crateri coevi alla fondazione della città, con fitta trama di motivi geometrici, prodotti a Corinto e poi localmente. Al VII secolo a.C. è attestata una notevole quantità di materiali di importazione e di produzione locale. Dall'Attica giungeva l'olio, nelle anfore cosiddette "SOS". Dalla Grecia insulare e dal mondo greco orientale provengono altre classi di manufatti come unguentari, piatti, coppe. L'artigianato artistico locale si produce nella coroplastica e nelle produzioni a rilievo. Nella coroplastica sono da ascriversi opere di dimensioni di poco inferiori al vero, quali una testa femminile dai marcati tratti ionici, dei primi decenni del VI secolo a.C.. Gli oggetti, però, più documentati sono frammenti di piccole are domestiche, di forma parallelepipeda con basi e cornici aggettanti.
Dopo l'arrivo di Pitagora e la conquista della Sibaritide, la città di Kroton è scossa da un particolare fervore edilizio che coinvolge maestranze specializzate ed altre categorie di artigiani quali i coroplasti, i bronzisti, i fabbri. Testimonianze eloquenti di questo periodo febbrile sono un'antefissa a maschera gorgonica ed i resti di una grondaia (sima) policroma. Sempre più la città importa ceramiche a figure nere ed a figure rosse. Tra gli oggetti di ornamento personale che sono state ritrovate durante gli scavi, sono particolarmente notevoli i resti di una spilla in ferro per fermare le vesti (fibula) decorata con una colomba in osso, di produzione tarantina ed una testina di cane in osso intagliato con sigillo sulla parte piatta.
Cacciato Pitagora, a Kroton si instaurò dapprincipio la tirannide di Clinia, alla quale seguì un ritorno dei Pitagorici e del regime aristocratico. A questo seguì, poi, quello democratico, ostile alla nuova colonia panellenica di Thurii, con la quale pare che Kroton ebbe uno scontro tra il 444 ed il 420 a.C. e che, forse, determinò la nascita della lega achea tra Kroton, Kaulonia e Sibari sul Traente, che aveva il suo centro comune nel santuario di Zeus Homarios (che alcuni studiosi identificano con l'area sacra di Kaulonia) e poi in quello crotoniate di Hera Lacinia. Nel V secolo, con la democrazia, riprese vigore il culto di Eracle, riproposto come vero fondatore (ecista) della città e per questo raffigurato su alcune serie di monete crotoniati in argento e bronzo.
All'inizio del IV secolo a.C. il tiranno di Siracusa, Dioniso I, alleatosi con i Lucani, inflisse una dura sconfitta all'esercito della lega italiota nei pressi dell'antica Caulonia sulle rive del fiume Elleboro (390 a.C.). Tutte le città dell'attuale Calabria, pertanto, passarono nella sfera d'influenza Siracusana. Kroton, ridimensionata territorialmente, si alleò con i Cartaginesi ma un'altra sconfitta della Lega, nel 378 a.C., la città fu presa con l'inganno da Dioniso I. Le conseguenze furono disastrose, per Kroton: il territorio nord della città fu ceduto ai Lucani, fu saccheggiato il tesoro dell'Heraion lacinio per pagare un tributo di guerra ai Cartaginesi e Kroton fu sottoposta al controllo politico ed economico di Siracusa. Tale dominazione terminò nel 356 a.C., quando Dione abbattè il potere dionigiano a Siracusa. Kroton fu, però, costretta a lottare contro la popolazione italica dei Brettii, da poco separatisi dai Lucani. Con Kroton caddero Terina, Hipponion e Thurii.
Kroton decise di sostenere il re epirota Alessandro il Molosso, chiamato da Taranto per combattere gli Italici. Il condottiero morì presso Pandosia e Kroton fu assediata dai Bretti e costretta a nuove alleanze, rivolgendosi ad Agatocle, che finì per dominare la città fino alla sua morte (289 a.C.).

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