Le sette corazze di bronzo sono state ritrovate durante varie fasi di scavo a Marmesse, nell'Alta Marna, in Francia, in un luogo chiamato Little Marais. Nel 1974 vennero alla luce le prime tre corazze, risalenti al IX-VIII secolo a.C., inserite l'una nell'altra.
In seguito emersero altri frammenti di armatura. Nel 1980 furono condotte più approfondite indagini archeologiche, le quali hanno permesso di recuperare altre quattro armature. I pezzi salirono, dunque a sette. Probabilmente facevano parte di un deposito votivo, forse un piccolo santuario sorto qui a causa della presenza di una sorgente.
Purtroppo non si è in grado di essere molto precisi sulla datazione a causa dell'assenza di qualsiasi preciso contesto archeologico.
Il deposito di Marmesse appartiene ad una importante serie di analoghi depositi che, tra l'Età del Bronzo e del Ferro, aveva innanzitutto una valenza religiosa e serviva, poi, a sottolineare l'importanza ed il prestigio di un guerriero nel suo ambito sociale. Queste armi difensive erano solitamente abbinate a dei caschi ed a gambali. La spada e la lancia completavano il corredo.
Le sette corazze di Marmesse avevano ciascuna due scafi difensivi in lamina bronzea, lavorati per deformazione plastica a freddo. Il bronzo, pertanto, è colpito con un martello su un piano, per renderlo più lungo e sottile. Per evitare crepe, la lamina bronzea è stata riscaldata e periodicamente sottoposta a ricottura. Uno degli scafi è formato da un piastrone, l'altro ha la forma e l'utilizzo di un carapace. Questi due elementi sono stati saldamente ancorati l'uno all'altro sul lato della spalla sinistra. Questo fa pensare che l'armatura venisse indossata dal lato destro, dal momento che si poteva chiudere il pettorale con l'aiuto di ganci sul lato della spalla destra.
Dal momento che, forse, si era verificata una rottura sulla corazza, un antico artigiano creò una placca di metallo e, dopo aver riprodotto il contorno della decorazione, l'ha rivettata su di essa.
Tutte le corazze di Marmesse sono decorate allo stesso modo: una linea principale di un centimetro di diametro, incorniciata su entrambi i lati da una linea di piccole borchie. Questi insiemi sono ottenuti con le matrici di stampa poste all'interno dell'armatura. Come nell'armatura greca vengono, poi, stilizzati il petto e lo sterno nella parte anteriore, la colonna vertebrale e la gabbia toracica in quella posteriore, dando l'idea che il corpo del guerriero fosse ben più possente del reale. La decorazione, poi, è simile a quella solitamente riprodotta sugli elmi villanoviani etruschi ed alle corazze ed elmi ungheresi e danesi del IX-VIII secolo a.C., il che dimostra una certa circolazione di stili e di idee nell'Europa dell'Età del Bronzo-inizi Età del Ferro.
In seguito emersero altri frammenti di armatura. Nel 1980 furono condotte più approfondite indagini archeologiche, le quali hanno permesso di recuperare altre quattro armature. I pezzi salirono, dunque a sette. Probabilmente facevano parte di un deposito votivo, forse un piccolo santuario sorto qui a causa della presenza di una sorgente.
Purtroppo non si è in grado di essere molto precisi sulla datazione a causa dell'assenza di qualsiasi preciso contesto archeologico.
Il deposito di Marmesse appartiene ad una importante serie di analoghi depositi che, tra l'Età del Bronzo e del Ferro, aveva innanzitutto una valenza religiosa e serviva, poi, a sottolineare l'importanza ed il prestigio di un guerriero nel suo ambito sociale. Queste armi difensive erano solitamente abbinate a dei caschi ed a gambali. La spada e la lancia completavano il corredo.
Le sette corazze di Marmesse avevano ciascuna due scafi difensivi in lamina bronzea, lavorati per deformazione plastica a freddo. Il bronzo, pertanto, è colpito con un martello su un piano, per renderlo più lungo e sottile. Per evitare crepe, la lamina bronzea è stata riscaldata e periodicamente sottoposta a ricottura. Uno degli scafi è formato da un piastrone, l'altro ha la forma e l'utilizzo di un carapace. Questi due elementi sono stati saldamente ancorati l'uno all'altro sul lato della spalla sinistra. Questo fa pensare che l'armatura venisse indossata dal lato destro, dal momento che si poteva chiudere il pettorale con l'aiuto di ganci sul lato della spalla destra.
Dal momento che, forse, si era verificata una rottura sulla corazza, un antico artigiano creò una placca di metallo e, dopo aver riprodotto il contorno della decorazione, l'ha rivettata su di essa.
Tutte le corazze di Marmesse sono decorate allo stesso modo: una linea principale di un centimetro di diametro, incorniciata su entrambi i lati da una linea di piccole borchie. Questi insiemi sono ottenuti con le matrici di stampa poste all'interno dell'armatura. Come nell'armatura greca vengono, poi, stilizzati il petto e lo sterno nella parte anteriore, la colonna vertebrale e la gabbia toracica in quella posteriore, dando l'idea che il corpo del guerriero fosse ben più possente del reale. La decorazione, poi, è simile a quella solitamente riprodotta sugli elmi villanoviani etruschi ed alle corazze ed elmi ungheresi e danesi del IX-VIII secolo a.C., il che dimostra una certa circolazione di stili e di idee nell'Europa dell'Età del Bronzo-inizi Età del Ferro.
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