Una squadra internazionale di archeologi ha trovato un altro sudario dell'epoca del Cristo. Il rinvenimento è avvenuto negli scavi d'una tomba a Gerusalemme est, diversi mesi fa, nel cosiddetto Campo di Sangue, dove, secondo il Vangelo, Giuda Iscariota si impiccò dopo averlo acquistato con in trenta denari ricevuti dai sacerdoti.
Il telo è stato studiato a lungo con il radiocarbonio, alla ricerca di spore e di tracce di Dna. Le parti del lenzuolo ritrovate, appartenenti ad un sudario usato per seppellire i morti al tempo di Gesù, mostrano che a Gerusalemme questi manufatti erano intessuti in modo molto semplice. Questo, secondo gli studiosi, dimostrerebbe che la Sindone è un falso, in quanto il suo ordito è molto più complesso, con più fili ed anche perchè fu introddo in epoca successiva.
Nel frattempo la Sindone è in attesa dell'ostensione pubblica del 2010. I ricercatori che hanno analizzato il nuovo telo, sono partiti dal racconto di Matteo e degli Atti degli Apostoli per individurare il Campo di Sangue e dell'antico cimitero di Gerusalemme, in aramaico Akeldamà. La tomba dalla quale è stato estratto il telo è emersa vicino a quella di Hannah, sommo sacerdote del Sinedrio, che, secondo il Vangelo, finì per consegnare Gesù ai Romani. Apparterrebbe, secondo quel che si è capito, ad un aristocratico, forse un altro sacerdote. Le sue ossa mostrano che era malato di lebbra.
I frammenti del sudario, in cotone, furono filati a mano. A differenza della Sindone (che ha una torcitura a forma di zeta ed una trama a spina di pesce, tipiche di Grecia ed Italia nonchè dell'epoca medioevale) il nuovo sudario è tessuto in modo estremamente semplice, come si usava nella Palestina del I secolo d.C..
Sono almeno quattro i resti di stoppa da sudario dell'epoca del Cristo, trovati negli ultimi decenni a Gerusalemme e dintorni. Undici anni fa, proprio nel Campo di Sangue, era stato rinvenuto un telo funebre, conosciuto come la Sindone di Akeldamà, che molti archeologi ritengono sia un'altra prova della non autenticità della Sindone di Torino. Il lenzuolo è separato rispetto ad un fazzoletto, che, secondo la pratica dell'epoca serviva ad avvolgere il solo viso.
Il telo è stato studiato a lungo con il radiocarbonio, alla ricerca di spore e di tracce di Dna. Le parti del lenzuolo ritrovate, appartenenti ad un sudario usato per seppellire i morti al tempo di Gesù, mostrano che a Gerusalemme questi manufatti erano intessuti in modo molto semplice. Questo, secondo gli studiosi, dimostrerebbe che la Sindone è un falso, in quanto il suo ordito è molto più complesso, con più fili ed anche perchè fu introddo in epoca successiva.
Nel frattempo la Sindone è in attesa dell'ostensione pubblica del 2010. I ricercatori che hanno analizzato il nuovo telo, sono partiti dal racconto di Matteo e degli Atti degli Apostoli per individurare il Campo di Sangue e dell'antico cimitero di Gerusalemme, in aramaico Akeldamà. La tomba dalla quale è stato estratto il telo è emersa vicino a quella di Hannah, sommo sacerdote del Sinedrio, che, secondo il Vangelo, finì per consegnare Gesù ai Romani. Apparterrebbe, secondo quel che si è capito, ad un aristocratico, forse un altro sacerdote. Le sue ossa mostrano che era malato di lebbra.
I frammenti del sudario, in cotone, furono filati a mano. A differenza della Sindone (che ha una torcitura a forma di zeta ed una trama a spina di pesce, tipiche di Grecia ed Italia nonchè dell'epoca medioevale) il nuovo sudario è tessuto in modo estremamente semplice, come si usava nella Palestina del I secolo d.C..
Sono almeno quattro i resti di stoppa da sudario dell'epoca del Cristo, trovati negli ultimi decenni a Gerusalemme e dintorni. Undici anni fa, proprio nel Campo di Sangue, era stato rinvenuto un telo funebre, conosciuto come la Sindone di Akeldamà, che molti archeologi ritengono sia un'altra prova della non autenticità della Sindone di Torino. Il lenzuolo è separato rispetto ad un fazzoletto, che, secondo la pratica dell'epoca serviva ad avvolgere il solo viso.
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