lunedì 1 marzo 2010

Gli affreschi della catacomba di Santa Tecla


Le catacombe di Santa Tecla, sulla via Ostiense, a Roma, stanno riservando diverse sorprese per gli studiosi di archeologia sacra cristiana. Le voci che si rincorrono parlano di un cubicolo con le raffigurazioni di due apostoli, forse Giacomo e Giovanni, forse Daniele nella fossa dei leoni.
Gli studiosi stanno operando con il laser per rimuovere la patina calcarea dagli affreschi e riscoprire la volta dell'ipogeo.
La via Ostiense è il luogo nel quale San Paolo e San Pietro si incontrarono per l'ultima volta. Di questo incontro rimane una lapide marmorea che ricorda il sito, al civico n. 124, davanti all'ingresso della centrale Montemartini.
Le catacombe di Santa Tecla si dice contengano centinaia di resti di cristiani che vollero essere inumati accanto alla santa che non è l'omonima, amica di San Paolo. Alcuni studiosi ritengono che la Tecla qui venerata è una Tecla di Iconio, sepolta e venerata a Seleucia, attuale Selefkie, in Asia Minore. La santa venne convertita da San Paolo e le sue spoglie, dopo la sepoltura in Asia Minore, vennero prelevate e portate a Roma.
Lo studioso Fasola, invece, ritiene che Tecla sia una martire romana rimasta vittima delle persecuzioni di Diocleziano. Egli esclude che eventuali reliquie di una Tecla abbiano viaggiato da Seleucia a Roma.
Il fulcro delle catacombe di Santa Tecla è una piccola basilica sotterranea in cui è custodita la sepoltura della martire. Da qui si diparte una serie di gallerie. La piccola basilica è stata impiantata sfruttando un complesso sepolcrale preesistente, allargandone una galleria, sollevandone la volta e creando, lungo le pareti, altre nicchie. Il sepolcro di Tecla è un importante arcosolio con un grande lucernaio per illuminare il luogo dove era stata sepolta la santa.

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