Il fenomeno più importante per la città di Mantova e per il suo circondario è stato, senza dubbio la presenza degli Etruschi che ne fecero la città più importante della Pianura Padana. Il centro città ha restituito reperti persino anteriori al IV secolo a.C. che suggeriscono un'antichità maggiore a quella supposta sinora.
L'abitato antico sorgeva, presumibilmente, all'interno della civitas vetus medioevale ed è stato, nei tempi, nascosto. Da qui provengono resti di abitati con pavimento in battuto nonchè tracce del passato splendore della città: ceramiche attiche figurate, vasellame in bucchero, fibule a sanguisuga con anima in terracotta. Molte iscrizioni parlano di un luogo sacro agli Etruschi posto nella civitas vetus medioevale.
L'impianto della città romana fu definito dopo il 49 a.C., con l'acquisizione della cittadinanza romana e la trasformazione in municipium. E' in questo momento che, con tutta probabilità, il centro urbano viene allargato. La scoperta più importante risale al 2008, quando in piazza S. Barbara, durante i lavori per la posa in opera del teleriscaldamento, sono venuti in luce ampi tratti di basolato con andamento nord-est/sud-ovest, coincidente con un tratto del cardo romano. I basoli sono di forma poligonale, in trachite, e recano impressi, sulla superficie, alcuni solchi longitudinali creati dal passaggio dei carri.
A tutt'oggi non si conoscono quali siano gli edifici compresi all'interno delle mura. Nel 2000 è stata rinvenuta una domus di età imperiale, distrutta e spogliata in età antica. Della domus si conservano i pavimenti musivi di età adrianea, con motivi geometrici a tessere bianche e nere, tra i quali spiccano nodi di Salomone, svastiche e stelle.
Il complesso architettonico più interessante è stato scoperto in piazza Sordello, dove è stata ritrovata un'altra domus di età imperiale, con pavimenti a mosaici policromi. Sono stati identificati i limiti di un ambiente piuttosto grande con pavimentazione musiva, e di un altro ambiente con mosaico figurato. Sono stati parzialmente scavati altri ambienti, dei quali uno con un emblema rettangolare policromo. Nel motivo a treccia sono inserite due figure stanti che potrebbero essere quelle di Marte e Venere. In età tardo-antico la domus si degradò e venne destinata ad un uso più modesto. All'interno di alcuni ambienti furono scavate delle buche in cui furono gettati materiali di scarico.
L'abitato antico sorgeva, presumibilmente, all'interno della civitas vetus medioevale ed è stato, nei tempi, nascosto. Da qui provengono resti di abitati con pavimento in battuto nonchè tracce del passato splendore della città: ceramiche attiche figurate, vasellame in bucchero, fibule a sanguisuga con anima in terracotta. Molte iscrizioni parlano di un luogo sacro agli Etruschi posto nella civitas vetus medioevale.
L'impianto della città romana fu definito dopo il 49 a.C., con l'acquisizione della cittadinanza romana e la trasformazione in municipium. E' in questo momento che, con tutta probabilità, il centro urbano viene allargato. La scoperta più importante risale al 2008, quando in piazza S. Barbara, durante i lavori per la posa in opera del teleriscaldamento, sono venuti in luce ampi tratti di basolato con andamento nord-est/sud-ovest, coincidente con un tratto del cardo romano. I basoli sono di forma poligonale, in trachite, e recano impressi, sulla superficie, alcuni solchi longitudinali creati dal passaggio dei carri.
A tutt'oggi non si conoscono quali siano gli edifici compresi all'interno delle mura. Nel 2000 è stata rinvenuta una domus di età imperiale, distrutta e spogliata in età antica. Della domus si conservano i pavimenti musivi di età adrianea, con motivi geometrici a tessere bianche e nere, tra i quali spiccano nodi di Salomone, svastiche e stelle.
Il complesso architettonico più interessante è stato scoperto in piazza Sordello, dove è stata ritrovata un'altra domus di età imperiale, con pavimenti a mosaici policromi. Sono stati identificati i limiti di un ambiente piuttosto grande con pavimentazione musiva, e di un altro ambiente con mosaico figurato. Sono stati parzialmente scavati altri ambienti, dei quali uno con un emblema rettangolare policromo. Nel motivo a treccia sono inserite due figure stanti che potrebbero essere quelle di Marte e Venere. In età tardo-antico la domus si degradò e venne destinata ad un uso più modesto. All'interno di alcuni ambienti furono scavate delle buche in cui furono gettati materiali di scarico.
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