sabato 5 marzo 2011

I misteri dei Dauni in mostra a Roma


Le stele daunie sono "in visita" a Roma, protagoniste di una mostra presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati. L'esposizione è stata curata da Anna Maria Tunzi, direttrice del Museo di Manfredonia.
L'attenzione su questi preziosi reperti si accese solo negli anni '60 del XX secolo, grazie ad un fortuito ritrovamento di una pietra decorata da parte di Silvio Ferri. Le testimonianze riemergevano dal terreno e si scoprì che erano state impiegate anche nella costruzione di case rurali.
Alcune leggende attorno a queste stele, vogliono che esse provengano dalle mura di Troia, lanciate, in seguito, come zavorra nella nave di Diomede. Altre, invece, narrano che sia stato proprio Diomede a erigere queste stele che, alla sua morte, vennero gettate in mare da Dauno. Però, a causa di un evento soprannaturale, le stele, sfuggite ai flutti, vennero ritrovate erette nel medesimo luogo dal quale erano state estirpate.
La pietra utilizzata per le stele è quella delle cave calcaree di Monte Sant'Angelo. Dell'utilizzo delle stele, però, non si è ancora ben certi: segnacoli tombali o votivi. Esse recano rappresentazioni di ornamenti femminili o armi. L'abbondanza di raffigurazioni ornamentali femminili ha fatto ritenere che tra le popolazioni daunie prevalesse il matriarcato.
Alcune stele raffigurano scene nuziali e di vita quotidiana: molitura del grano, di pesca, caccia e navigazione, di tessitura del telaio ma anche complesse scene erotiche e rappresentazioni di sacrifici rituali con eroi, animali fantastici e reali, guerrieri e creature mitiche.
Le stele risalgono ad un periodo compreso tra l'VIII e il IV secolo a.C. e provengono da Ordona, Ascoli, Melfi, Arpi, Tiati. Sono un patrimonio unico, in Europa, costituito da circa 2000 pezzi incisi su ogni facciata.
Silvio Ferri, scopritore delle stele, ritiene che i Dauni provenissero dalla Tracia, come i Troiani, legati al popolo trace dei Paviones, il cui simbolo era il pavone che si ritrova in centinaia di stele. Altrettanto presente è la raffigurazione del cosiddetto "Riscatto di Ettore", un uomo seduto o in piedi con la lira, in compagnia di un uomo o di una donna che tende a lui le braccia in atto di preghiera e di ancelle che recano doni sul capo.
La mostra sarà visitabile gratuitamente dal 2 al 18 marzo, dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 19.00; il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 14.00.

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