sabato 11 giugno 2011

Antichi e misteriosi rituali dalle Cicladi

Testa di figurina da Keros (Museo
del Louvre)
Su un'isola greca, Keros, popolata apparentemente soltanto da capre, nel 1963 furono ritrovati i frammenti di figurine di bronzo frantumate che, forse, oggi hanno una spiegazione grazie agli accademici dell'Università di Cambridge. Sembra che gli abitanti di Keros avessero uno strano cerimoniale: frantumavano gli oggetti di pregio e facevano pellegrinaggi per poi seppellirne i frammenti. Keros stessa era, forse, un'isola-santuario.
Nel 2006 fu trovato un altro deposito di figurine spezzate, proprio accanto ai resti di un insediamento su un isolotto a cento metri dalla costa, Dhaskalio. L'insediamento era stato costruito con marmo d'importazione, trasportato nello stesso periodo temporale in cui, in Egitto, si costruivano le piramidi.
Gli archeologi pensano che la rottura delle statuine fosse rituale e che gli abitanti, proprio come oggi, si recassero a seppellirle in processione. I frammenti servivano proprio per compiere questi riti particolari, ancora non ben chiari.
Keros è tra le più importanti isole delle Cicladi per ricchezza archeologica. Un decreto dello stato ellenico vietava la residenza stabile a Keros e questo decreto è tuttora vigente.
Nell'antichità l'isola era chiamata Kereia. Il primo riferimento storico è del 425 a.C. ed appare in un'epigrafe tra i nomi delle città alleate della Lega delo-attica.

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