Resti sull'isola di Delos |
Vuole la leggenda che Asteria, figlia dei titani Febe e Ceo, sposa di Perse, titano anche lui, per sfuggire l'immarcescibile Zeus in vena di una delle sue innumerevoli scappatelle extraconiugali, si trasformasse in quaglia. Durante il volo, però, Asteria cadde nel Mar Egeo e Zeus, in preda ai sensi di colpa, la trasformò nell'isola di Ortigia, vale a dire "isola delle quaglie".
Su quest'isola, dopo qualche tempo, giunse anche Latona, sorella di Asteria, anche lei insidiata da Zeus ed in procinto di partorire il frutto di quest'amore clandestino. Latona andava da tempo vagando, disperata, per le terre allora conosciute, in cerca di un luogo che le potesse dare conforto ed accoglierla durante il parto. Ma era così grande la paura dell'ira di Hera, moglie legittima di Zeus, che nessuna terra voleva dare ospitalità alla vagabonda Latona. Solo Ortigia, appena nata dalle acque e in balìa delle onde, le offrì asilo. Ad Ortigia, dunque, nacquero Artemide e Apollo, i gemelli olimpici, alle pendici del monte Cinto. Per riconoscenza, Latona decise di stabilirsi ad Ortigia, malgrado l'isola fosse rocciosa, piccola e pressocché priva di vegetazione. Per farla diventare stabile, Latona la fissò a quattro pilastri emergenti dal fondo marino. Un'altra leggenda vuole che Poseidone avesse fatto emergere Ortigia dalle acque.
Nell'Inno Omerico ad Apollo (VI secolo a.C.) si legge che Latona e Ortigia strinsero un patto con il quale la prima prometteva stabilità e ricchezza a quell'isola così brulla e arida, mentre Ortigia prometteva di ospitare il santuario del giovane dio Apollo, figlio di Latona, del culto del quale chiedeva l'esclusiva. Dal momento, poi, che Apollo, nascendo, era stato consacrato dio del Sole, l'isola venne circonfusa di luce e da quel momento mutò il suo nome in Delos, dal verbo greco "deloo", che significa "colei che mostra". Alle donne era proibito partorire in quest'isola sacra e non vi si potevano seppellire neppure i morti, che venivano trasportati nella vicina isola di Rinia.
La ricerca archeologica ha confermato quanto la leggenda ci ha tramandato, documentando la presenza umana sin dal III millennio a.C. ed una fase di sviluppo in epoca micenea (prima metà del II millennio a.C.). L'isola fu poi trasformata in un vero e proprio santuario di Apollo a partire dal VII secolo a.C., un santuario estremamente potente e influente dove le più importanti città greche vollero costruire i loro thesauròi, tempietti votivi dove erano custodite opere d'arte, monete, oggetti preziosi. Ogni quattro anni gli Ateniesi inviavano a Delo una teoria o deputazione sacra, per trarre l'oracolo del dio.
Verso la fine delle guerre persiane, Delos divenne sede della Lega Delio-Attica in funzione antipersiana. Dopo la caduta del potere politico ateniese, l'isoletta attraversò un momento di decadenza ma in età ellenistica (III-II secolo a.C.) riacquistò in parte il suo prestigio e nel 167 a.C. i Romani la elessero "porto franco", vale a dire territorio indipendente, emporio mercantile libero da dogane e tasse, snodo fondamentale dei traffici di merci, moneta e schiavi che, dall'Oriente, pervenivano a Roma. Questa rinnovata popolarità corrispose ad altrettanta ricchezza che portò all'edificazione di altri edifici sacri, di piazze monumentali, di palazzi di proprietà di ricchi mercanti provenienti da ogni paese del mondo allora conosciuto.
Nell'88 a.C. Delos fu, però, coinvolta nella guerra tra Mitridate, re del Ponto, ed i Romani. Venti anni dopo i pirati la saccheggiarono e questo accelerò la decadenza della splendida Delos che divenne definitiva con l'avvento del cristianesimo. Allora il culto riservato ad Apollo venne a cessare e con esso l'enorme fortuna che aveva benedetto questa piccola isola delle Cicladi.
Dal 1872 la Scuola Archeologica Francese iniziò scavi sistematici a Delos, scavi che tuttora proseguono. L'isola è una miniera archeologica, a cominciare dalla parte occidentale, dove, anticamente, si trovava il porto sacro. Uno degli esempi più antichi di molo di protezione risale all'VIII secolo ed è stato rinvenuto proprio a Delos, costruito con blocchi di granito locale per una lunghezza di 100 metri.
Nella parte nord occidentale si trovano i Propilei e l'Agorà dei Compitaliasti o Ermesiasti, fondata nel II secolo a.C. e utilizzata da commercianti romani e liberti, che onoravano qui i Lares Compitales, divinità sacre dei crocicchi. Ad ovest c'è la Stoà di Filippo, costruita intorno al 210 a.C., dalla parte opposta il Portico Sud (III secolo a.C.) e l'Agorà Sud o Agorà dei Delii. Il Santuario di Apollo, invece, si trova a nord-est della Stoà di Filippo, insieme a tre templi dedicati al dio, il terzo dei quali è noto come Tempio degli Ateniesi. Nelle vicinanze del Tempio di Apollo si trova la Casa dei Nassi (VI secolo a.C.), a nord-est il Tempio di Artemide (II secolo a.C.), che sorge sui ruderi di un precedente edificio sacro. A nord del Tempio di Artemide ci sono i famosi thesauròi e ad est di questi il Prytaneion (V secolo a.C.).
Nella parte ovest sorgevano diversi edifici come l'Ekklesiasterion, luogo di riunione della Bulè e del Demos dei Delii, e il Tesmoforion, collegato al culto di Demetra. Nella parte nord, nel cosiddetto quartiere del lago, sorgevano l'Agorà di Teofrasto, il santuario dei Dodici Dei dell'Olimpo, il Tempio di Latona e l'Agorà degli italiani.
Dal Tempio di Latona una strada portava alla Via dei Leoni, ex voto dei Nessi risalente al VII secolo a.C.. Vi comparivano 9 leoni in marmo, dei quali sono interamente conservati solo cinque. In basso si trova il lago sacro dove, anticamente, nuotavano i cigni di Apollo, che fu coperto con terra nel 1926 dopo un'epidemia di malaria. Poco lontano dalla Via dei Leoni si trovava la sede dei Poseidoniasti di Beirut, commercianti che adoravano Poseidone, nonchè due palestre, il santuario dell'Archegeta, il Ginnasio e lo Stadio.
Su quest'isola, dopo qualche tempo, giunse anche Latona, sorella di Asteria, anche lei insidiata da Zeus ed in procinto di partorire il frutto di quest'amore clandestino. Latona andava da tempo vagando, disperata, per le terre allora conosciute, in cerca di un luogo che le potesse dare conforto ed accoglierla durante il parto. Ma era così grande la paura dell'ira di Hera, moglie legittima di Zeus, che nessuna terra voleva dare ospitalità alla vagabonda Latona. Solo Ortigia, appena nata dalle acque e in balìa delle onde, le offrì asilo. Ad Ortigia, dunque, nacquero Artemide e Apollo, i gemelli olimpici, alle pendici del monte Cinto. Per riconoscenza, Latona decise di stabilirsi ad Ortigia, malgrado l'isola fosse rocciosa, piccola e pressocché priva di vegetazione. Per farla diventare stabile, Latona la fissò a quattro pilastri emergenti dal fondo marino. Un'altra leggenda vuole che Poseidone avesse fatto emergere Ortigia dalle acque.
Nell'Inno Omerico ad Apollo (VI secolo a.C.) si legge che Latona e Ortigia strinsero un patto con il quale la prima prometteva stabilità e ricchezza a quell'isola così brulla e arida, mentre Ortigia prometteva di ospitare il santuario del giovane dio Apollo, figlio di Latona, del culto del quale chiedeva l'esclusiva. Dal momento, poi, che Apollo, nascendo, era stato consacrato dio del Sole, l'isola venne circonfusa di luce e da quel momento mutò il suo nome in Delos, dal verbo greco "deloo", che significa "colei che mostra". Alle donne era proibito partorire in quest'isola sacra e non vi si potevano seppellire neppure i morti, che venivano trasportati nella vicina isola di Rinia.
La ricerca archeologica ha confermato quanto la leggenda ci ha tramandato, documentando la presenza umana sin dal III millennio a.C. ed una fase di sviluppo in epoca micenea (prima metà del II millennio a.C.). L'isola fu poi trasformata in un vero e proprio santuario di Apollo a partire dal VII secolo a.C., un santuario estremamente potente e influente dove le più importanti città greche vollero costruire i loro thesauròi, tempietti votivi dove erano custodite opere d'arte, monete, oggetti preziosi. Ogni quattro anni gli Ateniesi inviavano a Delo una teoria o deputazione sacra, per trarre l'oracolo del dio.
Verso la fine delle guerre persiane, Delos divenne sede della Lega Delio-Attica in funzione antipersiana. Dopo la caduta del potere politico ateniese, l'isoletta attraversò un momento di decadenza ma in età ellenistica (III-II secolo a.C.) riacquistò in parte il suo prestigio e nel 167 a.C. i Romani la elessero "porto franco", vale a dire territorio indipendente, emporio mercantile libero da dogane e tasse, snodo fondamentale dei traffici di merci, moneta e schiavi che, dall'Oriente, pervenivano a Roma. Questa rinnovata popolarità corrispose ad altrettanta ricchezza che portò all'edificazione di altri edifici sacri, di piazze monumentali, di palazzi di proprietà di ricchi mercanti provenienti da ogni paese del mondo allora conosciuto.
Nell'88 a.C. Delos fu, però, coinvolta nella guerra tra Mitridate, re del Ponto, ed i Romani. Venti anni dopo i pirati la saccheggiarono e questo accelerò la decadenza della splendida Delos che divenne definitiva con l'avvento del cristianesimo. Allora il culto riservato ad Apollo venne a cessare e con esso l'enorme fortuna che aveva benedetto questa piccola isola delle Cicladi.
Dal 1872 la Scuola Archeologica Francese iniziò scavi sistematici a Delos, scavi che tuttora proseguono. L'isola è una miniera archeologica, a cominciare dalla parte occidentale, dove, anticamente, si trovava il porto sacro. Uno degli esempi più antichi di molo di protezione risale all'VIII secolo ed è stato rinvenuto proprio a Delos, costruito con blocchi di granito locale per una lunghezza di 100 metri.
Nella parte nord occidentale si trovano i Propilei e l'Agorà dei Compitaliasti o Ermesiasti, fondata nel II secolo a.C. e utilizzata da commercianti romani e liberti, che onoravano qui i Lares Compitales, divinità sacre dei crocicchi. Ad ovest c'è la Stoà di Filippo, costruita intorno al 210 a.C., dalla parte opposta il Portico Sud (III secolo a.C.) e l'Agorà Sud o Agorà dei Delii. Il Santuario di Apollo, invece, si trova a nord-est della Stoà di Filippo, insieme a tre templi dedicati al dio, il terzo dei quali è noto come Tempio degli Ateniesi. Nelle vicinanze del Tempio di Apollo si trova la Casa dei Nassi (VI secolo a.C.), a nord-est il Tempio di Artemide (II secolo a.C.), che sorge sui ruderi di un precedente edificio sacro. A nord del Tempio di Artemide ci sono i famosi thesauròi e ad est di questi il Prytaneion (V secolo a.C.).
Nella parte ovest sorgevano diversi edifici come l'Ekklesiasterion, luogo di riunione della Bulè e del Demos dei Delii, e il Tesmoforion, collegato al culto di Demetra. Nella parte nord, nel cosiddetto quartiere del lago, sorgevano l'Agorà di Teofrasto, il santuario dei Dodici Dei dell'Olimpo, il Tempio di Latona e l'Agorà degli italiani.
Dal Tempio di Latona una strada portava alla Via dei Leoni, ex voto dei Nessi risalente al VII secolo a.C.. Vi comparivano 9 leoni in marmo, dei quali sono interamente conservati solo cinque. In basso si trova il lago sacro dove, anticamente, nuotavano i cigni di Apollo, che fu coperto con terra nel 1926 dopo un'epidemia di malaria. Poco lontano dalla Via dei Leoni si trovava la sede dei Poseidoniasti di Beirut, commercianti che adoravano Poseidone, nonchè due palestre, il santuario dell'Archegeta, il Ginnasio e lo Stadio.
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