Lago Qarun, riserva naturale egiziana |
La rivolta egiziana potrebbe aver, paradossalmente, preservato un sito dell'epoca Neolitica che consentirebbe agli studiosi di scoprire le più antiche tracce di agricoltura che hanno permesso la nascita dello stato faraonico. Il sito si trova in una località protetta, una riserva naturale, lungo la riva nord del Lago Qarun che, fino a qualche tempo fa, era rimasta praticamente intatta, anche se si trova a solo 70 chilometri da Il Cairo.
Un mese prima che le proteste popolari rovesciassero il presidente Hosni Mubarak, il governo egiziano ha ripreso in gestione 2,8 chilometri quadrati di terra della riserva, venduti al Gruppo Amer perchè ne facesse un luogo di attrazione turistica. Tre ministri del decaduto governo sono stati incriminati per questa vendita irregolare e sono stati tradotti in carcere. Il Gruppo Amer non aveva alcuna autorizzazione, da parte delle autorità compententi nel settore dell'archeologia, per alterare un equilibrio archeologico e naturale delicatissimo tramite la costruzione e lo sfruttamento ad uso turistico.
Il governo egiziano nel 1989 ha dichiarato 1110 chilometri quadrati di territorio a nord del lago Qarun riserva naturale, un'area che comprende anche un'area geologica unica, in cui compaiono le cave di basalto dei faraoni dell'Antica Dinastia ed i fossili di balene e di altri primati. Gli archeologi affermano che i resti dell'epoca Neolitica presenti nella riserva naturale possono fornire indicazioni per spiegare meglio il passaggio all'agricoltura basata sull'irrigazione, lungo le sponde del Nilo.
Intorno al 4000 a.C. un gruppo umano occupò una striscia lungo la riva settentrionale del lago e profittò di pochi periodi piovosi per far crescere e sviluppare la coltivazione del grano in una località prima inospitale come il deserto. Quest'attività precedette la formazione dello stato faraonico come lo si conosce attualmente. Il paesaggio tuttora visibile in questa riserva naturale è qualcosa di unico al mondo. E' un paesaggio nilotico che, a causa della natura desertica, non è stato edificato.
Khaled Saad, responsabile del Dipartimento di preistoria al Concilio Supremo delle Antichità Egiziane, ha affermato che quattro anni fa il Ministro per il turismo aveva deciso di costruire in questa zona hotel ed attrazioni turistiche che avrebbero occupato un'area di 20 chilometri quadrati, per 10 chilometri lungo la riva nord del Lago Qarun.
Ora che i lavori sono stati fermati e sono stati interpellate le autorità archeologiche, si attende che chi di dovere decida il futuro di questa porzione importantissima di riserva naturale, che contiene tracce che vanno dal Medio Mesolitico (200.000 anni fa) fino all'epoca faraonica. Sono stati, poi, ritrovati i resti di almeno 24 balene che nuotavano in questa regione quand'essa era un grande specchio d'acqua, 42 milioni di anni fa, tra i quali quelli di una specie completamente nuova.
Proprio in base allo studio della natura del terreno e dei ritrovamenti in questa riserva naturale, gli studiosi sono giunti alla conclusione che l'agricoltura tardò ad arrivare in Egitto a causa del clima, all'epoca estremamente piovoso. La scarsa disponibilità di materiale da costruzione non ha permesso il ritrovamento di abitazioni o altri tipi di insediamento umano. Probabilmente i primitivi agricoltori egiziani vivevano in ricoveri di fortuna fatti con mattoni di fango. Quelli che gli archeologi sono riusciti a individuare, sono i resti di antichi focolari utilizzati per motivi differenti: per creare suppellettili, per cuocere il pesce o arrostire la carne.
Quando cessò il periodo umido, nella zona cominciarono a soffiare i venti secchi del deserto che portarono via anche i resti di terriccio esistenti. Strumenti in pietra, resti di ceramica ed ossa che erano stati custoditi, fino a quel momento, da uno strato di un metro di terreno, si trovarono in tal modo a pochissima distanza dalla superficie. Questo ha richiesto e richiede notevole prudenza nello scavo, per evitare di disperdere ulteriormente quanto rimane di quel lontanissimo periodo.
Dopo il Neolitico, il sistema di irrigazione del terreno per renderlo coltivabile, cominciò a diffondersi lungo la valle del Nilo e con esso cominciò a svilupparsi anche la civiltà egizia quale noi la conosciamo oggi.
Un mese prima che le proteste popolari rovesciassero il presidente Hosni Mubarak, il governo egiziano ha ripreso in gestione 2,8 chilometri quadrati di terra della riserva, venduti al Gruppo Amer perchè ne facesse un luogo di attrazione turistica. Tre ministri del decaduto governo sono stati incriminati per questa vendita irregolare e sono stati tradotti in carcere. Il Gruppo Amer non aveva alcuna autorizzazione, da parte delle autorità compententi nel settore dell'archeologia, per alterare un equilibrio archeologico e naturale delicatissimo tramite la costruzione e lo sfruttamento ad uso turistico.
Il governo egiziano nel 1989 ha dichiarato 1110 chilometri quadrati di territorio a nord del lago Qarun riserva naturale, un'area che comprende anche un'area geologica unica, in cui compaiono le cave di basalto dei faraoni dell'Antica Dinastia ed i fossili di balene e di altri primati. Gli archeologi affermano che i resti dell'epoca Neolitica presenti nella riserva naturale possono fornire indicazioni per spiegare meglio il passaggio all'agricoltura basata sull'irrigazione, lungo le sponde del Nilo.
Intorno al 4000 a.C. un gruppo umano occupò una striscia lungo la riva settentrionale del lago e profittò di pochi periodi piovosi per far crescere e sviluppare la coltivazione del grano in una località prima inospitale come il deserto. Quest'attività precedette la formazione dello stato faraonico come lo si conosce attualmente. Il paesaggio tuttora visibile in questa riserva naturale è qualcosa di unico al mondo. E' un paesaggio nilotico che, a causa della natura desertica, non è stato edificato.
Khaled Saad, responsabile del Dipartimento di preistoria al Concilio Supremo delle Antichità Egiziane, ha affermato che quattro anni fa il Ministro per il turismo aveva deciso di costruire in questa zona hotel ed attrazioni turistiche che avrebbero occupato un'area di 20 chilometri quadrati, per 10 chilometri lungo la riva nord del Lago Qarun.
Ora che i lavori sono stati fermati e sono stati interpellate le autorità archeologiche, si attende che chi di dovere decida il futuro di questa porzione importantissima di riserva naturale, che contiene tracce che vanno dal Medio Mesolitico (200.000 anni fa) fino all'epoca faraonica. Sono stati, poi, ritrovati i resti di almeno 24 balene che nuotavano in questa regione quand'essa era un grande specchio d'acqua, 42 milioni di anni fa, tra i quali quelli di una specie completamente nuova.
Proprio in base allo studio della natura del terreno e dei ritrovamenti in questa riserva naturale, gli studiosi sono giunti alla conclusione che l'agricoltura tardò ad arrivare in Egitto a causa del clima, all'epoca estremamente piovoso. La scarsa disponibilità di materiale da costruzione non ha permesso il ritrovamento di abitazioni o altri tipi di insediamento umano. Probabilmente i primitivi agricoltori egiziani vivevano in ricoveri di fortuna fatti con mattoni di fango. Quelli che gli archeologi sono riusciti a individuare, sono i resti di antichi focolari utilizzati per motivi differenti: per creare suppellettili, per cuocere il pesce o arrostire la carne.
Quando cessò il periodo umido, nella zona cominciarono a soffiare i venti secchi del deserto che portarono via anche i resti di terriccio esistenti. Strumenti in pietra, resti di ceramica ed ossa che erano stati custoditi, fino a quel momento, da uno strato di un metro di terreno, si trovarono in tal modo a pochissima distanza dalla superficie. Questo ha richiesto e richiede notevole prudenza nello scavo, per evitare di disperdere ulteriormente quanto rimane di quel lontanissimo periodo.
Dopo il Neolitico, il sistema di irrigazione del terreno per renderlo coltivabile, cominciò a diffondersi lungo la valle del Nilo e con esso cominciò a svilupparsi anche la civiltà egizia quale noi la conosciamo oggi.
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