Madonna di Senigallia di Piero della Francesca |
(Fonte: AdnKronos) - E' uno dei più celebri e bei dipinti al mondo e il 18 giugno tornerà nella sua città, Senigallia. Dopo il restauro che l'ha riportata agli originali splendori, la magnifica opera universalmente nota come "Madonna di Senigallia", dipinto su tavola di Piero della Francesca (Borgo San Sepolcro 1410/1420-1492) raffigurante una Madonna con il divinus puer in braccio, affiancata da due angeli, sarà protagonista assoluta di un grande evento espositivo alla Rocca Roveresca di Senigallia e ammirabile in tutto il suo ritrovato splendore, con la concentrazione e l'attenzione che richiede.
Per tre settimane, fino al 10 luglio, questo capolavoro del Rinascimento tornerà nella città dove fu esposto per diversi secoli e sarà posizionato in un ambiente assolutamente coerente dal punto di vista culturale, come quello del piano nobile della Rocca Roveresca. La valenza architettonica dello spazio espositivo allude, infatti, all'ambiente in cui nacque l'opera e regala al visitatore una suggestione ulteriore.
Commissionato probabilmente in occasione del matrimonio tra Giovanni Della Rovere (nipote di papa Sisto IV che gli concesse Senigallia) e la figlia di Federico da Montefeltro, Giovanna, il dipinto arrivò a Senigallia negli ultimi decenni del Quattrocento. Fu qui conservato nella chiesa di Santa Maria delle Grazie fino al 1917, quando per motivi di sicurezza si decise di spostarla a Palazzo Ducale di Urbino e ora rientra tra le opere di maggior pregio della Galleria Nazionale delle Marche. Si tratta, quindi, di un'occasione unica, data la straordinarietà dell'esposizione fuori dal suo contesto urbinate abituale e importante per vedere l'opera nel suo ambiente di appartenenza, leggendola in risonanza come espressione di una identità territoriale.
All'allestimenot della mostra dedicata alla Madonna di Senigallia sarà dedicato tutto il piano nobile della Rocca Roveresca. Si tratta di un'architettura difensiva di grande fascino per la stratificazione storica dall'età romana al suo completamento nel 1480 da Baccio Pontelli con l'influenza di Luciano Laurana, oggi riconvertita in altrettanto affascinante spazio espositivo.
E' ubicata in posizione strategica al confine tra l'elegante cuore della città, Piazza del Duca, e il versante che si orienta all'accoglienza verso l'Adriatico, la stazione e le strutture ricettive sulla spiaggia. Il percorso espositivo ambientato alla Rocca organizzato attraverso stanze tematiche, permetterà al visitatore di raccogliere molteplici elementi e chiavi di lettura prima di arrivare all'incontro con l'opera.
Per tre settimane, fino al 10 luglio, questo capolavoro del Rinascimento tornerà nella città dove fu esposto per diversi secoli e sarà posizionato in un ambiente assolutamente coerente dal punto di vista culturale, come quello del piano nobile della Rocca Roveresca. La valenza architettonica dello spazio espositivo allude, infatti, all'ambiente in cui nacque l'opera e regala al visitatore una suggestione ulteriore.
Commissionato probabilmente in occasione del matrimonio tra Giovanni Della Rovere (nipote di papa Sisto IV che gli concesse Senigallia) e la figlia di Federico da Montefeltro, Giovanna, il dipinto arrivò a Senigallia negli ultimi decenni del Quattrocento. Fu qui conservato nella chiesa di Santa Maria delle Grazie fino al 1917, quando per motivi di sicurezza si decise di spostarla a Palazzo Ducale di Urbino e ora rientra tra le opere di maggior pregio della Galleria Nazionale delle Marche. Si tratta, quindi, di un'occasione unica, data la straordinarietà dell'esposizione fuori dal suo contesto urbinate abituale e importante per vedere l'opera nel suo ambiente di appartenenza, leggendola in risonanza come espressione di una identità territoriale.
All'allestimenot della mostra dedicata alla Madonna di Senigallia sarà dedicato tutto il piano nobile della Rocca Roveresca. Si tratta di un'architettura difensiva di grande fascino per la stratificazione storica dall'età romana al suo completamento nel 1480 da Baccio Pontelli con l'influenza di Luciano Laurana, oggi riconvertita in altrettanto affascinante spazio espositivo.
E' ubicata in posizione strategica al confine tra l'elegante cuore della città, Piazza del Duca, e il versante che si orienta all'accoglienza verso l'Adriatico, la stazione e le strutture ricettive sulla spiaggia. Il percorso espositivo ambientato alla Rocca organizzato attraverso stanze tematiche, permetterà al visitatore di raccogliere molteplici elementi e chiavi di lettura prima di arrivare all'incontro con l'opera.
La tipologia architettonica della Rocca di Senigallia costituisce un modello caratteristico di fortilizio militare inseribile nelle cosiddette "rocche di pianura", che nascono per ragioni squisitamente militari a presidio simbolico degli interessi del signore locale. La loro conformazione è funzionale all'orografia pianeggiante del luogo e queste fortezze si caratterizzano soprattutto per la planimetria quadrangolare, con torrioni cilindrici ai vertici.
Queste fortezze sono l'evoluzione del modello medioevale del recinto con torre che presidiava le vie del fondovalle. Spesso le preesistenze venivano inglobate al loro interno, caratterizzato da ampie corti.
La Rocca di Senigallia ha una storia di sovrapposizioni che è lunga duemila anni che conferma la validità strategica del luogo in cui venne edificata: tra la foce del fiume Misa (un tempo Nevola) e del torrente Penna, ora interrato. La prima fase costruttiva risale al periodo successivo alla fondazione, da parte dei Romani, della colonia di Sena Gallica (280 a.C.), prima colonia adriatica, della quale rimangono i resti di massicci blocchi tufacei visibili nella parete nord-ovest della corte. Il basamento della torre medioevale quadrangolare di nord-est, invece, risale alla seconda fase. La torre fu edificata in conci calcarei e venne poi inglobata nel cassero trecentesco voluto dal cardinale Egidio Albornòz. La terza fase coincide con il periodo malatestiano. La Rocca di Senigallia si ampliò in forma quadrangolare, con bastioni rettangolari ai vertici. La rocca malatestiana venne successivamente ristrutturata da Sigismono Malatesta a partire dal 1450, nel piano di riedificazione e ripopolamento della città di Senigallia. Morto Sigismondo Malatesta nel 1468, Giovanni della Rovere divenne signore di Senigallia e Vicario del papa nel 1474. Egli si rivolse all'architetto croato Luciano Laurana per la creazione di un fossato che contornasse il perimetro della rocca, allagabile con acque salmastre e collegato alla terraferma da un pontile in muratura sezionato da un ponte levatoio. Il Laurana, però, morì nel 1479 senza aver completato la ristrutturazione commissionatagli. A raccoglierne l'eredità fu l'architetto fiorentino Baccio Pontelli, che eseguì nello stile del Laurana le finestre e il fregio corrente di stile urbinate, parte delle cornici e delle decorazioni dei saloni interni e la scala a chiocciola nella gola del torrione nord. Fu sempre il Pontelli ad aprire la quarta fase della Rocca, nel 1480, realizzandola ex novo inglobando, nel perimetro di quella malatestiana, la vecchia Rocca esistente.
L'interno della rocca è disposto su tre livelli residenziali raccordati da una scala a due rampe con accesso dal cortile. Il livello più basso era adibito alla guarnigione e agli ufficiali. I locali superiori erano adibiti alla rappresentanza e alla dimora del Duca. Il locale oggi adibito a cappella risale al periodo in cui il Ducato di Urbino apparteneva alla chiesa. Altri locali sotterranei vennero destinati a prigione di rigore.
Estintasi la dinastia dei della Rovere, Senigallia tornò sotto il dominio della chiesa nel 1631 e fu adibita a carcere pontificio e ad orfanotrofio.
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