Gli scavi nella chiesa e nella cripta di San Paolo |
In una cripta dell'Appennino modenese sono state rinvenute un centinaio di mummie con abiti e oggetti personali. La cripta si trova a Roccapelago di Pievelago ed appartiene alla chiesa di San Paolo. Gli scavi hanno riportato alla luce i resti del castello medioevale di Obizzo da Montegarullo e sette tombe a sepoltura multipla. La cripta, in particolare, fu utilizzata come fossa comune tra il XVI e il XVIII secolo. Qui le condizioni ambientali hanno consentito la conservazione di circa un terzo dell'intera comunità, vale a dire trecento inumati di cui, appunto, cento risultano mummificati naturalmente.
Si tratta, pertanto, di mummie naturali, ancora con pelle e capelli, deposte una sull'altra, con tuniche e calze, avvolte in sudari con crocifissi, medagliette votive e persino con una lettera da "consegnare" al Padreterno. I corpi sono stati ora trasferiti al Laboratorio di Antropologia di Ravenna dove gli studiosi cercheranno di ricostruire vita, attività, abitudini, cause della morte e peculiarità genetiche della comunità che viveva, un tempo, in questo luogo.
I corpi giacevano all'interno di un corridoio d'avvistamento, facente parte della fortezza medioevale dei Da Montegarullo. La chiesa di Roccapelago, infatti, fu costruita alla fine del '500, sfruttando come fondamenta l'ultimo piano dell'antico fortilizio militare. Da quella data e per alcuni secoli, il pavimento della chiesa assunse anche una funzione cimiteriale, accogliendo diversi ossari e tombe.
Obizzo Da Montegarullo fu cacciato da Roccapelago nel 1408. Più volte si era sottratto al dominio degli Estensi di Ferrara, signori del Frignano, poichè sperava di acquisire maggiore autonomia. Nel 1393 i lucchesi, alleati degli Estensi, assediarono il castello di Roccapelago per quattro mesi, finendo poi per aquistarlo. Ma questo non riuscì a sconfiggere definitivamente Obizzo, che rimase lontano dal suo feudo per soli tre anni. Nel 1396, infatti, egli riprese il possesso della Rocca, che tenne per altri dodici anni.
Cacciato definitivamente Obizzo, il castello rimase abbandonato per oltre un secolo e mezzo prima di essere adibito a chiesa su consiglio dell'allora vescovo di Modena. I saggi archeologici, condotti nell'ottobre 2009 sotto la direzione della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia Romagna, confermano le ipotesi di impianto della chiesa sui resti del castello e questo fa pensare che vi sia ancora un primo piano rimasto nascosto al di sotto del primo piano emerso sotto la pavimentazione della chiesa.
Si tratta, pertanto, di mummie naturali, ancora con pelle e capelli, deposte una sull'altra, con tuniche e calze, avvolte in sudari con crocifissi, medagliette votive e persino con una lettera da "consegnare" al Padreterno. I corpi sono stati ora trasferiti al Laboratorio di Antropologia di Ravenna dove gli studiosi cercheranno di ricostruire vita, attività, abitudini, cause della morte e peculiarità genetiche della comunità che viveva, un tempo, in questo luogo.
I corpi giacevano all'interno di un corridoio d'avvistamento, facente parte della fortezza medioevale dei Da Montegarullo. La chiesa di Roccapelago, infatti, fu costruita alla fine del '500, sfruttando come fondamenta l'ultimo piano dell'antico fortilizio militare. Da quella data e per alcuni secoli, il pavimento della chiesa assunse anche una funzione cimiteriale, accogliendo diversi ossari e tombe.
Obizzo Da Montegarullo fu cacciato da Roccapelago nel 1408. Più volte si era sottratto al dominio degli Estensi di Ferrara, signori del Frignano, poichè sperava di acquisire maggiore autonomia. Nel 1393 i lucchesi, alleati degli Estensi, assediarono il castello di Roccapelago per quattro mesi, finendo poi per aquistarlo. Ma questo non riuscì a sconfiggere definitivamente Obizzo, che rimase lontano dal suo feudo per soli tre anni. Nel 1396, infatti, egli riprese il possesso della Rocca, che tenne per altri dodici anni.
Cacciato definitivamente Obizzo, il castello rimase abbandonato per oltre un secolo e mezzo prima di essere adibito a chiesa su consiglio dell'allora vescovo di Modena. I saggi archeologici, condotti nell'ottobre 2009 sotto la direzione della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia Romagna, confermano le ipotesi di impianto della chiesa sui resti del castello e questo fa pensare che vi sia ancora un primo piano rimasto nascosto al di sotto del primo piano emerso sotto la pavimentazione della chiesa.
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