sabato 2 luglio 2011

Il parco archeologico di Colombarone

L'area archeologica di Colombarone
L'area archeologica di Colombarone, in provincia di Pesaro, è inserita nel Parco Naturale del Monte S. Bartolo.
Nel 743 d.C. papa Zaccaria partì da Roma diretto a Ravenna, dove avrebbe dovuto incontrare l'esarca bizantino Eutiche. La situazione politica è piuttosto critica, i Longobardi stanno avanzando inesorabilmente verso Ravenna. Zaccaria ed Eutiche si incontrano a cinquanta miglia da Ravenna, nella basilica di San Cristoforo ad Aquilam, della quale nei secoli si è persa memoria e che gli archeologi del Settecento hanno creduto di identificare con la chiesa un tempo esistente nell'aarea archeologica del Colombarone. Questo è quel che racconta il Liber Pontificalis.
L'area era già conosciuta ai romani, che vi avevano insediato diverse fattorie ed anche un piccolo villaggio, posto lungo la via Flaminia, il tracciato viario che rappresenta l'asse di collegamento più importante tra Roma e il nord Italia. Alla fine del III secolo d.C. si sviluppa, in questi luoghi, una lussuosa villa, residenza di campagna di un facoltoso proprietario terriero o, forse, di un funzionario statale. Della villa sono visibili molti mosaici, datati ad un periodo compreso tra il IV e il VI secolo, in parte compromessi dagli interventi successivi.
La pianta della villa comprende un ingresso articolato attorno ad un cortile porticato, seguito da due sale da banchetto e da cerimonie. Sono stati anche individuati l'impianto termale, alcune stanze  e un grande quartiere decentrato ancora in fase di scavo. La ricchezza dei proprietari della villa emerge anche dal ritrovamento di due monete d'oro e dai mosaici che richiamano, per tipologia ed accuratezza, quelli del duomo di Pesaro.
Nel VI-VII secolo alcuni settori della villa vennero abbandonati, mentre il settore di rappresentanza venne tramutato in chiesa cristiana. La sala dei banchetti, la più grande, divenne l'aula di culto, con abside affiancata da una torre campanaria. Intorno si sviluppa un'area cimiteriale ad inumazione che funzionerà fino al X secolo.
Tra il VII e il X secolo la chiesa venne più volte modificata, assumendo notevoli dimensioni. Verso il XII secolo l'edificio sacro più antico venne abbandonato e al suo posto venne costruita la "Chiesola" ancora esistente al tempo delle prime indagini settecentesche. Oggi di questa piccola chiesa è stato possibile recuperare solo un tratto di mura perimetrali. Si presume che l'area sia stata abbandonata in seguito alle guerre greco-gotiche del 535-553 d.C.Tra il materiale ritrovato, oltre alle citate monete d'oro, ci sono materiali di importazione nordafricana e di fabbricazione locale, databili ad un periodo compreso tra il III e il VII secolo. E' stato ritrovato anche un solidus d'oro di Leone I (457-474) e un tremisse d'oro di Giustino I (518-527) coniati entrambi a Costantinopoli, un bronzo di Atalarico (526-534), un denario d'argento di Ugo di Provenza (926-945) coniato dalla zecca di Milano.



Strada Adriatica 16 n. 136/138 angolo strada di S. Cristoforo - Loc. Colombarone (Pesaro)
Aperture:
dal 17 giugno al 17 luglio: venerdì, sabato, domenica dalle ore 17.00 alle ore 20.00
dal 18 luglio al 28 agosto: tutti i giorni dalle ore 17.00 alle ore 20.00
dal 29 agosto al 2 ottobre: venerdì, sabato, domenica dalle ore 17.00 alle ore 20.00
Ingresso e servizio visite guidate gratuito
Info: 389.6903430
http://www.archeopesaro.it/

Nessun commento:

Interessanti risultati sullo studio degli antichi Piceni

Uno studio condotto da un team internazionale, coordinato da Sapienza Università di Roma e dal Cnr , rivela le origini genetiche dei Piceni...