martedì 19 luglio 2011

Tesori d'Isonzo

Resti della via Aquileia-Ljubljana,
la romana Emona
Sulle rive dell'Isonzo è stata ritrovata una mansio romana di oltre 150 metri quadri, dove sono stati sepolti diversi gruppi familiari. Si sono rinvenuti diversi scheletri adorni di monili, orecchini e fibule ed una vasca per mescolare la calce.
Il territorio in cui è stata effettuata la scoperta si trova in località Mainizza, nel comune di Farra d'Isonzo. Recentemente era stata già eseguita una campagna di scavi per verificare il tesoro sepolto sotto le zolle. Il terreno circonda la chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore ed i reperti hanno restituito una datazione compresa tra il I e il II secolo d.C., quando questa parte di territorio peninsulare era attraversato dalla via Iulia-Emona e l'Isonzo era scavalcato da un ponte che poggiava su pilastri in pietra di ben 10 metri di larghezza, ora completamente inglobati nel letto del fiume.
Che il sito della Mainizza fosse uno snodo di una certa importanza, in epoca romana, era risaputo. La mansio che vi sorgeva era chiamata ad Pontem Sonti, vi soggiornavano quasi esclusivamente gli alti funzionari romani. Sono stati rintracciati i perimetri di 3 absidi che, con tutta probabilità, corrispondevano al calidarium, al tepidarium e al frigidarium delle terme. Si è ritrovata una base di cocciopesto che sosteneva una decorazione musiva della quale sono rimaste poche tessere.
Già in passato sono stati ritrovati alcuni lacerti dell'arteria stradale principale, la via Aquileia-Ljubljana (la romana Emona). I resti giacevano a poica distanza dalle strutture del ponte romano alla Mainizza. A lato della parte di strada riportata alla luce, gli archeologi scoprirono anche una sepoltura in una semplice fossa, forse risalente al periodo tardoantico-altomedioevale. Il defunto aveva circa 30 anni ed era privo di corredo funerario, giaceva con le braccia disposte lungo il corpo e le mani raccolte sul ventre.

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