Ingresso al baluardo di S. Giovanni d'Acri |
Ad Akko, sulla costa mediterranea di Israele, meglio conosciuta con l'antico nome di San Giovanni d'Acri, l'Autorità per le Antichità israeliane ha riportato alla luce un interessantissimo edificio pubblico del periodo bizantino, risalente a 1500 anni fa e identificato con una chiesa.
Nurit Feig, direttore dello scavo ha affermato: "Fino ad oggi le fonti cristiane ricordavano Akko come una delle località in cui si costituì la religione cristiana. Ed è quello che sembra stia emergendo dai reperti ritrovati nello scavo archeologico."
L'edificio pubblico è piuttosto grande ed ha restituito tegole, pezzi di decorazione in marmo, ceramiche e monete che fanno pensare ad una struttura pubblica ad uso del vescovo di Akko.
Gli abitanti dell'edificio avevano un'abbondante scorta di acqua che proveniva da un pozzo situato in uno dei cortili dell'edificio. Le fonti paleocristiane narrano come i vescovi di Akko e Cesarea parteciparono ad importante conferenze ed incontri che si occupavano di perfezionare la dottrina cristiana.
Interessanti, dal punto di vista archeologico, i materiali di reimpiego ritrovati: si tratta di materiali ellenistici come vasellame proveniente dal bacino del Mediterraneo (anfore dall'Isola di Rodi, per esempio).
Nurit Feig, direttore dello scavo ha affermato: "Fino ad oggi le fonti cristiane ricordavano Akko come una delle località in cui si costituì la religione cristiana. Ed è quello che sembra stia emergendo dai reperti ritrovati nello scavo archeologico."
L'edificio pubblico è piuttosto grande ed ha restituito tegole, pezzi di decorazione in marmo, ceramiche e monete che fanno pensare ad una struttura pubblica ad uso del vescovo di Akko.
Gli abitanti dell'edificio avevano un'abbondante scorta di acqua che proveniva da un pozzo situato in uno dei cortili dell'edificio. Le fonti paleocristiane narrano come i vescovi di Akko e Cesarea parteciparono ad importante conferenze ed incontri che si occupavano di perfezionare la dottrina cristiana.
Interessanti, dal punto di vista archeologico, i materiali di reimpiego ritrovati: si tratta di materiali ellenistici come vasellame proveniente dal bacino del Mediterraneo (anfore dall'Isola di Rodi, per esempio).
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