sabato 1 ottobre 2011

Ancora un'opera ritrovata di Leonardo

"la bella Principessa"
La Biblioteca di Varsavia ha rivelato una prova che lo storico dell'arte inglese Martin Kemp, professore emerito dell'Università di Oxford, e l'ingegnere francesce Pascal Cotte stavano da tempo cercando per attribuire definitivamente, senza ombra di dubbio alcuno, il disegno su pergamena della "bella Principessa" (1496), a Leonardo da Vinci.
Si era pensato che il dipinto fosse un'opera di ambiente tedesco del XIX secolo, una sorta di rifacimento alla maniera antica e come tale fu venduta da Christie's per 21.850 dollari nel 1998 ad un privato, che tuttora ne è il proprietario. Il disegno, attraverso vie piuttosto misteriose, qualche decennio fa era arrivato a Firenze, dal restauratore Giannino Marchig, che l'aveva acquistato. La vedova del restauratore lo vendette affidandolo a Christie's, a cui, in seguito, chiese il risarcimento legale per errata attribuzione senza ottenerlo.
La scoperta che il dipinto è un'opera leonardesca avviene a pochi giorni dalla grande mostra che, alla National Gallery di Londra, celebrerà il genio italiano. Il foglio misura 33 centimetri per 23,9 ed è noto come "la bella Principessa". Si tratta, con tutta probabilità, del ritratto di Bianca Sforza, figlia illegittima, poi legittimata, del Duca di Milano e di Bernardina de Corradis. La fanciulla venne promessa in sposa, all'età di appena dieci anni, a Galeazzo Sanseverino, che la sposò nel 1496.
Il disegno è a inchiostro, matita nera, rossa e biacca sfumate con le dita. Questo ha permesso di ritrovare ed esaminare anche un'impronta digitale ritrovata sul foglio. E' stato già dichiarato autentico nel 2008 e gli esperti vi hanno riconosciuto la mano mancina del maestro. Inoltre vi sono tre fori, sul margine sinistro del disegno. Con tutta probabilità si trattava di una pagina staccata da un incunabolo. Kemp e Cotte hanno ritrovato l'incunabolo "incriminato" nella Biblioteca Nazionale di Varsavia. Si tratta di un'elegia della famiglia Sforza, la Sforziade, di Giovanni Simonetta. Analizzando la carta pergamena sulla quale l'opera è stata scritta, i due studiosi sono riusciti a dissolvere anche l'ultimo dubbio sull'autenticità del ritratto.
La Sforziade custodita a Varsavia fu donata, nel 1518, da Francesco I per le nozze di Bona Sforza e Sigismondo I di Polonia, al fine di ingraziarsi il sovrano polacco e reca un frontespizio miniato di Pietro Birago Giannovani datato 1496 che celebra le nozze di Bianca con Galeazzo, capitano delle armate di Ludovico il Moro. Questa Sforziade, contenente il ritratto della "bella Principessa", ha superato l'incendio appiccato dai nazisti nel 1939 alla Biblioteca Zamoyski a Varsavia e venne, in seguito, custodito in un monastero a Czestochowa.

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