sabato 8 ottobre 2011

Mozia, uno scavo italiano


Il tempio del Kothon

Durante una tavola rotonda svoltasi al Museo del Louvre di Parigi, l'archeologo italiano Lorenzo Nigro ha illustrato i dieci anni di scavi e ricerche che l'Università "La Sapienza" ha condotto nell'isolotto di Mozia. Non ultima la notizia del ritrovamento, sull'isola, di un edificio di culto collegato a una zona protoindustriale a ovest del santuario del Kothon, in cui era importante la presenza di acque e nel quale sono stati ritrovati anche, quali offerte, i resti di animali sacrificati.
Il ritrovamento del tempio del Kothon è indice del primo insediamento fenicio sull'isola. Nel santuario sono stati ritrovati anche uno scarabeo egizio in feldspato verde, un simposio e un cratere decorato con figure rosse, di fattura attica. Il grande temenos, il recinto templare, ha restituito, durante l'ultima campagna di scavo, resti umani ed altre offerte. Le mandibole umane saranno sottoposte all'analisi del Dna per conoscere la composizione etnica dell'antica popolazione di Mozia.
Il Kothon era una piscina sacra rettangolare, che raccoglieva l'acqua affiorante da una falda. Il temenos, o recinto sacro, che la circondava era di forma circolare e venne costruito intorno alla metà del VI secolo a.C.. Aveva un diametro di 118 metri ed è stato quasi del tutto messo in luce. La struttura più antica era realizzata con pietre di calcarenite.
Con la violenta distruzione che seguì l'assedio siracusano del 397-396 a.C., il Kothon venne praticamente raso al suo e gli arredi sacri che conteneva vennero dispersi. Dopo un breve periodo la città venne rioccupata e l'area del tempio accuratamente ripulita. I resti dell'edificio vennero smontati con cura e riutilizzati per realizzare un'area sacrale a cielo aperto. L'obelisco che sorgeva dinnanzi alla corte del tempio precedento ed un'altro betilo furono sepolti in una grande favissa di 4 metri di diametro. I resti vennero disposti a semicerchio in file sovrapposte, con al centro la base e la cuspide dell'obelisco spezzato. La favissa era allineata con l'ingresso principale del tempio precedente.

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