sabato 4 agosto 2012

Ancora scoperte nell'antica Hira

Le antiche rovine della chiesa appena scoperta
a Najaf, antica Hira
L'archeologo iracheno Ali al-Fatli e la sua squadra hanno ritrovato una chiesa risalente ai primi periodi di diffusione del cristianesimo nel paese. La chiesa, un monastero e le rovine circostanti sono emerse dalla sabbia nel corso degli ultimi anni di scavo per l'ampliamento dell'aeroporto che serve la città di Najaf, in Iraq e gli studiosi sono convinti che si tratti del leggendario centro arabo-cristiano di Hira.
Sono state trovate molte antiche tavolette, nella sabbia che circonda le mura del monastero, sono in legno finemente intagliato con grappoli d'uva. La scoperta del sito data al 2007 e i resti sono stati custoditi all'interno del perimetro aeroportuale per tenerle al sicuro dalle incursioni dei vandali. Sono emerse, dalle sabbie, croci di pietra e grandi manufatti che sono stati, poi, trasferiti al Museo Nazionale di Baghdad.
Purtroppo non si può ancora procedere ad uno scavo sistematico, dal momento che l'intero Iraq è funestato dai bombardamenti e dalle stragi e gran parte della popolazione è priva di elettricità e di acqua.
Gli studiosi pensano che Hira sia stata fondata intorno al 270 d.C., la città ebbe una grande importanza in Mesopotamia prima dell'avvento dell'Islam. Hira fu presumibilmente la culla della scrittura araba. La città era situata a 160 chilometri da Baghdad.
Resti della chiesa appena scoperta a Najaf
Erica Hunter, studiosa del cristianesimo delle origini presso la London School, afferma che le prove storiche concordano nel conferire ad Hira un'importanza notevole nell'Iraq del III secolo d.C., quando il paese era governato dalla dinastia dei Lakhmidi, il cui ultimo sovrano si era convertito al cristianesimo.
Per molti secoli Hira fu un importante centro della chiesa d'Oriente, a volte conosciuta come chiesa nestoriana, la cui moderna discendente, la chiesa assira d'Oriente, è tuttora attiva in Iraq. La città, chiamata anche al-Hira, era cresciuta sulle sponde del Mare di Najaf, oggi scomparso, ed era la capitale dei Lakhmidi.
La dottoressa Hunter è una dei pochi studiosi che hanno esplorato i siti legati ad Hira ed hanno studiato le iscrizioni siriache ritrovate in loco da un team giapponese nel 1980. Altre due chiese della città sono state scavate, nel 1934, dall'Università di Oxford mentre diversi altri edifici religiosi sono stati mappati dagli archeologi tedeschi negli anni '80 del secolo scorso.
La dottoressa Hunter ritiene che la chiesa recentemente scoperta all'interno dell'aeroporto di Najaf potrebbe risalire al IV secolo d.C.. Gli storici musulmani hanno riportato la presenza di 40 monasteri in prossimità di Hira. Il cristianesimo continuò a prosperare, nella regione, fino all'XI secolo, quando i governanti musulmani iniziarono a perseguitare i cristiani e le chiese di Hira furono definitivamente abbandonate.
Gli Arabi cominciarono ad emigrare nella regione a partire proprio dall'XI secolo, ma erano già presenti dal III secolo nella Mesopotamia meridionale, al punto che, sotto la dinastia persiana sasanide, il sud mesopotamico era chiamato talvolta Arabistan. Il primo regno arabo storicamente accertato fuori dall'Arabia fu proprio al-Hira, i cui governanti, i Lakhmidi, ottennero un formale riconoscimento da Shapur II (337-358 d.C.).
Il regno di al-Hira fu spesso in conflitto con il regno arabo siro-palestinese dei Ghassanidi, alleato dell'impero bizantino. Verso il 527, al-Hira e i Ghassanidi finirono per scontrarsi militarmente, spinti dai rispettivi protettori. A seguito dell'assedio di al-Hira, la città venne conquistata dalle forze musulmane del Califfato dei Rashidun, guidato da Khalid al-Walid nel maggio del 633.

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