sabato 4 agosto 2012

Riemerge l'antica Antakya

I resti appena scoperti sotto l'hotel di Antakia
Ad Antakya, antica Antiochia di Siria, in Turchia, mentre si scavava per gettare le fondamenta di un hotel, sono stati intercettate le testimonianze del passato della città. Così, per sette mesi, l'archeologo Hatice Pamir della Mustafa Kemal University di Antakya, ha guidato quasi trenta archeologi provenienti da tutto il mondo e 100 operai alla scoperta del passato.
La storia di Antakya attraversa il periodo greco, romano, cristiano, bizantino e turco ottomano. L'attuale città di Antakya era una delle grandi città del mondo romano, che rivaleggiava con Alessandria nel momento del massimo splendore. Fu anche un notevole centro del cristianesimo primitivo, si dice che San Pietro abbia vissuto e predicato in questa città.
La chiesa rupestre di S. Pietro
Antakya è nota, anche, per la chiesa rupestre di San Pietro, che si pensa sia stata la prima chiesa cristiana in assoluto, e per i favolosi mosaici di epoca romana rinvenuti durante gli scavi del 1930. Ora gli archeologi hanno scoperto quello che sembra essere uno dei mosaici più grandi e meglio conservati del mondo, che si estende su una superficie di 9.000 metri quadrati ed i resti di edifici e abitazioni di 2300 anni fa.
Il mosaico più grande apparteneva, probabilmente, ad un edificio pubblico di VI secolo, ed è una serie di nove pannelli accostati gli uni agli altri, ciascuno dei quali decorati da un'ampia varietà di motivi geometrici con colori diversi. Attualmente il mosaico non è visibile al pubblico e non ne sono state diffuse le immagini. Le altre evidenze archeologiche sono state inglobate nell'hotel che è stato sopraelevato di 30 metri per renderli visibili.
La presenza di S. Pietro ad Antiochia di Siria si dice sia attestata da una chiesa rupestre chiamata Grotta di S. Pietro, scavata nella roccia sul fianco occidentale del monte Stauris. La grotta è lunga 13 metri, larga 9 e alta poco più di 7 metri. Sulle sue origini non ci sono documentazioni. Vi arrivavano due acquedotti che, forse, scendevano alle vicine terme, situate più in basso rispetto alla chiesa rupestre.
Interno della chiesa rupestre di S. Pietro
Dell'antica costruzione rimangono tracce di affreschi sul lato destro dell'altare, affreschi che, una volta, coprivano probabilmente l'intera parete di fondo. Tra gli elementi originali vi sono il tunnel, che si apre sulla sinistra di chi guarda l'altare, e la piccola vasca a livello del pavimento, sulla destra. Il tunnel serviva, con tutta probabilità, per mettersi in salvo sulla montagna in caso di attacco improvviso. La vasca, che molti ritengono essere un fonte battesimale, raccoglieva l'acqua che, fino a qualche tempo fa, colava dalla roccia e veniva bevuta dai fedeli. Ora l'acqua è stata deviata a causa dei frequenti terremoti che colpiscono la regione.
Nel 1580 la grotta fu donata dai musulmani agli ortodossi che l'utilizzarono fino a metà del secolo scorso come luogo di culto e cimitero. Anticamente la facciata era preceduta da un portico (nartece), di cui sono ancora visibili i resti.
Il giardino antistante è stato utilizzato per vari secoli come cimitero cristiano, del quale sono state ritrovate anche le tombe. La grotta è ritenuta la prima cattedrale del mondo e tuttora vi si celebrano messe.

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