sabato 1 settembre 2012

Atene e Sparta, eterne rivali (2)

Il teatro dell'antica Sparta
Gli storici hanno stimato che nel 431 a.C. il numero dei cittadini ateniesi adulti, di sesso maschile, era di 40.000 unità. Di questi 1000 erano ricchi abbastanza per essere cavalieri e mantenere la loro cavalcatura. Dei rimanenti circa 20.000 erano idonei ad essere utilizzati come opliti, soldati di fanteria pesante che costituivano il cuore di un esercito; la metà poteva essere chiamata a combattere in qualsiasi momento.
Le forze che Atene poteva mettere in campo in un conflitto, dunque, erano composte dai propri cittadini e dai cittadini delle polis alleate, integrati da mercenari. Atene fu spesso al comando di flotte ed eserciti provenienti dalla Lega di Delo, nel corso del IV secolo a.C.. Tucidite descrive le forze inviate, nel 415 a.C., in una spedizione in Sicilia: 5.100 opliti o soldati di fanteria pesante, dei quali 2.200 erano cittadini ateniesi, 750 mercenari del Peloponneso e 2.150 erano forniti dagli alleati della Lega di Delo. La flotta di 134 triremi da guerra era composta da 100 navi ateniesi e 34 alleate, per la maggior parte provenienti dall'isola di Chio.
I cittadini di Sparta di sesso maschile, detti spartiates, si allenavano incessantemente come opliti. Potevano farlo, dal momento che questa era la loro sola occupazione, in quanto le terre che possedevano erano coltivate dagli schiavi. Il loro allenamento iniziava intorno ai 5-6 anni di età e continuava fino ai 18. Era loro concesso di partecipare alle sedute delle assemblee cittadine e di prendere parte a spedizioni militari. Gli spartiati facevano anche parte di una comunità conviviale, il syssition, formata ciascuna da 15 spartani che si allenavano, si esercitavano, mangiavano e lottavano insieme. I componenti di un syssition appartenevano teoricamente tutti ad uno stesso livello sociale e contribuivano alla scorta comune di provviste. Nel caso non potessero permettersi un contributo, decadevano dalla qualifica di spartiate.
Gli spartiati non furono mai tanti. Anche nel momento di massima consistenza, intorno al VI secolo a.C., erano circa 10.000 unità. Per questo, a volte, gli Spartani ricorrevano anche alla popolazione maschile della Laconia, in particolare a coloro che erano chiamati perieci, quelli che "abitano intorno". Questi vivevano in comunità autonome, alcune delle quali erano in grandi centri o, anche, in piccole città. Lavoravano come contadini, commercianti o artigiani. Erano i perieci a forgiare le armi degli spartani così come modellavano tutti gli oggetti in uso nella vita quotidiana di questi ultimi: vasellame, mobili, stoffe. In guerra combattevano al fianco degli Spartani come opliti.
Elmo oplitico
Quando dovevano combattere contro uno stato greco come Atene, gli Spartani chiamavano alle armi anche gli alleati della Lega del Peloponneso. I più vicini erano gli stati dell'Arcadia, una regione montuosa a nord e a ovest della Laconia. Questi alleati fornivano la maggioranza degli opliti a ogni esercito spartano.
Ma gli Spartani facevano ampio ricorso anche alla popolazione schiava della Laconia e della Messenia, chiamati comunemente iloti, che discendevano da un popolo conquistato e schiavizzato in occasione di una serie di guerre vinte dagli Spartani tra il 950 e il 700 a.C.. Gli iloti della Laconia accompagnavano gli Spartani in guerra come addetti al vettovagliamento o come soldati armati alla leggera. Durante la guerra del Peloponneso gli iloti furono "ingaggiati" anche come rematori e marinai sui vascelli spartani. In casi eccezionali, poi, gli iloti venivano addestrati al combattimento come opliti, con l'accordo che avrebbero ottenuto la libertà al termine della campagna militare per la quale erano stati ingaggiati.
Oplita greco
Per gli Spartani era "normale" ricorrere all'uso della violenza fisica al fine di mantenere disciplina ed obbedienza nell'esercito. Fin dall'inizio della carriera, quando i piccoli venivano addestrati al combattimento, gli Spartani venivano regolarmente picchiati dai ragazzi più grandi e dai loro superiori. I cittadini Spartani erano addirittura incoraggiati ad usare violenza nei confronti degli iloti. Ogni anno gli efori dichiaravano guerra agli iloti, un atto rituale il cui scopo era quello di eliminare gli elementi che creavano più problemi mantenendo il resto degli iloti in un costante stato di terrore. Gli iloti, comunque, restavano l'autentica forza produttiva dello stato spartano.
Per gli Spartani, durante il periodo classico, la preoccupazione principale fu quella di mantenere una posizione dominante sulla popolazione ridotta in schiavitù, gli iloti, essenziali al mantenimento del loro stile di vita. Non fu certamente un compito facile, malgrado gli Spartani fossero abituati ad un costante stato di belligeranza. Proprio questo continuo bisogno di tenere soggiogate le popolazioni conquistate fu alla base della reticenza degli Spartani ad inviare un gran numero di cittadini in campagne fuori dal Peloponneso.

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