venerdì 24 maggio 2013

Gli antichi nomadi di Burgos

Una delle pitture ritrovate dagli archeologi (Foto: Inah)
L'archeologa Martha Garcia Sanchez ha annunciato la scoperta di quasi 5.000 pitture rupestri nella Sierra de San Carlos, nel comune di Burgos, realizzati dalle tribù di cacciatori-raccoglitori che, un tempo, vivevano nella zona. La dottoressa Sanchez ha condotto le indagini in collaborazione con l'archeologo Gustavo Ramirez, dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (Inah).
Le pitture, ad una prima analisi, sembrano essere state fatte da almeno tre differenti gruppi di cacciatori raccoglitori che si muovevano nella regione. I dipinti hanno caratteristiche antropomorfe, zoomorfe e, in qualche caso, anche astronomiche.
Altre pitture ritrovate nelle grotte di Burgos
Queste raffigurazioni, che immortalano le attività delle popolazioni nomadi della regione, hanno permesso agli studiosi di documentare con certezza la presenza di gruppi pre-ispanici a Burgos, dove in precedenza si era pensano che non vi fosse stata alcuna civiltà antecedente all'arrivo degli spagnoli. Ora i ricercatori sperano di poter prelevare qualche campione di pigmento di colore, che potrebbe servire a determinare una datazione delle pitture.
Al fine di poter meglio identificare gli autori di questi sorprendenti affreschi, gli archeologi dell'Inah hanno condotto molte indagini negli archivi, nelle cronache e nei resoconti dell'epoca coloniale. Non hanno, però, trovato, nelle fonti scritte custodite negli archivi, nessuna menzione di queste comunità nomadi che sfuggirono, per quasi 200 anni, al dominio spagnolo. La stessa evangelizzazione di Burgos fu molto tarda (risale al 1750) proprio a causa dell'estrema ribellione di queste tribù.

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