giovedì 27 marzo 2014

La mummia tatuata esposta al British Museum

Immagini della Tac della mummia del tatuaggio (Foto: British Museum)
Le mummie egiziane hanno esercitato, da sempre, un forte fascino sull'immaginazione degli studiosi ma anche della gente comune. Una nuova mostra al British Museum farà conoscere il lato umano di quel che resta degli antichi abitanti della terra del Nilo.
Le mummie sono state sottoposte alle analisi scientifiche più sofisticate che hanno permesso agli studiosi di ricostruire, in modo molto dettagliato, quel che c'è al di sotto delle bende di lino. La mostra che ha al suo centro le mummie, si aprirà a maggio al British Museum.
Le nuove analisi hanno riportato alla luce prove sorprendenti, come il fatto che gli antichi egizi soffrivano di colesterolo al pari degli uomini di oggi e che avevano l'abitudine di tatuarsi il corpo. La più antica delle mummie analizzate risale a 5500 anni fa mentre la mummia più recente, che aveva, al momento della morte, un'età compresa tra i 20 e i 35 anni, risale a circa 1300 anni fa. Alcune delle mummie sono state scoperte più di cento anni fa, altre sono state, invece, ritrovate nel 2005 in Sudan.
Il tatuaggio ritrovato sulla mummia sudanese (Foto: British Museum)
Alcune delle mummie sono talmente ben conservate che la Tac ha potuto rimandare immagini tridimensionali di organi, ossa e tessuti, nonché parti del cervello e di altri organi vitali ancora intatti. Due delle mummie sottoposte ad esame sembrano aver sofferto di problemi cardiaci, causati, forse, da una dieta ricca di grassi o da una predisposizione genetica. La maggior parte delle mummie di defunti adulti, inoltre, mostra di aver sofferto di terribili ascessi. Alcuni di questi potrebbero, addirittura, aver provocato la morte del defunto.
Una delle mummie, trovata sette anni fa, è così ben conservata che gli archeologi sono riusciti a distinguere il tatuaggio che aveva sulla parte interna della coscia destra. La tecnologia a raggi infrarossi ha contribuito a definire meglio i contorni di questo tatuaggio. La mummia è quella di una donna di età compresa tra i 20 ed i 35 anni, sepolta avvolta in un panno di lino e lana. Il tatuaggio, decifrato dai restauratori, è composto di lettere greche che risultano formare il nome MIXAHA. La donna morì nel 700 d.C. ed era vissuta in una comunità cristiana sulle rive del Nilo. Il tatuaggio rappresentava il simbolo di San Michele Arcangelo, trovato nelle chiese più antiche e su tavole di pietra ma mai, prima d'ora, sotto forma di tatuaggio.
La mummia di questa donna è stata rinvenuta nel 2005 in un cimitero del Sudan. I suoi organi interni sono molto ben conservati. Gli studiosi pensano che il tatuaggio avesse la funzione di proteggere la donna dalle forze del male. Anche questa mummia sarà in esposizione al British Museum.

1 commento:

Unknown ha detto...

Secondo la mia ipotesi non si tratterebbe di un tatuaggio cristiano con il significato di Mikhael bensì un monogramma con lettere dell'alfabeto Sumero con il significato di UR-A Ur (in lingua sumera Urim, in arabo أور) fu un'antica città della bassa Mesopotamia, situata vicino all’originale foce del Tigri e dell'Eufrate, sul golfo Persico. A causa dell'accumulo di detriti, oggi le sue rovine si trovano nell'entroterra, nell'odierno Iraq, 15 chilometri a occidente dell'attuale corso dell'Eufrate vicino alla città di Nassiria (Governatorato di Dhi Qar), a sud di Baghdad. Oggi è chiamata Tell el-Mukayyar, quindi il tatuaggio proverebbe la provenienza o l'appartenenza a tale città l'ipotesi quindi è che la mummia potrebbe essere una schiava. Una seconda ipotesi invece vede la Mummia essere forse un'adoratrice del Dio Api o addirittura una Sacerdotessa del Tempio del Dio Api infatti la traduzione in ebraico di UR-A è BUE RISPLENDENTE,A in ebraico si dice aleph che significa appunto Bue.


foto di Agostino De Santi Abati.

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