venerdì 18 aprile 2014

Arsenico e vecchie... mummie

Una delle mummie analizzate (Foto: Ioanna Kakoulli, Ucla)
Diversi esponenti della cultura Inca e Chinchorro, entrambe presenti nel nord del Cile, soffriva di avvelenamento da arsenico, a causa del consumo di acqua contaminata.
Analisi effettuate sui resti di mummie di queste due civiltà hanno accertato alte concentrazioni di arsenico nei campioni di capelli di mummie provenienti sia dall'altopiano che dalla costa. I ricercatori hanno potuto accertare che l'alta concentrazione di arsenico era dovuto all'acqua potabile che veniva utilizzata anche per irrigare i campi coltivati. L'arsenico era riversato nell'acqua a causa dell'estrazione di rame dagli altopiani.
A differenza di altri campioni biologici, come le ossa e il tessuto cutaneo, che cambiano nel corso del tempo, i capelli rimangono stabili e questa caratteristica, unitamente al tasso di crescita costante del capello, significa che quest'ultimo può fornire una registrazione cronologica delle sostane che, in vita, circolavano nel sangue.
Gli scienziati hanno analizzato i campioni di capelli delle mummie appartenenti alle popolazioni precolombiane che vivevano nel deserto di Atacama, in Cile, tra il 500 e il 1450. I resti hanno mostrato la presenza di avvelenamento cronico che ha portato i ricercatori a credere che queste popolazioni consumassero acqua contaminata con arsenico. Purtroppo, però, non sono ancora in grado di stabilire se l'arsenico sia stato ingerito oppure provenga da una contaminazione esterna.

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