sabato 13 dicembre 2014

Metsamor, antichissima città armena

Uno degli scheletri ritrovati nell'antica città di Metsamor
Gli archeologi dell'Istituto di Archeologia dell'Università di Varsavia hanno scoperto le prove della distruzione e della conquista della città di Metsamor, uno dei più importanti siti archeologi nelle vicinanze di Yerevan.
Gli studiosi hanno trovato tracce di rovine bruciate e cenere. La città venne distrutta dall'esercito di Argishti I, sovrano di Urartu. Argishti fu re di Urartu dal 786 al 764 a.C.. Durante il suo regno i confini di Urartu si estesero dal Caucaso all'attuale Yerevan.
I ricercatori hanno anche trovato prove dei combattimenti intercorsi tra gli assalitori e gli assediati, come lo scheletro di una donna di circa 30 anni, che è stata decapitata o un altro scheletro che aveva il teschio letteralmente spaccato. I resti sono stati ritrovati sparsi, non seppelliti in tombe, ma giacenti in modo casuale tra gli edifici della città bassa.
I soldati di Urartu non hanno risparmiato, nella conquista della città, i luoghi santi. Gli archeologi hanno trovato le fondamenta di un piccolo santuario saccheggiato durante la presa della città. All'interno, su quella che un tempo era una piattaforma lignea, è stata raccolta della ceramica in frantumi e del vasellame in pietra.
Resti di uno degli edifici dell'antica città di Metsamor
Metsamor si trova in una riserva archeologica protetta. Lo scavo, in situ, si sta svolgendo da quasi 50 anni. Gli studi precedenti hanno dimostrato che, durante il periodo di massimo splendore della città, dal IV al II millennio a.C., l'insediamento abitativo si estendeva su più di dieci ettari ed era circondato da mura monumentali.
Dall'XI al IX secolo a.C., Metsamor si era estesa su ben 100 ettari di terreno. La parte centrale della città, occupata da una vera e propria fortezza, era circondata da templi e santuari. Metsamor era, all'epoca, uno dei centri politici e culturali più importanti della Valle dell'Aras. Dall'VIII secolo a.C. entrò a far parte del regno di Urartu.
Gli archeologi polacchi hanno iniziato gli scavi dal 2013. Il progetto è stato realizzato grazie anche ad un accordo tra l'Istituto di Archeologia dell'Università di Varsavia con le autorità del Centro di Archeologia del Mediterraneo e con l'Istituto di Archeologia dell'Accademia Armena di Scienze e del Ministero della Cultura armeno.
Megaliti fallici dalla città di Metsamor (Foto: Armenianpast.com)
Metsamor, che in lingua locale significa "palude nera" o "sabbia nera", è una sorta di museo all'aperto con un grande centro metallurgico ed astronomico che occupa una collina vulcanica ed i suoi dintorni. Gli scavi sono iniziati qui nel 1965 ed hanno messo in luce strati di occupazione neolitica (7000-5000 a.C.). Gli scavi precedenti all'attuale hanno portato alla luce i resti di una grande industria del metallo, tra i quali una fonderia con due tipi di altiforni (in mattoni e in terra).
A Metsamor si estraeva e lavorava oro di alta qualità, rame, diversi tipi di bronzo, manganese, zinco, mercurio e ferro. Tutti questi metalli rifornivano le città e gli stati vicini e prendevano persino la strada per l'Egitto, l'Asia centrale e la Cina.
L'osservatorio astronomico di Metsamor è uno dei più antichi del mondo. Esso precede gli osservatori babilonesi di ben 2000 anni e contiene il primo esempio documentato della divisione dell'anno in dodici sezioni. Grazie alla presenza, a Metsamor, di un rudimentale studio della geometria, gli abitanti erano in grado di servirsi di un calendario e di pensare alla terra come una sfera e non come un piano.

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