domenica 1 febbraio 2015

Scavi a Zita, in Tunisia

Archeologi al lavoro su una delle aree del sito di Zita
(Foto: Zita Project)
Nell'estate di quest'anno, una squadra composta da archeologi e da esperti in diverse altre discipline, esplorerà un grande tumulo contenente i resti di un'antica città che, un tempo, dominava dall'alto una penisola che, dalla costa meridionale della Tunisia, si protende nel Mediterraneo.
Il tumulo è visibile dall'isola di Djerba, che anticamente era conosciuta come la Calypso dei Lotofagi, popolazione citata da Omero nell'Odissea. Il tumulo presenta resti di balnea romani, forni per la ceramica e scorie metallurgiche oltre ad una sepoltura di epoca punica. Il sito è noto come Zita (oggi Zyan) che, in lingua punica, significa "città delle olive" e si trova lungo un'antica rotta commerciale da Cartagine a Tripoli. La città venne fondata o notevolmente ampliata dai Fenici che si stabilirono in Africa settentrionale intorno all'800 a.C.
In epoca romana Zita venne inserita in una grande rete di centri di produzione dislocati lungo il Mediterraneo. Qui si producevano olio di oliva, vino, il garum di cui i Romani erano forti consumatori e la porpora.
Durante le prime due stagioni di scavo, svoltesi nel 2013 e nel 2014, una vasta indagine di scavo ha portato alla luce livelli di occupazione a partire dal 500 a.C. fino al 400 d.C.. Il sito sembra essere stato abbandonato progressivamente a partire dal 300 d.C.. E' stato identificato, inoltre, un tofet con numerose stele e sepolture ben conservate. Sono state portate alla luce ampie porzioni del foro romano della città.
Per il 2015 gli archeologi si propongono di mappare la città antica, comprese le zone costiere e quelle agricole circostanti; di scavare più ampiamente il foro romano, la zona sacrificale di epoca punica e le circostanti aree che ospitavano officine metallurgiche.
Il sito venne fondato o notevolmente ampliato dai Fenici che si stabilirono in Africa settentrionale intorno all'800 a.C.

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