martedì 20 ottobre 2015

Punte di frecce e sangue umano in Guatemala

Fregio di maschera Maya (250-600 d.C. - Foto: CC BY-SA 3.0)
Cinquecento anni fa, in un tempio sperduto del Guatemala, durante una cerimonia religiosa, venne spillato da un corpo umano del sangue che rimase, nitido, impresso sulla punta di freccia di ossidiana utilizzata. Il rituale, secondo gli archeologi, serviva per alimentare le divinità Maya con la forza della vita di un individuo.
Punte di freccia recanti ancora tracce di sangue umano si sono trovate in un tempio nel sito di Zacpetén, nel Guatemala settentrionale. Durante i rituali veniva procurato un taglio ad una persona servendosi di un'affilata punta di freccia in ossidiana. Probabilmente al prescelto venivano incisi la lingua, i lobi delle orecchie o i genitali. Il sangue che ne sgorgava serviva a dare nutrimento agli déi. Gli archeologi ritengono che chi si sottoponeva a questo rituale lo faceva volontariamente e, probabilmente, sopravviveva a questa prova. I Maya credevano che il sangue versato fosse un dono eccellente per le loro divinità.
Prove di questa cerimonia sono venute alla luce in cinque siti del Guatemala. Si tratta di 108 punte di freccia databili ad un periodo compreso tra il XV e il XVIII secolo d.C.. L'analisi delle frecce ha rivelato la presenza di sangue di diversi animali su 25 di esse. Su due delle punte di freccia in ossidiana è stata accertata la presenza di sangue  umano. Il salasso, nelle antiche civiltà mesoamericane, giocava un ruolo fondamentale nelle funzioni religiose. Era uno strumento utilizzato dalle classi dominanti per legittimare la loro posizione politica e sociale.
Il sangue sgorgato dalla vittima veniva raccolto e bruciato in un rituale che simboleggiava il sacrificio di sangue che arrivava attraverso il fumo agli déi. Il salasso era onnipresente, nella vita dei Maya. Cerimonie del genere venivano svolte in occasione di qualsiasi grande evento: matrimoni, nascite, funerali o dediche di edifici.
Oltre alle frecce di ossidiana venivano utilizzati, nei cerimoniali, altri strumenti come punte di giada, lame, spine o denti di squalo.

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