sabato 3 ottobre 2015

Riscoperte le Terme Stabiane

Pompei, parte delle Terme Repubblicane riportate alla luce
(Foto: Ansa.it)
Pompei continua a sorprendere i ricercatori e gli archeologi. Proprio in questi giorni sono state individuate le Terme Repubblicane, il quinto dei complessi termali identificati nella città romana, forse il più antico stabilimento pubblico conservato nel sito.
Le Terme Repubblicane si trovano accanto all'ingresso del Foro Triangolare. Andarono in disuso durante la prima età imperiale (I secolo d.C.) e vennero, di conseguenza, inglobate nelle residenze private confinanti (la casa della Calce e la casa delle Pareti Rosse). Nel 1950 l'archeologo Amedeo Maiuri le scavò e ne identificò la planimetria, poi il sito venne abbandonato e ricoperto di terra e vegetazione.
Grazie al progetto dell'Università di Berlino in collaborazione con la Oxford University e voluto dalla Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, ora si è potuta avviare un'attività di studio e recupero di queste importanti testimonianze del passato.
La prima fase del recupero, che si è conclusa nel mese di marzo 2015, ha consentito di ripulire l'area e di rilevarne l'architettura. In questa prima fase sono state riportate alla luce le strutture delle terme scavate da Maiuri. La seconda fase di scavo, che si è appena conclusa, si è incentrata sull'evoluzione nel tempo dell'architettura e delle tecnologie utilizzate negli stabilimenti termali. Le Terme Repubblicane, infatti, sono tra le più antiche documentate a Pompei e possono considerarsi come una sorta di sperimentazione antecedente alle Terme Stabiane, poco distanti e immediatamente successive dal punto di vista temporale.
Le intercapedini areate poste al di sotto del pavimento, che consentivano il passaggio dell'aria calda, conferma l'antichità delle Terme Repubblicane. Le indagini si sono concentrate, in particolare, nell'area del laconicum (la sauna) e del praefurnium (la fornace), tra gli esempi più antichi noti per la fase di passaggio dal modello greco a quello romano.
Oltre allo scavo, gli studiosi hanno tracciato una nuova pianta dell'area e la schedatura mediante fotogrammetria e laserscan di tutti gli elementi architettonici e decorativi. La campagna proseguirà con ulteriori indagini stratigrafiche dell'edificio che potranno, congiuntamente alle altre indagini, permettere il restauro e la conservazione dell'edificio per la fruizione comune.

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