Ambrussum, archeologi al lavoro nel sito dell'antico oppidum romano (Foto: e-metropolitain.fr) |
Scavi archeologici intrapresi all'inizio di quest'anno presso il sito archeologico di Ambrussum, a Villetelle, in Francia, stanno portando alla luce un complesso monumentale costituito da una piazza lastricata delimitata da un portico e diversi altri monumenti deputati ad uso amministrativo e commerciale. Le ricerche, sul sito, vanno avanti da più di 40 anni ed hanno permesso di individuare un oppidum gallico successivamente romanizzato.
Sono state scoperte alcune case, un sentiero lastricato che attraversava il villaggio, un edificio monumentale interpretato come una Basilica civile. Le campagne di scavo si sono, in seguito, concentrate ai piedi della collina, dove è stato individuato il passaggio della via Domitia con tutti i servizi necessari ai viaggiatori: locande, balnea e molto altro. Ambrussum si rivela, dunque, una località piuttosto importante per la comprensione della romanizzazione della Gallia meridionale. Sulla collina resta ancora da scavare quasi il 95% dell'antico oppidum.
Dal 2016 ad Ambrussum sono impegnati gli archeologi di un team diretto da Maxime Scrinzi, archeologo, che stanno portando alla luce il centro della vita pubblica dell'antico oppidum, al fine di comprendere meglio l'organizzazione della cittadina e lo stato dei monumenti. Lo scopo è quello di scoprire se la Basilica, rinvenuta nelle precedenti campagne di scavo, era parte di un più grande centro monumentale. Gli scavi, supportati da moderni macchinari, hanno permesso di accertare che Ambrussum aveva un vero e proprio foro.
Nel contempo sono stati intensificati gli scavi attorno alle vie secondarie che correvano nella zona, per approfondire la conoscenza della rete stradale della cittadina che si trova nel sudovest della Francia, lungo la riva destra del fiume Vidourle.
Nella parte più a nord di Ambrussum sono dislocati i resti di un ostello lungo la via Domitia, datati al 30 a.C., con tracce di abbandono nel 240 d.C. a causa, probabilmente, di un'inondazione del Vidourle. Gli scavi effettuati nel secolo scorso hanno portato alla luce i resti di una caldaia di un centro termale, oggetti in ceramica, un forno ed un altare religioso.
L'oppidum romano era racchiuso da mura fortificate. I resti più antichi risalgono al Neolitico (2300 a.C. circa) e all'Età del Bronzo. Sono state rinvenute anche ceramiche etrusche e un frammento di coppa greca del VI-V secolo a.C.. La vera e propria città fortificata, invece, risale al IV secolo a.C.. La parte meglio conservata è quella delle fortificazioni nate con il borgo. Con il tempo le fortificazioni hanno subito delle modifiche: le torri a base quadrata sono state arrotondate e se ne sono aggiunte altre nel II secolo d.C.. Attualmente sono visibili 26 torri lungo un perimetro di circa 635 metri.
Nella parte più alta dell'oppidum sono visibili i resti di due abitazioni e di un edificio pubblico. Una delle due abitazioni, quella più a nord, addossata alle mura fortificate, risale al I secolo d.C. ed è stata costruita su un precedente insediamento. La seconda abitazione, situata a sud, edificata nello stesso periodo, presenta una superficie di 400 metri quadrati ed è ispirata a modelli urbanistici romani.
Nella parte sud dell'oppidum, quella affacciata sul fiume, vi sono i resti della Basilica di I secolo a.C., un edificio lungo 40 metri ed aperto sul lato nord.
Sono state scoperte alcune case, un sentiero lastricato che attraversava il villaggio, un edificio monumentale interpretato come una Basilica civile. Le campagne di scavo si sono, in seguito, concentrate ai piedi della collina, dove è stato individuato il passaggio della via Domitia con tutti i servizi necessari ai viaggiatori: locande, balnea e molto altro. Ambrussum si rivela, dunque, una località piuttosto importante per la comprensione della romanizzazione della Gallia meridionale. Sulla collina resta ancora da scavare quasi il 95% dell'antico oppidum.
Dal 2016 ad Ambrussum sono impegnati gli archeologi di un team diretto da Maxime Scrinzi, archeologo, che stanno portando alla luce il centro della vita pubblica dell'antico oppidum, al fine di comprendere meglio l'organizzazione della cittadina e lo stato dei monumenti. Lo scopo è quello di scoprire se la Basilica, rinvenuta nelle precedenti campagne di scavo, era parte di un più grande centro monumentale. Gli scavi, supportati da moderni macchinari, hanno permesso di accertare che Ambrussum aveva un vero e proprio foro.
Ambrussum, la via Domitia nei pressi dell'oppidum (Foto: Wikipedia) |
Nella parte più a nord di Ambrussum sono dislocati i resti di un ostello lungo la via Domitia, datati al 30 a.C., con tracce di abbandono nel 240 d.C. a causa, probabilmente, di un'inondazione del Vidourle. Gli scavi effettuati nel secolo scorso hanno portato alla luce i resti di una caldaia di un centro termale, oggetti in ceramica, un forno ed un altare religioso.
L'oppidum romano era racchiuso da mura fortificate. I resti più antichi risalgono al Neolitico (2300 a.C. circa) e all'Età del Bronzo. Sono state rinvenute anche ceramiche etrusche e un frammento di coppa greca del VI-V secolo a.C.. La vera e propria città fortificata, invece, risale al IV secolo a.C.. La parte meglio conservata è quella delle fortificazioni nate con il borgo. Con il tempo le fortificazioni hanno subito delle modifiche: le torri a base quadrata sono state arrotondate e se ne sono aggiunte altre nel II secolo d.C.. Attualmente sono visibili 26 torri lungo un perimetro di circa 635 metri.
Nella parte più alta dell'oppidum sono visibili i resti di due abitazioni e di un edificio pubblico. Una delle due abitazioni, quella più a nord, addossata alle mura fortificate, risale al I secolo d.C. ed è stata costruita su un precedente insediamento. La seconda abitazione, situata a sud, edificata nello stesso periodo, presenta una superficie di 400 metri quadrati ed è ispirata a modelli urbanistici romani.
Nella parte sud dell'oppidum, quella affacciata sul fiume, vi sono i resti della Basilica di I secolo a.C., un edificio lungo 40 metri ed aperto sul lato nord.
Fonte:
e-metropolitain.fr
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