sabato 25 agosto 2018

Svezia medioevale multietnica

Svezia, i resti di un uomo sepolto a Sigtuna. Lo scheletro è stato scoperto
nel 2008 tra le radici di un albero (Foto: Museo di Sigtuna)
Una nuova analisi sui resti di 38 persone, che hanno vissuto e sono morte nella città di Sigtuna tra il X e il XII secolo, rivela una notevole varietà genetica ed una migrazione su vasta scala. Lo studio è il più ampio del genere finora condotto in Svezia ed ha combinato una serie di metodi quali l'analisi del Dna e l'analisi degli isotopi di stronzio nei denti.
Sigtuna è conosciuta come la prima città degna di questo nome in Svezia. Venne fondata nel 980 d.C., quando il primo re cristiano del paese, Olof Skotkonung, ha posto qui la sua residenza. La cittadina, che oggi conta circa 10.000 abitanti, era un posto decisamente cosmopolita, all'epoca. Ricercatori dell'Università di Stoccolma, in collaborazione con l'Università di Uppsala, l'Università del Medio Oriente in Turchia, il British Geological Survey nel Regno Unito e la Curt-Engelhorn-Zentrum Archaometrie in Germania, hanno analizzato i resti di 38 individui provenienti da sei diversi siti di sepoltura di Sigtuna.
L'analisi si è basata su una combinazione di metodi archeologici e di osteologia, compresa l'analisi del Dna e del livello degli isotopi di stronzio nei denti, che varia a seconda del luogo dove l'individuo ha vissuto in gioventù. La metà della popolazione di età vichinga di Sigtuna è risultata provenire da fuori Malardalen. Circa la metà degli individui esaminati è cresciuto intorno alla zona di Sigtuna se non proprio in città. L'altra metà è divisa in parti uguali da immigrati provenienti dalla Scandinavia meridionale, dalla Norvegia e dalla Danimarca e da immigrati provenienti da più lontano: dalle isole britanniche, dall'Ucraina, dalla Lituania, dalla Germania del nord e da altre regioni dell'Europa centrale. Il 70% della popolazione femminile era immigrata, rispetto al 44% di sesso maschile.
Tra i sepolti a Sigtuna vi sono anche immigrati di seconda generazione.

Fonte:
heritagedaily.com via Università di Stoccolma

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