martedì 11 settembre 2018

Il tesoro romano di Como

Como, l'anfora in cui è stato rinvenuto il tesoretto nella sua collocazione
al momento del ritrovamento (Foto: ilgiorno.it)
Gli studiosi stanno esaminando una preziosa anfora contenente vecchie monete romane trovata nei pressi di un teatro abbandonato. Almeno 300 di queste monete risalgono all'epoca tardo-imperiale romana. L'anfora, dalla forma inedita, che non trova, al momento, confronti, è stata rinvenuta nel seminterrato del Teatro Cressoni a Como, non lontano dall'area del foro di Novum Comum. Il teatro era abbandonato da una ventina d'anni. Qui sorgeva, dal 1300 al 1700, un'area religiosa con un convento e una chiesa.
Chiunque abbia nascosto il prezioso contenitore in quel luogo pensava di poterlo recuperare in seguito, quando chissà quale pericolo incombente sarebbe passato. Sulle monete sono incise le effigi degli imperatori Onorio, Valentiniano III, Leone I e Livio Severo, che le collocano in un periodo non posteriore al 474 d.C.. Questo fa pensare che il proprietario non fosse esattamente un privato ma, piuttosto, che le monete facessero parte di un deposito o di una banca.
Como, le monete romane e l'anfora che le conteneva (Foto: Ministero dei Beni ed Attività Culturali)
Archeologi, restauratori e numismatici stanno ora lavorando ad un vero e proprio scavo in miniatura, all'interno del recipiente, un'attività certosina che porterà presto alla luce l'intero tesoretto. Non ci sarebbero, infatti, solo monete d'oro romane nel vaso ritrovato: all'interno sono stati individuati almeno altri tre oggetti, tra i quali è stata intravista una barretta d'oro. Al momento nel microscavo è stato rimosso solo il primo strato di 27 monete da circa 4 grammi di oro.
"Como è stata fondata dai Romani ed è naturale trovare reperti, ma questo potrebbe essere uno dei tesoretti romani più importanti mai ritrovati", ha spiegato il presidente della Società Archeologica di Como Giancarlo Frigerio. La zona del ritrovamento ospitava, un tempo, le abitazioni private dei nobili romani. "L'anfora potrebbe essere stata nascosta nei muri della casa per evitare furti, probabilmente all'epoca delle invasioni", ha concluso lo studioso.
Il luogo dello scavo si trova in un punto in cui non è facile lavorare, perché c'è il lago e servono le pompe. Gli esperti stanno valutando lo stop al progetto privato - la costruzione di alcuni box - per poter continuare gli scavi archeologici in quello che un tempo era il foro di Novum Comum. L'anfora, rimasta intatta per secoli, durante lo scavo è stata rotta: un piccolo squarcio dal quale sono state apparse le monete d'oro.

Fonti:
edition.cnn.com
avvenire.it
milano.corriere.it
ilmessaggero.it

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