Lugnano in Teverina, la sepoltura della bambina appena scoperta (Foto: umbria24.it) |
Custodisce i resti di una bambina di 10 anni la tomba rinvenuta nell'area archeologica di Poggio Gramignano a Lugnano in Teverina. La tomba presenta al suo interno il corpo della bambina con la bocca aperta e una pietra collocata nel suo interno.
Il rinvenimento è avvenuto durante la campagna di scavi nello scorso luglio ad opera di una equipe di archeologi statunitensi guidata da David Soren, dell'Università dell'Arizona, che per primo scoprì la necropoli dei bambini. Le operazioni sono state condotte da ricercatori della Yale e della Stanford University, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria e il Comune di Lugnano in Teverina.
Secondo gli esperti, rende noto l'amministrazione, la presenza della pietra nella cavità orale della bambina farebbe ricondurre ad un rito legato presumibilmente all'epidemia di malaria che infestò, alla metà del V secolo d.C., l'area dove oggi sorge Lugnano. Una tesi che si riallaccia a quella che vuole la desistenza nell'avanzare di Attila che durante la sua campagna di conquista verso Roma si imbatté proprio nella presenza della malaria. A questo sarebbe dovuta la sua decisione di non avanzare oltre.
A Poggio Gramignano gli archeologi scavano da tre anni sui resti di un'antica villa di epoca romana, riportata alla luce proprio dall'Università dell'Arizona dal 1988 al 1993. Alcuni ambienti furono riutilizzati alla metà del V secolo d.C. come cimitero di bambini, dove sono stati trovati i resti di 47 infanti, molti dei quali morti a causa di un ceppo di malaria. Il plasmodium falciparum provocò numerosi decessi in poco tempo.
Oltre ai materiali fittili e ceramici e ai resti delle strutture murarie crollate, gli strati scavati dal 2016 ad oggi hanno restituito un'abbondante presenza di ossa animali. L'analisi preliminare di questi reperti mostra una popolazione animale composta in ampia misura da animali domestici, allevati per la carne, specialmente il maiale e il pollo, e individui giovani o quasi adulti. Sembra interessante la presenza di resti di cani fra cui risultano ossa di cucciolo, forse correlati in qualche modo alle sepolture rinvenute nei precedenti scavi archeologici.
Il rinvenimento è avvenuto durante la campagna di scavi nello scorso luglio ad opera di una equipe di archeologi statunitensi guidata da David Soren, dell'Università dell'Arizona, che per primo scoprì la necropoli dei bambini. Le operazioni sono state condotte da ricercatori della Yale e della Stanford University, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria e il Comune di Lugnano in Teverina.
Secondo gli esperti, rende noto l'amministrazione, la presenza della pietra nella cavità orale della bambina farebbe ricondurre ad un rito legato presumibilmente all'epidemia di malaria che infestò, alla metà del V secolo d.C., l'area dove oggi sorge Lugnano. Una tesi che si riallaccia a quella che vuole la desistenza nell'avanzare di Attila che durante la sua campagna di conquista verso Roma si imbatté proprio nella presenza della malaria. A questo sarebbe dovuta la sua decisione di non avanzare oltre.
A Poggio Gramignano gli archeologi scavano da tre anni sui resti di un'antica villa di epoca romana, riportata alla luce proprio dall'Università dell'Arizona dal 1988 al 1993. Alcuni ambienti furono riutilizzati alla metà del V secolo d.C. come cimitero di bambini, dove sono stati trovati i resti di 47 infanti, molti dei quali morti a causa di un ceppo di malaria. Il plasmodium falciparum provocò numerosi decessi in poco tempo.
Oltre ai materiali fittili e ceramici e ai resti delle strutture murarie crollate, gli strati scavati dal 2016 ad oggi hanno restituito un'abbondante presenza di ossa animali. L'analisi preliminare di questi reperti mostra una popolazione animale composta in ampia misura da animali domestici, allevati per la carne, specialmente il maiale e il pollo, e individui giovani o quasi adulti. Sembra interessante la presenza di resti di cani fra cui risultano ossa di cucciolo, forse correlati in qualche modo alle sepolture rinvenute nei precedenti scavi archeologici.
Fonti:
umbria24.it
terninrete.it
umbriaon.it
umbria24.it
terninrete.it
umbriaon.it
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