Norvegia, lo scavo della necropoli e del calderone (Foto: Astrid Kviseth/Museo Universitario NTNU) |
Intorno al 150-300 d.C. una persona morì in una località chiamata ora Gylland, nella valle del fiume Gaula, nella contea di Tràndelag, nella Norvegia centrale. Dopo la cremazione del corpo, i resti furono deposti in un calderone di bronzo, coperto o avvolto in corteccia di betulla che venne, poi, sepolto sotto un cumulo di pietre.
La deposizione è rimasta indisturbata fino a questa estate, quando gli archeologi del Museo Universitario NTNU hanno sollevato la copertura di pietra. Il calderone di Gylland, come viene chiamato, appartiene a un tipo di vasellame in bronzo chiamato sstlandskjele. Il nome è legato al fatto che molti oggetti di questo tipo sono stati rinvenuti nelle sepolture della Norvegia orientale.
Gli oggetti del corredo funerario sono stati fabbricati in Italia o nelle provincie romane della regione del Reno ed è arrivato in Norvegia a seguito del commercio o di uno scambio di doni. Il vasellame era prodotto in serie e destinato all'esportazione nell'area scandinava, dove veniva utilizzato come urne funerarie.
"L'ultimo ritrovamento di una ciotola di bronzo nel parte centrale della Norvegia risale agli anni '60. A livello nazionale conosciamo circa 50 recipienti di questo tipo", ha affermato Moe Henriksen, archeologo e responsabile del progetto di scavo a Gylland. Merci importate come vasi in bronzo e brocche di vetro erano riservati alle classi superiori della società. La scoperta di Gylland testimonia il potere e la prosperità di questa regione in epoca romana.
La ciotola era in pessime condizioni, al momento del ritrovamento. E' probabile che la pressione delle pietre l'abbia danneggiata. Prima di essere collocata nella sepoltura era stata utilizzata: tracce di riparazioni sono visibili in diversi parti della ciotola.
I tumuli sepolcrali di Gylland sono grandi e la datazione ha dimostrato che vennero utilizzati per diverse centinaia di anni. Anche se le ossa contenute nella ciotola sono state datate al 150-300 d.C., sono state scoperte, a livelli più profondi, ossa molto più vecchie, risalenti al 490-360 a.C.
La deposizione è rimasta indisturbata fino a questa estate, quando gli archeologi del Museo Universitario NTNU hanno sollevato la copertura di pietra. Il calderone di Gylland, come viene chiamato, appartiene a un tipo di vasellame in bronzo chiamato sstlandskjele. Il nome è legato al fatto che molti oggetti di questo tipo sono stati rinvenuti nelle sepolture della Norvegia orientale.
Gli oggetti del corredo funerario sono stati fabbricati in Italia o nelle provincie romane della regione del Reno ed è arrivato in Norvegia a seguito del commercio o di uno scambio di doni. Il vasellame era prodotto in serie e destinato all'esportazione nell'area scandinava, dove veniva utilizzato come urne funerarie.
"L'ultimo ritrovamento di una ciotola di bronzo nel parte centrale della Norvegia risale agli anni '60. A livello nazionale conosciamo circa 50 recipienti di questo tipo", ha affermato Moe Henriksen, archeologo e responsabile del progetto di scavo a Gylland. Merci importate come vasi in bronzo e brocche di vetro erano riservati alle classi superiori della società. La scoperta di Gylland testimonia il potere e la prosperità di questa regione in epoca romana.
La ciotola era in pessime condizioni, al momento del ritrovamento. E' probabile che la pressione delle pietre l'abbia danneggiata. Prima di essere collocata nella sepoltura era stata utilizzata: tracce di riparazioni sono visibili in diversi parti della ciotola.
I tumuli sepolcrali di Gylland sono grandi e la datazione ha dimostrato che vennero utilizzati per diverse centinaia di anni. Anche se le ossa contenute nella ciotola sono state datate al 150-300 d.C., sono state scoperte, a livelli più profondi, ossa molto più vecchie, risalenti al 490-360 a.C.
Fonte:
norwegianscitechnews.com
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