sabato 28 settembre 2019

Perù, da dove venivano i bambini sacrificati dagli Incas?

Perù, resti di un bambino avvolto in vesti (Foto: Dagmara Socha)
I bambini che sono stati sacrificati agli dei dagli Incas e che sono stati ritrovati dagli archeologi sulle cime dei vulcani, potrebbero provenire da diverse parti dell'impero. Gli archeologi, in particolare quelli polacchi che stanno occupandosi di questa ricerca, conoscono almeno una dozzina di località del Perù dove, circa 500 anni fa, sulle cime di montagne o vulcani, gli Incas offrivano in sacrificio i bambini nel rituale del capacocha.
Dagmara Socha, bioarcheologa del Centro di Studi Andini dell'Università di Varsavia a Cuzco, ha studiato i resti di questi bambini per diversi anni, come parte di un progetto realizzato congiuntamente con Rudi Chavez Perea, direttore del Museo Santuarios Andinos dell'Università Cattolica di Santa Maria ad Arequipa (Perù).
Quest'anno i ricercatori si sono concentrati sui resti di bambini deposti sulle cime di due vulcani, l'Ampato e il Pitchu Pitchu. Diversi decenni fa il Dottor Johan Reihard trovò le mummie di questi bambini in posizione seduta, su piattaforme di pietra. Attualmente queste mummie sono conservate in celle frigorifere al Museo Sancturios Andinos.
Secondo la Dottoressa Socha, gli Incas credevano che al momento del sacrificio i bambini sarebbero diventati intermediari tra le divinità e l'umanità. "Gli Incas consideravano i bambini puri ed intatti; il loro status avrebbe dovuto facilitare l'azione di convincimento delle divinità affinché prendessero decisioni specifiche", spiega la Dottoressa Socha.
Gli scienziati ancora non sanno quale fosse la chiave nella scelta dei bambini sacrificati. "Dovevano avere sicuramente dei tratti eccezionali, come la bellezza o l'ascendenza sociale", ha detto la Dottoressa Socha. Nel caso di una delle bambine, i cui resti sono stati trovati su una piattaforma sul Pichu Pichu, i ricercatori hanno notato una deliberata deformazione della testa, che è stata intenzionalmente allungata. E' noto che questa pratica è stata utilizzata non nella zona delle montagne, ma piuttosto in pianura e sulle coste dell'impero Inca. Questo potrebbe dire che questa fanciulla sia stata prelevata da una famiglia che viveva in una regione molto lontana.
Sui denti della ragazza, inoltre, sono stati riscontrati cambiamenti visibili nella struttura dello smalto sotto forma di una linea chiaramente distinta dal resto dei denti. Tracce come queste indicano una persona che ha sofferto la fame per un certo periodo della sua vita. Si possono formare anche a causa di forti traumi. Nella ragazza presa in esame si è accertato che questi segni si sono formati intorno all'età di tre anni. "Suppongo che sia stato allora che la ragazza è stata portata via dai suoi genitori e portata a Cuzco, la capitale dell'impero Inca, dove è stata preparata per tre anni per essere sacrificata in cima al vulcano", ha detto la Dottoressa Socha.
Alcuni dei resti appartenenti a sei bambini esaminati quest'anno dalla Dottoressa Socha, erano mummificati, anche se non tutti. Altri resti sono mal conservati ed alcuni recano i segni di una combustione. la Dottoressa Socha spiega che gli Inca avevano eretto le piattaforme sacrificali in luoghi esposti ai fulmini e ci sono molte prove che questi abbiano ripetutamente colpito queste piattaforme. Ecco perché i tessuti molli ed i vestiti indossati dai bambini al momento della morte non sono arrivati fino a noi. Secondo gli Incas, una persona colpita da un fulmine ha ricevuto un grande onore, poiché un dio ha espresso interesse per lei.
Le mummie esaminate dalla Dottoressa Socha sono ora mantenute in una condizione simile a quella nella quale si trovavano prima della loro scoperta. La ricerca non ha richiesto lo sbendamento delle mummie, gli scienziati, per ridurre al minimo l'interferenza con i resti, hanno utilizzato i raggi X (radiografie). Questo ha permesso di scoprire i numerosi oggetti che accompagnavano i piccoli defunti: oggetti metallici quali spille d'oro che fissavano le vesti, ma anche oggetti in legno come tazze rituali. C'erano anche altri tipi di decorazioni, quali un tubo d'oro ed anche petali di fiori.

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