domenica 15 dicembre 2019

Beta Samati e il misterioso regno di Aksum

Etiopia, pendente con croce incisa trovato nella chiesa paleocristiana
di Beta Samati (Foto: Ioana Dumitru)
Un'antica chiesa del IV secolo d.C., con all'interno sia manufatti cristiani che pagani, è stata scoperta in una città nel nord dell'Etiopia, Beta Samati, occupato per più di 1000 anni, dall'era pre-aksumita (750 a.C.) fino al primo periodo cristiano (dal 325 al 650 d.C.). Il sito è stato scoperto nel 2009, a seguito di ricerche condotte con la collaborazione delle locali autorità e della popolazione. Gli anziani nel villaggio locale sapevano che Beta Samati era stato un importante centro di rilevanza storica, anche se molti dettagli specifici della storia del sito sembrano essere andati persi con il trascorrere del tempo.
I reperti gettano una rara luce sull'antico regno di Aksum, una civiltà nordafricana relativamente poco conosciuta, che fu tra le prime a convertirsi al cristianesimo nel IV secolo d.C. La chiesa attualmente tornata alla luce è costruita in stile romano, ad imitazione della basilica. Il nome Beta Samati significa "casa del popolo" in lingua tigrina, il che sembra suggerire che il sito fosse un luogo di amministrazione locale, dove si trovavano le autorità politiche, forse in associazione con la chiesa appena portata alla luce. La città faceva parte del regno la cui capitale era Aksum.
Aksum fu una città molto potente dall'80 a.C. fin verso l'825 d.C. e fu partner commerciale dell'impero romano grazie alla sua posizione vicina al Mar Rosso, sull'antica rotta commerciale verso l'India. L'archeologo Michael Harrower, della John Hopkins University di Baltimora, sta cercando di far conoscere al grande pubblico la civiltà aksumita.
Etiopia, anello con corniola da Beta Samati (Foto: Ioana Dumitru)
Già una spedizione tedesca, nel 1906, aveva studiato i siti archeologici del regno aksumita, ma l'instabile politica dell'Etiopia e la guerra civile che devastò il Paese per ben 16 anni a metà degli anni '70 del secolo scorso, rese le indagini archeologiche difficili e intermittenti.
Harrower ed i suoi colleghi hanno scavato un alto tumulo formato dagli antichi edifici sepolti ed hanno scoperto che Beta Samati era abitata fin dal 750 a.C. e continuò ad essere abitata fino al 650 d.C., quando il regno aksumita iniziò un misterioso declino. L'insediamento, quindi, attraversò il paganesimo, il cristianesimo fino agli inizi dei primi regni islamici confinanti.
Ad Aksum vi è la chiesa di Nostra Signora Maria di Sion, dove la leggenda colloca la presenza dell'Arca dell'Alleanza che si pensa contenga le tavole dove furono incisi i Dieci Comandamenti. In realtà si tratterebbe solo di una copia dell'Arca.
"La chiesa che abbiamo trovato a Beta Samati è molto importante", ha detto Harrower. "Conosciamo basiliche del IV secolo d.C., ma la maggior parte di queste sono state scoperte molto tempo e molte di loro non contenevano manufatti che potessero essere utili al loro studio". Al contrario la chiesa di Beta Samati contiene un tesoro di antichi manufatti religiosi cristiani, monete di bronzo, figurine d'argilla e grandi anfore di ceramica utilizzate per conservare sia il vino che l'olio di oliva. "Questo dimostra che chiunque abbia utilizzato questa chiesa ha avuto accesso a beni commerciali di lusso prevalentemente importati ed era inserito nelle reti commerciali del mondo antico", ha aggiunto Harrower.
Etiopia, scavi a Beta Samati (Foto: Nicole Harrower)
Alcune delle monete in bronzo trovate nella chiesa hanno confermato la datazione di quest'ultima: una moneta risale al primo regno del re Ezana di Aksum (IV secolo d.C.) ed è decorata con una luna crescente, simbolo del dio arabo Almaqah. Le monete coniate dopo il regno di Ezana mostrano che vi fu una conversione al cristianesimo, poiché sono state coniate con l'effige di una croce cristiana. Uno dei reperti più suggestivi è un ciondolo in pietra nera, decorato con una croce cristiana e l'iscrizione "venerabile", nell'antica scrittura Ge'ez dell'Etiopia. Si tratta, secondo Harrower, di un ciondolo indossato, con tutta probabilità, da un sacerdote.
Etiopia, il paesaggio che circonda Beta Samati
(Foto: M. Harrower/Antiquity Publications Ltd)
Altri manufatti quali statuette in ceramica di bestiame e raffiguranti teste di tori sono, forse, la testimonianza di un precedente culto pagano a Beta Samati. "Probabilmente c'è stato un periodo in cui la vita sociale e religiosa presentava una confusione tra riti pagani e riti cristiani, prima di propendere decisamente verso un modello cristiano", ha detto Harrower. Uno dei manufatti più preziosi trovati a Beta Samati è un anello d'oro intarsiano con una corniola semipreziosa, testimonianza di un suggestivo miscuglio di arte locale e straniera. Il design dell'anello suggerisce l'influenza delle tecniche romane mentre l'incisione della testa di un toro sulla corniola è aksumita.
"Beta Samati abbraccia l'epoca del passaggio ufficiale del regno di Aksum dal politeismo al cristianesimo fino all'arrivo dell'Islam nel nord dell'Etiopia", ha detto Harrower. "Chiarisce anche la natura dell'autorità politica e religiosa in un importante centro amministrativo situato sulla rotta commerciale che collegava la capitale Aksum al Mar Rosso e oltre. Le nostre scoperte non sono solo importanti per comprendere le antiche civiltà africane, ma sono anche importanti per comprendere più in generale il cambiamento politico e religioso nelle antiche civiltà".
L'impero Aksumita fu una delle civiltà antiche più influenti dell'Africa, che comprendeva regioni che oggi fanno parte dell'Eritrea e dell'Etiopia settentrionale. Poco si sa di questo impero e di chi lo ha preceduto, per questo la scoperta di Beta Samati è importantissima per gli studiosi. Ad oggi, infatti, la maggior parte degli scavi e degli studi si concentrano sulla capitale Aksum, nel nord dell'Etiopia. "Il regno di Aksum si è sviluppato nell'Etiopia settentrionale ed in Eritrea durante il I secolo a.C. da una complessa combinazione di influenze locali e internazionali". Ha dichiarato Harrower. "Nel corso dei successivi cento anni, Aksum ottenne il controllo di un vasto territorio che comprendeva parti di quello che oggi è il Sudan meridionale e lo Yemen occidentale. Gli Aksumiti avevano un certo peso nelle reti commerciali del Mar Rosso che collegavano, ad esempio, l'area dell'Oceano Indiano con l'impero romano".
Le aree residenziali scoperte a Beta Samati hanno rivelato prove di pianificazione architettonica, di preparazione di alimenti e di attività di laboratorio quali la produzione di metalli e vetro su piccola scala.

Fonte:
Live Science
Newsweek

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